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Rose Villain: "A Sanremo canto l'amore imperfetto con Click Boom!"

Musica

Gabriele Lippi

©Manuel Grazia

Non l'idillio romantico delle favole e delle canzoni, non la peggiore delle relazioni tossiche, ma una via di mezzo, reale e concreta. Tra Festival e uscita del nuovo album Radio Sakura (in arrivo l'8 marzo), la cantante promette di non rinunciare al suo stile personale e alle sue due anime: una più oscura e l'altra più romantica. "Non voglio piacere a tutti ma che, anche in pochi, si innamorino della mia musica"

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A Sanremo per parlare dell’amore quello vero, di tutti i giorni, quello imperfetto e lontano tanto dal romanticismo idealizzato quanto dallo stereotipo della relazione tossica. A Sanremo, soprattutto, per portare se stessa, Rose Villain, e la sua musica dalle due anime, quella malinconica e quella romantica, quella urban e quella più pop. Il tutto dentro una sola canzone. E per lanciare al meglio Radio Sakura, secondo disco in arrivo l’8 marzo.

"Un amore non tossico ma che ha della tossicità"

Rose Villain, al secolo Rosa Luini, presenta così la sua Click Boom!: “Nelle canzoni d’amore si parla sempre di cuori spezzati o di amori meravigliosi. Invece volevo proprio esplorare il lato più oscuro di quegli amori molto totalizzanti, luminosi. L’amore quando è così forte talvolta porta un po’ ad annullarsi, a essere un po’ dipendenti, e secondo me non si parla abbastanza di questo. Penso sia importante mettere luce su relazioni solide che però fanno male, l’amore è un bel proiettile”. Un amore “non tossico ma che ha della tossicità”, un amore che “bisogna un po’ sdoganare, esserne coscienti, accogliere l’idea che l’amore è imperfetto per poi poter migliorare, costruirsi, capire come non far del male all’altro e non soffrire noi stessi”.

 

E come sempre c’è tanto di personale nel brano che porterà al Festival: “Da nove anni sono in una relazione meravigliosa, facciamo musica insieme, ci amiamo da morire e anche se sono una donna forte, ogni volta che mi innamoro perdo un po’ di equilibrio: sono gelosa, mi annullo. Penso che ‘se non mi importa di te non mi importa di me’ sia la frase che racchiude l’essenza della canzone”.

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PRONTA PER IL GRANDE PUBBLICO

A coronare un anno straordinario, con il disco d’oro al primo album e il primo live show personale, arriva l’Ariston, l’occasione per presentarsi al grande pubblico di tutta Italia: “Non vedo l’ora di far vedere quello che so fare a un pubblico più ampio, non sono molto preoccupata dai giudizi, non bado troppo alle critiche, sono molto istintiva, felice di quello che faccio, entusiasta della mia musica. So che faccio un tipo di musica che non per forza deve arrivare a tutti, ma quale canzone, quale film è fatto per arrivare a tutti? Se un brano è progettato così non ha anima. Anzi, spero di non piacere a tutti ma che anche pochi, anche fossero tre, si innamorino della mia arte”.

 

Nessun compromesso, dunque, nessun tentativo ruffiano, solo e semplicemente Rose Villain: “Da quando ho iniziato a sentirmi artista ho sempre vissuto questo dualismo, anche nel mio nome: ho un lato nostalgico e dolce molto pronunciato, come ce l’ho più duro e confident. In più ho questa voglia di essere urban e rap, non voglio rinunciare alle mie due parti. Sarà un rischio andare a Sanremo con un pezzo che ha due vite e due mondi, ma io voglio essere me stessa”.

Rose Villain - © Federico Earth

ACCETTARE L'IMPERFEZIONE

Anche a costo di scontentare qualcuno con un testo che può sembrare controverso: “Sono consapevole e in prima linea quando c’è da esporsi sui diritti delle donne, mi sono sempre professata femminista, ma secondo me deve esserci spazio per una donna femminista che possa essere passiva in una relazione, non perfettamente in linea con ciò che vorrebbe essere. Noi combattiamo per i nostri diritti, vogliamo la parità dei sessi, ma siamo le prime vittime di una società millenaria, le prime a essere succubi di noi stesse. Deve esserci spazio per l’imperfezione.

