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Sanremo 2024, Maninni: "Se siamo liberi nella vita, evitiamo l'insoddisfazione"

Musica

Fabrizio Basso

Credit Jessica De Maio

L'artista pugliese arriva all'Ariston con un brano altamente emotivo, che è lo specchio di una generazione. L'INTERVISTA

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Spettacolare (in uscita il 9 febbraio) è il brano col quale Maninni va in gara alla 74° edizione del Festival di Sanremo (GUARDA LO SPECIALE) e dà anche il nome al primo album dell'artista pugliese che uscirà il 9 gennaio; al progetto hanno contribuito, tra gli altri, i ragazzi di ShipMate. Alessio Mininni, questo il suo nome anagrafico, è pronto a fare il suo esordio sul palco più importante della musica italiana con Spettacolare, brano co-scritto con Giovanni Pollex, Roberto William Guglielmi, Francesca Xefteris e prodotto da Enrico Brun e Marco Paganelli.

Alessio partiamo dal progetto Festival e dalla scelta di Spettacolare come brano da portare all’Ariston.
Ho scelto Spettacolare e sono andato mirato, mai avuto dubbi per un’altra canzone. Il testo ha un messaggio importante e generazionale, per veicolarlo serve un megafono e il Festival è perfetto. È una canzone sincera e vera.

Il brano racconta un pezzo di vita attraverso l’amore, il primo giorno d’estate e i dischi belli che non si scordano più: me lo collochi temporalmente nella tua vita? C’è un contatto con l’altra estate di Irene?
Il filo conduttore è l’essere autobiografico, parlo di quello che accade nella vita. Siamo nell’estate del 2022, prima di Sanremo Giovani e mi ero detto basta con la carriera di artista per seguire quella da produttore dietro le quinte.

A proposito di dischi belli che non si scordano più: a quali ti riferisci?
A War degli U2 sono molto affezionato perché grazie a loro ho scoperto la musica, soprattutto la chitarra. Loro sono stati il mio primo concerto. Ho stressato mio padre per avere una chitarra.

Quale è stata la tua ultima giornata bastarda di quelle che non ce la fai più?
Sanremo Giovani del 2022, ero a un passo dal sogno e non ce l’ho fatta. Ero deluso e infuriato, dispiaciuto, amareggiato, ma dopo il day after bastardo ho stretto i denti e ho deciso insistere.

In cosa Spettacolare è il biglietto da visita dell’album che verrà?
La sincerità e la maturità. Sono sempre pronto per musica e album ma deve uscire quando ti senti pronto.

Cosa è rimasto oggi dell’Alessio di Parlami di Te? Cominci ad avere quello che cercavi?
Sì, ora sì, vedo obiettivi che si stanno realizzando: il primo disco, il tour, Sanremo. È rimasta uguale l’ingenuità con la quale faccio le cose anche se essere ingenui può farti più male, inteso anche come crei i rapporti. Ma quella ingenuità non la perdo, non riesco a non affezionarmi.

Riascoltando Senza ho riflettuto sul fatto che molte tue canzoni hanno per protagonista l’assenza, come se mancasse sempre qualcosa o qualcuno. E a pensarci bene anche in Spettacolare manca qualcosa e siamo invasi dalla melanconia dei ricordi: è il tuo modo di attraversare te stesso, di andare verso un altro orizzonte? Di esorcizzare “non vedo l’ora che torni” di Graffi?
Nelle mie canzoni c’è voglia di rivalsa, la traduco nell’amore ma mi manca riuscire a essere soddisfatti appieno di quello che ho fatto nella vita. La mia paura vita è essere insoddisfatto. Bisogna essere liberi nella vita se no resti insoddisfatto.

In occasione delle prime prove con l’orchestra avevi "il sorriso fisso come Joker a fingere di stare bene"? E poi hai bevuto una tisana per calmare l’ansia?
La ho bevuta per calmare l’ansia. Le prove sono state incredibili. Ero emozionato, stavo per piangere ma non espongo i miei sentimenti facilmente, tendo a piangere in privato.

Sotto le stelle di San Lorenzo hai trovato la vaniglia, sotto quelle di Sanremo che gusto ti aspetti?
Un gusto… spettacolare.

In una relazione quale è il confine tra incazzarsi o passarci su?
Dipende da come si evolvono le cose, meglio passarci su. Se tutti imparassimo a fare un passo indietro e a porgere la mano anche solo per mantenere un rapporto ci scontreremmo di meno. Alziamo muri solo perché convinti di avere ragione, senza un passo indietro non si ottiene nulla.

Produttore e autore: la musica italiana va verso l’accorpamento delle professionalità?
Mi auguro di no, è bello lavorare in gruppo, la musica è condivisione. Sono curioso in studio, quando ci vado guardo cosa fanno gli altri, sono curioso: se vedo qualcuno che suona il violino voglio provare.

Dopo Sanremo prometti che il Monolocale diventerà un appartamento “mentre balliamo così” ogni giorno?
Promesso.

Oltre alle prime date già annunciate, cosa prevede la tua agenda artistica nel post Festival?
Ritornerò su canzoni che non sono nel disco e poi ce ne sono altre da scrivere. Questa per me è una partenza. Poi oltre alle date già annunciate ci sarà un tour estivo e qualche altra sorpresa.

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