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The Blessed Madonna: "Ho fallito per anni ma ce l'ho fatta. Voglio più donne dj headliner"

Musica

Valentina Clemente

Instagram The Blessed Madonna

Con la sua musica fa ballare migliaia di persone in tutto il mondo. La passione per house e dance music è con lei da sempre ed è stata amica fedele anche quando le cose non andavano bene. “Ho fallito per vent’anni prima di riuscire a fare qualcosa: sono la bimba del Kentucky che ce l’ha fatta!” dice The Blessed Madonna, dj e produttrice americana che ha anche collaborato con Dua Lipa. A Milano per uno showcase in cui ha portato Happier, il suo nuovo singolo, Marea Stamper ha ricevuto il disco d’oro per Mercy

 

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Il suo vero nome è Marea Stamper, ma tutti la conosciamo come The Blessed Madonna. Lei, però, è Marea di nome e di fatto, perché con il suo entusiasmo e la sua passione irradia chiunque le stia accanto. È la prima cosa che notiamo e le diciamo appena la incontriamo a Milano, negli studi di Warner Music, dove abbiamo la possibilità di incontrarla. Lei è un fiume in piena, felicissima di essere in Italia, un paese con cui ha un legame speciale. E che le sta regalando tante soddisfazioni. Una su tutte, la più recente di molte: il disco d’oro per Mercy, pubblicata nel 2023 e amatissima in Italia. “È incredibile, no?” mi dice in un mix di emozioni, felicissima e quasi stupita. “Pensa, prima di farcela veramente ho fallito per vent’anni…se è riuscita una bimba del Kentucky come me a fare tutto questo, tutti possono raggiungere i propri sogni!” aggiunge con il suo sorriso contagioso. La nostra chiacchierata parte proprio da qui: dal suo trasmettere gioia in ciò che fa, aspetto che si coglie in ogni nota delle sue canzoni. Un dialogo che è soprattutto uno scambio, in cui parliamo di volontà, passione e sogni, che toccano tutte le donne che scelgono di fare le dj. E molto altro ancora. E ovviamente anche del suo nuovo singolo, Happier feat. Clementine Douglas, che suonerà anche al Coachella Festival, nella Yuma Tent. "Ti aspetto, così potremo condividere anche un po' di aria condizionata" dice felice. Come dire di no?!

 

La sua musica ci fa ballare e divertire tantissimo: è felice di questo?

Stai scherzando?! Non me lo devi nemmeno chiedere…sono felicissima! Pensa che prima di riuscire a fare tutto questo, avevo collezionato una serie di fallimenti: vent’anni di cose sbagliate e andate male. Ora è tutto stupendo: oltre alla felicità di essere qui, e l’Italia per me è così speciale, c’è anche il fatto che in questo paese sono riuscita ad instaurare un bel rapporto tra la mia musica e il paese. 

 

E qual è il segreto di tutto questo?

Mi circondo di persone che conosco da sempre. Ho un piccolo cerchio di amici a me cari, sono gli stessi di quando ero una ragazza, le stesse persone con cui collaboro: lavoriamo tutti insieme. Resto in quel mondo: non leggo i commenti, credo sia solo importante essere, e restare, sempre una persona.

 

E concentrarsi su quello che più si ama, che credo sia anche la musica…

Certo che sì. Non c’è molto su cui puoi contare in questa vita: sono poche cose, e parte di esse ti deluderanno. La cultura musicale ti può deludere, ma la musica vera e propria non lo farà mai: sarà sempre un’amica fedele.

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Il nuovo singolo è "Happier" feat. Clementine Douglas

Se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere la sua musica, direi happy, felice. Il suo ultimo singolo è Happier, ma parla dell’esatto opposto…

Esatto! Parla proprio dell’essere infelici. È una sorta di colpo di scena. Penso che soprattutto la musica house sia molto ingannevole: in essa c’è dolcezza e gioia, ma anche il contrario: Mercy racconta di chi chiede, quasi implora, pietà in una relazione, Happier parla di come ci si sente dopo la fine di una storia. Penso che questa sia ciò che può raccontare la musica dance: gli aspetti agrodolci della vita. Se non lo facesse non sarebbe così speciale. Sarebbe come bere un caffè con troppo zucchero o semplicemente prendere e mangiare lo zucchero da una confezione. Con la mia musica voglio entrare nella vita delle persone ed essere d’aiuto. La musica può guarire. E se non riconosciamo questo ruolo, che appunto ha la musica, è molto triste.

Una vita nei club (dove si può anche trovare l'amore)

Che cosa spera possano provare le persone quando vanno a ballare nei club e si divertono, anche grazie alla sua musica?