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IL RAPPORTO COL MARITO E PRODUTTORE SIXPM

Rose parla del rapporto con Sixpm, suo marito, produttore e coautore del brano: “Poter festeggiare ogni piccola vittoria con lui, condividere frustrazioni e ansie, affrontarle in due ci salva un po’, o forse no... In studio lui è molto duro con me, io molto dura con lui. Sappiamo quanto è forte l’altro, quanto vale, cosa può fare. Finché non diamo il massimo ci martelliamo tantissimo. Poi lui riesce a resettare tutto appena usciamo dallo studio, io gli tengo il muso e vorrei strozzarlo”. E se lui lavora con altri artisti, cosa che a Sanremo accadrà con Sangiovanni, nessun problema: “Sono la sua fan numero uno, più fa produzioni più soldi porta a casa – scherza -. E poi Sangio è un bravo ragazzo, sono contenta che lavori con ragazzi più giovani…”. Continua ad alternare la serietà alle battute: “Secondo me rubacchia un po’ le mie idee e le dà agli altri”, sorride prima di raccontare di un altro uomo importante per lei, il padre: “Una persona dolcissima che mi ha sempre supportato, mi ha sempre creduto e ci ha sempre creduto. E ora comincia a vantarsi coi suoi amici”.

UNA GIORNATA INCREDIBILE

Poche indicazioni sui look che porterà al Festival, solo la volontà di “non coprire la musica, di tenerla al centro” e l’avviso che “sarà diverso da quello che il pubblico si aspetta da me”. La voglia di esibirsi è tanta, e se ripensa al giorno in cui è arrivato l’annuncio della sua partecipazione il suo volto diventa luminoso: “Qualcuno mi ha detto che il 3 dicembre è il mio nuovo compleanno. Una giornata incredibile, non sapevo di essere dentro Sanremo, ci speravo e ci credevo tanto”. Era il giorno del suo primo live a Milano, ai Magazzini Generali (LEGGI LA RECENSIONE), “con tutti i miei amici, con tutta la mia famiglia. Per me è più difficile esibirmi davanti a loro e infatti non sono riuscita a cantare Monet, il brano che racconta il lutto per la morte di mia madre, mi sono messa a piangere: è stata una grandissima emozione”.

 

Sanremo sarà un’occasione da condividere con tanti altri artisti giovani e “tanti amici” con cui fare “una combutta pazzesca”, ma anche di misurarsi con i mostri sacri della musica italiana: “Fremevo all’idea di incontrare Fiorella Mannoia e Loredana Bertè, di cui sono una grande fan. Ma Fiorella mi ha dato qualcosa che non mi aspettavo, di avvolgente e materno. Il giorno dopo mi ha rivisto, mi è corsa incontro e mi ha abbracciata: dovessi fare una cena con uno solo dei partecipanti a Sanremo, sarebbe Fiorella”.

Se vincesse una donna...

Il desiderio è quello di una vittoria di una donna dopo dieci anni, come accadde a Elisa con Luce, uno dei suoi ricordi sanremesi da spettatrice, “con quel vestito bianco che credevo fosse un angelo”. Ma non perché così deve essere, perché è il momento di lanciare il messaggio, “no, perché siamo forti e non è giusto che si venga penalizzate per il genere, deve vincere la canzone migliore. Siamo meno, nove su 30, ma stiamo crescendo anche grazie al rap e a rapper come Cardy B e Nicky Minaj. C’è disparità ma non durerà ancora a lungo”. Mentre per il Fantasanremo si dice “pronta a tutto ma non a umiliarmi, niente papalina o entrare sul palco in triciclo, niente di disruptive rispetto alla performance. Però se essere dignitosamente brilli porta punti, penso che possiamo fare qualcosa…”.

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IL NUOVO ALBUM IN USCITA L'8 MARZO

Dopo Sanremo ci sarà il nuovo album, Radio Sakura: “Esce l’8 marzo, non una data casuale. Volevo che fosse vicino alla primavera. È un po’ il sequel di Radio Gotham, che era un disco con tanta frustrazione. Dopo la sua uscita è come se le persone mi avessero finalmente capita… quando si parla di cose come il lutto o i disturbi psichici si fa sentire qualcuno meno solo e questa connessione mi ha fatto sbocciare come donna e come artista: la sakura rappresenta un po’ questo, la fioritura dei ciliegi, un momento di fugace bellezza; è il mio momento di fiorire, un disco che si è scritto da solo, la musica migliore che abbia mai fatto”.

 

Ma Rose continua a nutrire anche ambizioni internazionali, con lo sguardo rivolto anche all’America: “Averci vissuto penso mi abbia dato una grande ambizione artistica, con una ricerca del suono che sia di qualità, mi sento molto internazionale quando faccio musica e spero che si colga il mio vissuto di 14 anni a New York. Mi piacerebbe rappresentare un po’ l’Italia nel mondo, oltre ai Maneskin, cantare ancora in inglese visto che sono praticamente madrelingua. Perché no?”.