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Mr Rain: “L’album Pianeta di Miller è una porta aperta sull’infinito”

Musica

Fabrizio Basso

Il nuovo lavoro dell’artista gardesano è suonato al cento per cento, ogni canzone ha un suo suono perché ha nell’anima la sperimentazione. L’INTERVISTA

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Pianeta di Miller è un pianeta formato solo da acqua, da sempre l’elemento naturale di Mr. Rain: il disco, un viaggio introspettivo e sincero attraverso tutti i mondi e le anime dell'artista gardesano, è una esplicita citazione del film Interstellar, dove Mr. Rain, come il protagonista del film, viaggia a una velocità diversa, più lenta. All’interno dell’album è la voce di Francesco Prando, doppiatore di Matthew McConaughey in Interstellar, a raccontarne il concept: il resto del mondo va troppo veloce, cambia, si evolve, mentre lui teme di rendersi conto un giorno di aver attraversato la vita senza gustare le tappe, senza aver goduto di ogni momento.

Mattia iniziamo dalla storia dell’album e dalla scelta come titolo di Pianeta di Miller.
Tutti brani sono degli ultimi due anni, iniziano a nascere poco prima di Supereroi, sono sempre al limite con la chiusura dei lavori. E’ suonato al cento per cento, ho dato importanza agli strumenti veri perché dà un’anima alla canzone. Io stesso ho suonato tanti pianoforti. Ogni canzone ha un suo suono. Ho riscoperto la varietà, il divertirmi nello sperimentare e voglio proseguire su questa strada. Il titolo nasce perché sono fan del film Interstellar, il pianeta è in linea col mio personaggio, è solo acqua. Mi sento come Cooper, è come se viaggiassi a velocità diversa rispetto al resto del mondo. Prima non mi godevo le persone e le giornate ora ho ritrovato i miei momenti piccoli.

Sempre un po’ di te è perdono verso il prossimo e indulgenza verso se stessi: sono due sensibilità che ti appartengono? Per altro in Figli della Notte riprendi il tema dicendo che non hai imparato a perdonarti.
Allo specchio sono consapevole dell’esistenza di una parte di me latente, oggi mi racconto in modo più trasparente. Non rinnego nulla del passato, non sono arrabbiato. Parlo al vecchio me, gli dico che va bene comunque vada e anche che se in alcuni momenti avrei voluto ucciderlo…è rimasto un po’ di lui dentro di me. Ho fatto fatica a scriverla, custodisce strofe importanti. Figli della Notte è una dedica ai miei fan, è la canzone spoilerata a fan in occasione del concerto al Forum di Assago perché è un inno a tutte quelle persone che si sentono una grande famiglia; ogni live una occasione per raccontarne Mr Rain e Mattia al meglio.

Ti chiedo se oggi il cuore per te è ancora un’arma e hai imparato a usarla per stare lontano dalle sabbie mobili dei sentimenti?
Ho imparato a usarla, è quello che sposta il mio agire. Seguo il cuore sempre, ha un potere su di me gigantesco, il cuore è più forte della testa e infatti nella musica vado sempre controcorrente.

“Anche se passano gli anni siamo ancora noi”: è difficile essere sempre figli della notte?
Siamo sulla retta via, anni fa era più difficile mostrarsi fragili. Oggi nelle nuove generazioni trovo la semplicità nell’esporsi nel raccontare i loro problemi. Ho due sorelle molto piccole e anche attraverso di loro vedo che la direzione è giusta.

L’America de L’Ultima Volta e la negazione o la conferma che almeno tra due persone esiste l’american dream?
La conferma assolutamente, io sono molto magico, credo nelle favole.

“Avevi il cuore di un’altra epoca”: ti senti figlio del tuo tempo oppure avresti voluto avere questa età in un altro decennio?
Mi sarebbe piaciuto vivere un altro tempo anche per come faccio musica. Oggi la musica è figlia del consumismo, devi essere sempre sulla cresta dell’onda perché se no sei dimenticato. Vent’anni fa sarei stato più tranquillo, avrei potuto saziare la mia fame di creatività.

In 23 anni, 4 mesi e 8 giorni il messaggio è che c’è uno sfalsamento temporale che subiamo ma che possiamo scegliere come riempire il tempo: sei sicuro che possiamo goderci ogni istante?
E’ quello che mi sono imposto tra i buoni propositi della vita: non posso controllare che accade ma posso scegliere come vivere ogni momento. Mi sento anche di ringraziare quello che mi sta accadendo e ho bisogno di dare il giusto tempo alle persone che amo.

Perché hai scelto di condividere con Clara quella notte che è sospensione, può essere la prima, l’ultima, l’ennesima ma può anche essere un sogno.
Il brano è un insieme di storie che ho vissuto. C’è la paura che finirà tutto domani, non riesci a farne a meno. Clara la ho voluta al mio fianco per il timbro bello di voce: la canzone la ho scritta durante il tour dello scorso anno e ho pensato subito a lei.

Gli immortali sono un po’ come i tuoi supereroi? Quelli che combattono ogni giorno con la vita e non si arrendono mai?
Sono quelli che cercano di vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, bisogna affontare il tempo per fare durare ogni istante una vita intera.

Paura del Buio e Sempre un po’ di Te: apri e chiudi Pianeta di Miller con l’auto-psicanalisi: cosa ti resta dopo l’ultima seduta?
Una porta gigante aperta verso il futuro senza indicazioni né cartelli: faccio quello che voglio e che mi fa stare bene e scelgo dove andare. E’ la porta aperta sull’infinito di Interstellar.

Che accadrà nelle prossime settimane?
Ci saranno un tour estivo, oltre alle annunciate, e un tour instore; poi andrò in Spagna a lavorare al disco in spagnolo che conterrà alcuni miei brani già editi, tipo Supereroi, Due Altalene e I Fiori di Chernobyl e altre canzoni scritte a post per la Spagna. A maggio avrò il mio momento di vacanza, andrò in Sudamerica.

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