Divertitevi e basta! Sono più felice quando mi stacco dai pensieri, e poi nel dancefloor succedono sempre un sacco di cose! Io vivo lì. È molto facile pensare alla musica dance: ne fai l’uso che preferisci. È come gustare dei Cheetos: quando mangi e gisti questi snack dici …wow sono buonissimi! E poi ti rictrovi con un po' di polvere sulle mani. Dopodiché è tutto ciò che hai: è uno spuntino. Come ti dicevo, succede di tutto grazie alla musica dance: ho vissuto la mia vita lì, fin da quando ero adolescente, ho anche pensato molto e risolto qualche problema che mi toccava da vicino. È il mio modo di affrontare la vita: in un club. Magari altre persone lo fanno in modo diverso, io risolvo così. Quello che cerco di fare, oggi, è condividere tutto questo con altre persone. Anche perché vedo che molta musica dance oggi è un po’ incerta, emotivamente e intellettualmente: non intendo che sia mio compito abbellirla o salvarla, ma per me questo è il momento giusto per fare qualcosa, dire ciò che penso, fare la mia parte e cambiare.

 

E quindi mi sta dicendo che posso trovare l’amore in un club, giusto?

Certo, ma puoi anche fare qualcosa di cui ti penti amaramente e di cui ti vergogni per giorni dopo che è successo! (ride) I club sono i luoghi perfetti anche per non pensare alle conseguenze di ciò che fai. Io sono stata fortunata: ho trovato l’amore in discoteca.

La musica, il sale della vita

Musica e amore spesso creano un connubio interessante, no?

Sì, ma la musica è anche spesso legata a delusioni d’amore…non è meraviglioso?! La musica è un po’ come il sale: ne prendi un po’ e lo metti sul pane, ma anche nel caramello, lo usi per dare sapore al pesce…sta bene ovunque.

 

E dove trova il sale, nella sua vita? E come trasforma i suoi pensieri in canzoni da ballare?

Ogni notte, verso le tre del mattino, mi sveglio. Prima dormo circa quattro ore, mi sveglio per una, poi torno a letto e di solito, quando mi passa per la testa qualche frase o nota, scrivo tutto nel mio telefono o nel mio ipad. A volte canticchio anche, tutto a bassa voce se mio marito sta dormendo. La maggior parte delle mie canzoni nascono proprio così, altre invece sono il frutto di dialoghi con alcune persone. Faccio un esempio: Serotonin Moonbeans è una canzone sull’essere adolescenti e su cosa vuol dire innamorarsi ai rave party. Queste sono esperienze che ho vissuto, ma che ho ascoltato dalla voce di tante persone con cui ho parlato in più occasioni, anche a cene nel giorno del Ringraziamento. Ho imparato a lavorare in gruppo, che per me è qualcosa di nuovo: ho sempre fatto tutto da sola ma ora collaboro con altre persone. C’è sempre qualcuno nel mio studio di registrazione, pronto a lavorare ma anche a dormire sul divano. Da questo lavoro corale nasce un sacco di musica. Sai, quando si fa un disco si cerca sempre di superare tutte le aspettative possibili, ma allo stesso tempo è fondamentale capire quello che è effettivamente importante, e continuare a migliorarsi. Lavorando nella dance e nel pop allo stesso tempo, e soprattutto perché vengo dalla musica dance underground, mi faccio spesso delle domande: potrò suonare questa canzone in qualche club? Mi vergognerei all'indea di farla sentire ad alcune persone a Detroit? Mi metterebbe in imbarazzo sentirla in un bar di Chicago? Ci penso sempre.

"Sogno più donne dj headliner, e più dj donne di colore retribuite equamente"

Nel 2024 parliamo (ancora!) di donne dj, anche se non dovrebbe essere più un tema. Dovrebbe essere la normalità, non l’eccezione. Lei ha rotto molte barriere, e può essere d’esempio per tante ragazze. Come si sente all’idea di poter essere d’ispirazione?

Inizi a credere che la tua favola sia effettivamente vera, ma questo non significa che anche gli altri la stiano vivendo. Ora ci sono donne headliner ai festival, certo, ma vorrei ce ne fossero di più e anche dj di colore. Non c’è differenza di retribuzione tra me, Nina Kraviz o Charlotte de Witte, ma esiste tra le dj di colore che fanno il nostro stesso lavoro. Per me sarà tutto normale quando loro verranno retribuite quanto me. Voglio che anche loro vengano pagate tanto, tantissimo, perché valgono, e molto. Voglio solo che venga riconosciuto il loro valore, e non sarà la norma finché non accade a tutte. Non fraintendermi, però: si guadagna bene, ma non si deve fermare a me. Deve iniziare da qui.

"Sono la prima, ma non sarò l'ultima"

È la prima, ma non sarà l’ultima, come ha detto Kamala Harris il 20 gennaio 2021, giorno dell’insediamento di Joe Biden...

Credo sia importante iniziare a capire come funziona il sistema, osservare come e quanto le persone vengono retribuite per il loro lavoro. Io spesso divido il mio cachet con le altre dj: credo sia molto importante. Non faccio sempre quello che è giusto, certo. Ma si fa quello in cui si crede.

 

 

 

 

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