Take That, un nuovo album e un tour nel 2024: "Orgogliosi della nostra carriera"

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

Un nuovo album, This Life, in uscita il 24 novembre. Un nuovo tour che li porterà in Italia per quattro date a luglio 2024. La passione per la musica, che li unisce oggi più che mai. E l’amore per l’Italia: abbiamo incontrato Gary Barlow, Mark Owen e Howard Donald: in un’intervista a Sky Tg24 hanno raccontato le loro nuove sfide, i sogni e  la gratitudine nei confronti dei Take That, a più di 30 anni dalla loro formazione. E sulle boyband di oggi dicono: “Difficile trovare qualcuno che ci assomigli”

Incontriamo i Take That a Bologna, alla Unipol Arena: è uno dei tanti palazzetti che, nel 1995, li ha visti protagonisti di un tour a dir poco trionfale nel nostro paese. Delle fan italiane, e di quei momenti, hanno ricordato molti dettagli (e molto belli) nel loro podcast, che ricalca il nome del loro nuovo album “This Life”, in uscita il 24 novembre, pubblicato cinque anni dopo l’uscita di “Odyssey”: “Le fan italiane erano pazzesche…ci seguivano ovunque. Che momenti incredibili abbiamo vissuto”. Prima di iniziare la nostra intervista abbiamo ricordato proprio quel tour e quei concerti incredibili, ma senza nostalgia: quello che traspare negli occhi di Howard, Gary e Mark è un senso di appartenenza incredibile a questo gruppo ma soprattutto tanto orgoglio nell’aver creato un pezzo di storia nella musica. Sono in Italia per uno show, ma non vedono l’ora di tornare l’anno prossimo, per quattro date dal vivo (Marostica, Roma, Trani e Bologna tra il 7 e l’11 luglio 2024) in cui porteranno successi storici ma anche le nuove canzoni. Abbiamo parlato un po’ del passato, certo, ma soprattutto di presente e futuro, di come i Take That, una delle primissime boyband di successo, siano riusciti ad evolversi nel corso degli anni. E di quanto sia importante avere una propria identità musicale, soprattutto in un gruppo.

 

“This Life” è il risultato di un processo creativo collettivo: questo album ci rappresenta al meglio

Gary Barlow: Fare nuova musica è sempre la parte più bella e divertente del nostro lavoro. Ti fa sentire vivo, nuovo, ti fa sentire come se non avessimo mai fatto un disco insieme: è qualcosa di nuovo. È sempre emozionante. Ma ciò che è ancora più bello è che siamo di nuovo in Italia: siamo sempre felici di tornare qui, nel vostro paese. Abbiamo parlato insieme, prima dell’inizio della nostra intervista, di quando siamo venuti a Bologna negli anni ’90…tornare in Europa e vedere tutti i nostri fan è sempre un’emozione grandissima. È davvero, davvero bello.

"Negli anni abbiamo sempre creato musica"

Dopo lo scioglimento dei Take That vi siete dedicati a progetti solisti, per poi tornare insieme con una formazione diversa rispetto a quella degli inizi. Nella scrittura di questo album avete portato parte dell’esperienza che avete fatto prima di ridedicarvi al progetto Take That?

Howard Donald: Nel corso degli anni trascorsi abbiamo sempre creato musica, senza sosta. Ogni volta che ti approcci ad un nuovo album guardi sempre a quello che hai fatto prima, nel passato, ma anche a quella musica che non è stata usata per i precedenti lavori. In questa circostanza, nello specifico per questo album, ci siamo mossi tutti in maniera diversa l’uno dall’altro: ognuno di noi ha iniziato a scrivere e il processo creativo, che inizialmente è stato individuale, è poi diventato collettivo perché abbiamo portato quello che avevamo fatto in una stanza. E abbiamo ascoltato tutto. Avevamo scritto dei brani molto belli: inizialmente erano quaranta tracce che, alla fine, sono diventate dodici. Il processo di scelta inizia con venti brani, che poi diminuiscono e diventano dodici per l’album finale. Questo lavoro è stato molto entusiasmante perché ci ha portato a Barcellona, New York, Savannah, Nashville e ci ha permesso di fare un’esperienza magnifica perché abbiamo lavorato con Dave Cobb, il nostro produttore.

Il lavoro con il produttore Dave Cobb

Howard Donald: Avevamo una canzone, Gary ce l’aveva fatta sentire quasi subito, dal titolo “Windows” sapevamo che avrebbe segnato il percorso da seguire per questo nuovo album: dovevamo solo trovare i giusti produttori per realizzarlo. Potremmo dire che c’era già uno stile ben definito che volevamo seguire e Dave Cobb era la persona perfetta per questa produzione. Ci ha portato nella bellissima Savannah, dove abbiamo registrato quasi tutti i brani del disco tranne uno. “Windows” è stato realizzato a Nashville, il resto del disco a Savannah. È stata una bellissima esperienza: visitare quei luoghi ci ha fatto trovare le sfumature che volevamo, anche soprattutto grazie a Dave Cobb: ha dato all’album il suono di cui aveva bisogno. Ha preso con sé, nel suo cuore, le nostre canzoni e ha dato il massimo.

