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Calcutta in concerto a Mantova, c'è il Relax ma il cuore batte sempre a mille

Musica

Fabrizio Basso

Un'ora e mezza sul palco per questo cantautore che con le sue canzoni costruisce ogni sera un viaggio umano differente. IL RACCONTO DELLA DATA ZERO

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E' Coro a introdurci nel Relax che Calcutta ha costruito per questo suo tour invernale. Un testo ironico stile coro (appunto) alpino. Sono da poco passate le 21 quando il cantautore di Latina sale sul palco del PalaUnical di Mantova per celebrare la data zero. Un concerto luminoso, ipnotico lungo poco più di un'ora e mezzo durante la quale, accompagnato da una band fantastica impreziosita da Francesca Palamidessi, accompagna il suo pubblico in un viaggio umano unico, intenso. Il palco è un puzzle di schermi di varie misure che diffondono immagini e colori, con un Controtempo che si chiude in una esplosione fucsia. Il palazzetto è un coro costante: "Sono molto emozionato -dice Calcutta- da tanti anni non suoniamo. Siamo qui da una settimana ma di Mantova ho visto solo la zona del palazzetto…e il prossimo brano si intitola Orgasmo!" Uno slip stilizzato appare sullo schermo che poi si trasforma in una città che sembra un presepe, come portare in processione l’amore sacro e l’amore profano, per citare Fabrizio De Andrè. Il finale è Calcutta stesso come unito dai puntini delle parole crociate.

Milano è una carezza resa inquieta dal serpente col volto di donna che appare sullo schermo; è il momento della prima luminaria di cellulari che accende un finale tra fantasy e cartoon. Ora si spreme la Limonata con quel tipo di gente che non va proprio giù. L'emozione e la voglia di festa sono tante: "Grazie mille grazie mille grazie mille, vi è piaciuto finora il concerto? Ora vi canto un pezzo del nuovo album che mi ero dimenticato e ho deciso di inserire nel disco!". È Loneliness che viaggia animazione, comete e galassie. Giro con te è un rincorrersi di suggestioni metropolitane tra Google Maps, autostrade e paesaggi urbani: ha un finale quasi Prog, alla Emerson Like & Palmer, che spinge un universo impazzito. "Sono abbastanza intonato?", chiede e al boato del pubblico replica "e allora vado con Hubner", altro suo brano iconico. Dedica Ghiaccioli a una persona che non puoi essere con in tour: sarà per questa premessa che il salto della rana che si muove sullo schermo pare un volo pindarico che diventa un salto nel vuoto. Le Barche ha una messa in scena da Intelligenza Artificiale anche se "comunque andiamo a Peschiera…e poi sono uscito stasera ma non ho letto l‘oroscopo"...ed ecco Oroscopo che con Sorriso e Gaetano sono trionfali. Per affrontare le preoccupazioni del concerto non può che esserci Preoccuparsi e poi emerge tutto il genio di chiamare una canzone Frosinone: alza l’asta del microfono e questo brano è un rito collettivo come il "Frosinone in serie A...io ti giuro che torno a casa e non so di chi". Altro momento dedica: "Al fonico Daniele Gennaretti dedichiamo una canzone che lo capite quando inizia quale è": si tratta di Del Verde "ci vorrebbe una notte soltanto per viaggiare ma dovrebbe essere un viaggio infinito". SSD (che sul finale diventa, sul display in altro sopra il palco, anche lsd) ha una sua simbologia visiva che va dalle stelline di Natale a disegni esoterici fino a un accenno dell’uomo vitruviano di Leonardo in versione 2.0. Che poi nei suoi testi nulla è esoterico, è una finestra aperta sull’animo umano. Il finale, composto da quattro brani, è da brividi con Allegria, Paracetamolo, Pesto e Tutti Falliti. La festa è finita ma a tutti sempre "batte il cuore a mille".

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