Anche Boy George, Gene Simmons dei Kiss e più di altre 400 celebrità e personaggi del mondo dello spettacolo hanno firmato il documento, che intende contrastare le richieste di boicottaggio dovute alla guerra in corso a Gaza
Helen Mirren, Boy George, Gene Simmons dei Kiss, il dirigente discografico Scooter Braun e più di altre quattrocento celebrità e personaggi del mondo dello spettacolo hanno firmato una lettera aperta per supportare l’inclusione di Israele alla 68ª edizione dell’Eurovision Song Contest, che si terrà a Malmö, in Svezia, dal 7 all’11 maggio. Il documento, predisposto dall’organizzazione no profit Creative Community For Peace, che intende contrastare il boicottaggio culturale di Israele, arriva dopo le lettere aperte di più di duemila musicisti tra Finlandia, Islanda e Svezia, che lo scorso mese hanno chiesto l’esclusione dello Stato dalla competizione a causa del conflitto in corso a Gaza. Dopo gli attentati del 7 ottobre compiuti da Hamas ai danni dei civili israeliani, sfociati in uccisioni e nella cattura di ostaggi, il governo di Benjamin Netanyahu ha sferrato attacchi contro la popolazione palestinese. “Non è in accordo con i nostri valori che ad un paese che commette crimini di guerra e continua un’occupazione militare venga dato un palco pubblico per lucidare la propria immagine in nome della musica” recita la lettera finlandese. I firmatari hanno anche chiesto di non inviare il proprio concorrente qualora Israele, che sarà rappresentato dalla cantante Eden Golan, non fosse escluso dalla gara. In risposta, un rappresentante dell’Eurovision ha dichiarato al Guardian che il concorso canoro “resta un evento non politico”. Un concetto ribadito anche nella lettera firmata da Mirren e dagli altri: “Crediamo che eventi unificanti come le gare di canto siano cruciali per contribuire a colmare le nostre divisioni culturali e per unire persone di ogni provenienza attraverso il loro comune amore per la musica”, si legge. “Coloro che stanno chiedendo l’esclusione di Israele stanno sovvertendo lo spirito del Concorso e lo stanno trasformando da una celebrazione dell’unità in uno strumento politico”.
LE ALTRE ESCLUSIONI NELLA STORIA DELL'EUROVISION
In passato, altri Paesi sono stati esclusi dall’Eurovision. Nel 2021 il comitato organizzatore aveva squalificato la Bielorussia, che aveva presentato un brano che violava il divieto di strumentalizzazione politica del festival. La band Galasy Zmesta, nota per l'appoggio al presidente Alexander Lukashenko, aveva già presentato una prima canzone, anch'essa respinta a causa del testo minaccioso nei confronti dei manifestanti che allora protestavano contro il regime autoritario. Nel 2022, invece, gli organizzatori dell’Eurovision avevano escluso la Russia perché “avrebbe portato discredito alla competizione” dopo l’invasione dell’Ucraina.