 

 

approfondimento

I Take That sono tornati con il brano Windows

This Life Take That

Con questo album abbiamo trovato una nuova sintonia artistica

Mark Owen: La maggior parte della musica che ascolto adesso arriva dai miei figli: litigano per mettere le playlist in macchina, ascoltano un po’ di tutto. E grazie a loro io riesco a stare al passo con i tempi e a capire quello che succede. Per quanto riguarda noi, però, ritengo che, in tutti questi anni, siamo stati molto fortunati: nella maggior parte dei casi quello che vogliamo piace a tutti e tre, ed è bello. E andiamo avanti d’istinto. E quello che ci fa stare bene in uno specifico momento. Howard parlava della canzone “Windows”: quando era pronta, abbiamo immediatamente pensato: “Questo è il tipo di sonorità che vogliamo sviluppare e su cui vogliamo lavorare”. Ci sembrava giusta. Ma c’è sempre tanta nuova e buona musica. Noi seguiamo il nostro cuore e ci fidiamo di quello per noi è giusto.

In “This Life” l’identità dei Take That, come singoli e come gruppo

Gary Barlow: L’identità è tutto per un artista. Ho la sensazione che, quando sei un cantautore, dai tutto come identità, perché sei proprio tu a creare musica. Deve essere difficile trovare un’identità se non componi musica. Penso sia davvero impegnativo, ma siamo fortunati perché scriviamo tutte le nostre canzoni: quindi realizziamo quello che c’è qui, non aspettiamo che lo faccia qualcun altro. Lo facciamo noi. Non sempre lo facciamo bene, a volte andiamo in una direzione diversa che ci sembra giusta e forse non lo è. Ma poi si ritorna sulla vecchia strada. Questa volta abbiamo avuto un po’ di tempo dal nostro ultimo disco: un po’ di vita è andata avanti, con alcune parti del mondo pazze come il covid. C’è stato tanto tempo per pensare, e per valutare cosa sarebbe potuto succedere dopo… ma ce l’abbiamo fatta: abbiamo trovato quello che cercavamo con questo disco, abbiamo trovato le nostre voci, individualmente e come gruppo. Ci sentiamo tutti rappresentati in questo album. Siamo tutti lì. E la nostra identità è presente in tutto questo disco, nel profondo del suo cuore.

 

 

approfondimento

Take That, la band ha annunciato un nuovo album e un tour nel 2024

Cover singolo Take That

"Noi orgogliosi della nostra carriera. Nei nostri concerti hit del presente e molte del passato (difficile scegliere i brani!)"

Mark Owen: Siamo molto orgogliosi delle canzoni che abbiamo realizzato nella nostra carriera nel corso degli anni e siamo fortunati ad avere una lunga carriera. La parte difficile ora è quando guardiamo la scaletta e scegliamo quali canzoni lasciare fuori. A volte sì, è difficile scegliere. A volte mescoli un po’ il tutto, a seconda di quello che stiamo facendo potrebbe dare un po’ forma alla scaletta. Ma la maggior parte delle volte ci piace organizzare l’ordine delle canzoni nei concerti: ci sediamo, ci incontriamo, quasi ce le giochiamo, diamo valore alle nostre scalette. Quando cantiamo canzoni come "Could it be magic", è divertente perché sono 30 anni che eseguiamo quella canzone: ogni volta che la cantiamo è come se fosse la prima volta che la facciamo in molti modi. È una vera gioia. "Back for Good", canzoni come "Patience"... siamo fortunati. Penso che abbia acquisito quel valore perché ci piacciono le nostre canzoni. Noi stessi siamo fan delle nostre canzoni! Funziona bene. Diciamo che nel nostro show c’è una buona selezione di canzoni.

Difficile trovare oggi una band che ci assomiglia. Negli anni Novanta tutti si paragonavano a noi

C'è qualche gruppo di oggi che vi ricorda i Take That degli inizi?

Howard Donald: All’inizio della nostra carriera, quando ci hanno messi insieme, l’idea era di essere come i New Kids On The Block: questa era la visione del manager. E questo è accaduto, allora. (noi volevamo essere come Madonna! dice Mark sorridendo) Ora, però, ci siamo evoluti: per quanto balliamo sul palco, amiamo ballare e se scendiamo dal palco senza aver sudato sentiamo di non aver fatto un concerto abbastanza bello. Ora ci consideriamo più come un gruppo di armonie vocali. In questo ultimo album abbiamo deciso di inserire più armonie, più voci in ogni traccia, cantando tutti insieme nelle strofe. Non sono proprio sicuro di quale paragone potremmo fare con tutti i gruppi che ci sono adesso... il fatto è che ora siamo solo tre (e non cinque, come agli inizi). Non lo so: in realtà è difficile paragonarci a chiunque altro al momento, ma ovviamente negli anni Novanta tutti volevano paragonare i loro gruppi ai Take That perché eravamo i primi nel Regno Unito, in Europa. E questo forse è qualcosa di bello.

Ai nostri concerti generazioni di persone (e c’è chi ci segue da 33 anni)

Gary Barlow: Siamo molto fortunati, lo siamo davvero. Facciamo quello che ci piace, sì. Siamo stati molto fortunati perché abbiamo ancora dei fan che ci seguono da 33 anni, sin dall’inizio della nostra carriera e sono ancora qui. E ora portano i loro figli! Prima c’erano le mamme e i papà. Ai nostri concerti vediamo più generazioni di persone, e ne siamo felici. Gli artisti non sono nessuno senza pubblico e il nostro pubblico è con noi da anni e anni e ringraziamo tutti, tantissimo: è qualcosa di meraviglioso.

 

 

approfondimento

Take That la reunion è in streaming: la recensione

Le date del tour in Italia

THIS LIFE UNDER THE STARS - TOUR 2024

7 Luglio - Marostica, Piazza Castello

8 luglio - Roma, Auditorium Parco della Musica - Cavea

10 luglio - Trani, Piazza Duomo

11 luglio - Bologna, Sequoie Music Parck - Parco Caserme Rosse

approfondimento

Take That, la reunion di Williams, Owen, Barlow e Donald Il LIVEBLOG

Spettacolo: Per te