Francesca Palamidessi: "Madreperla è un labirinto di difficoltà e talento"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

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L'artista romana racconta un momento complicato della sua vita in dodici canzoni. Un concept album emotivamente forte ma che nel finale si apre alla luce di una nuova vita. L'INTERVISTA

Madreperla è il terzo progetto discografico solista della cantante, produttrice e artista multidisciplinare Francesca Palamidessi. L'album rappresenta il compimento dell’evoluzione di un sound che è il risultato di anni di esperienze che l’artista romana ha maturato in formazioni collettive come compositrice e cantante. Madreperla è il risultato di un anno di lavoro ed un concept album basato su un'esperienza personale che ha lasciato il segno nella sua vita. L'intero progetto ruota attorno al significato simbolico di due elementi del mondo naturale: l'ostrica e la perla.

Francesca l’album si muove su tre piani: quello testuale, quello di produzione e suoni e più c’è la componente personale, umana che credo sia l’amalgama. Raccontami questo anno intenso di lavoro.
Il tuo punto di partenza è corretto. Ci sono le varie applicazioni di quello che voglio fare, l’esigenza era un disco con la produzione nelle mie mani e il suono come elemento compositivo. E’ la prima volta che scrivo già producendo. Ho avuto poi una esperienza personale che mi ha guidato e c’è il racconto di un anno della mia vita spalmato in dodici tracce, quasi un traccia per mese anche a livello cronologico. Mantenere i tre piani è stato difficile perché a volte uno oscurava gli altri, ma avendoci lavorato a lungo su questo progetto ho trovato il giusto equilibrio.

Una caratteristica storica della tua musica è dare ai suoni una essenza palpabile, quasi tridimensionale. Ogni volta che li ascolti diventa una esperienza, anche quando devi rivivere momenti difficili: è un dono o una condanna?
Assolutamente sì. Ho una formazione nel sound design che sto applicando fortemente nella dimensione musicale. Nello stesso brano convivono diverse stanze che vengono percorse dall’ascoltatore. E’ un disco molto difficile da affrontare a livello personale ed emotivo.

Correre tra le siepi di un labirinto, come dici in Circles, Corners non sempre porta all’uscita. Pensa al labirinto di Shining. Ci pensi al rischio?
Nessun percorso ha via d’uscita, l’idea di labirinto è sì spaventosa ma nella mia idea di vita e di musica è semplicemente una serie di percorsi che si ripetono e ogni voltano portano a scoperte, a dettagli nuovi. Creo un labirinto con dettagli nuovi e diversi nel corso della vita, sta a noi cogliere noi stessi ed evolverci. E’ il nostro labirinto ed è plasmato su difficoltà e talenti.

“Ho perso tutti per trovare me”: è lì che ti ha guidato la luna tra mille rotte?
Citi una fase molto importante del disco. Quella canzone e Madreperla sono quelle che più racchiudono il messaggio valoriale del disco.

Ultramarine mi ha dato il senso della confusione interiore: non vuoi sprecare tempo e liberati di tutto ma anche “con te non vedo l’ora di iniziare a stabilire nuove regole nuove leggi un nuovo codice di giusto o sbagliato”. E’ una fine che diventa un nuovo inizio? Anche in The Oath parli di “un giuramento vivace e vincolante” come se non potessi stare senza regole.
Ultramarine è il racconto della prima fase del dubbio all’interno di una relazione, la prima messa in discussione di qualcosa che era dato per scontato e buono nella vita. Le fasi di questa realizzazione non sono lineari nella mia vita e dunque nella mia musica. Sono fasi che si alternano e ripensamenti; The Oath rappresenta l’ultimo grade dubbio e infatti sta prima della realizzazione solida di una evidenza che è in Madreperla.

Run si ripete ossessivamente: corri verso qualcosa è lontano da qualcosa?
Corro lontano da qualcosa. E’ proprio una fuga molto fisica e poco intellettuale, poco razionale, poca testa e tanta pancia.

Dopo Obsidian non potrai più dire che non hai saputo come va l’amore: ne sei conscia?
Questo brano a livello tematico è la nuova informazione su cosa può essere l’amore. Quando ci diamo la possibilità di mettere in discussione quello che già c’è allora possiamo scoprire nuove forme di amore.

“Mi vedo meglio senza futuro” è un verso un po’ inquietante. Il passato resta dietro lo specchio: ci hai fatto pace? Anche in Pianeti il mantra è “mi ricordo di te”…quasi fosse una ossessione.
Ho un rapporto tormentato con i ricordi e il passato. Il mare nel Fiume voleva accostare alla tematica della relazione sentimentale il rapporto con se stessi. Il passato nostro entra nella relazione e diventa centrale, mi confronto con me stessa e so che in quel momento non ho i mezzi per affrontare la relazione per via di un rapporto conflittuale col passato. Con questo disco ho risolto molte cose del passato, le ho comprese, è stato un lavoro catartico. Mi ha dato una  coscienza molto più grande.

“Il mio unico rimpianto è non saperti stare più vicina”: ti chiedo il senso di quel più, ovvero più vicina in senso fisico oppure è una lontananza totale? Perché la differenza non è poca.
Lo ho inteso come un non riuscire a mettere insieme se stessi con gli altri, quindi sono più vicina perché la mia natura mi porta a essere apprensiva e presente verso gli altri e in un momento per me difficile è complicato esserci come si dovrebbe.

“E’ un mestiere Ci vuole fiducia Infinita pazienza Guardarsi dentro Non giudicare”: è la formula dell’amor perfetto?
Per se stessi in primis. Non se ne parla abbastanza del fatto che senza amore per se stessi, che si costruisce con lavoro, impegno e tempo passato a esercitarsi, non può esserci il giusto amore per gli altri. E’ uno step fondamentale per pensare di condividere la vita con qualcuno. E’ la chiave per aver un altro vicino e pure per stare bene da soli.

Alla fine possiamo dire che sei un fiume che è diventato oceano? Che hai fiducia in quello che senti…”I have faith in what I feel, in that I feel”?
L’ultimo brano è un raggio di speranza. E’ una traccia creata per me stessa, per dare uno slancio tematico a quello che scriverò in futuro. Credo di avere trovato una luce e ho fede nella vita e in quello che capiterà. Non sarà facile ma è un bel messaggio da condividere col mondo.

Cosa accadrà nelle prossime settimane?
Ora mi concentro sull’uscita del disco e quello che comporta. Il live è pronto ma inizierò l’anno prossimo perché a breve sarò in tour con Calcutta e sono molto contenta di questa esperienza. Inoltre ho già pronto ingente materiale e sto pensando di racchiudere quello che non è finito in Madreperla per motivi tematici in un altro lavoro più eterogeneo. Vorrei un disco meno rivolto alla mia interiorità, rivolto più all’esterno.

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