Drusilla Foer: “Il futuro è una moltitudine di cambiamenti”

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Officine Fotografiche Firenze

L'album si intitola Dru e raccoglie tredici tracce (dodici sono inediti) scritti da autori di differenti generazioni. L'INTERVISTA

Tredici tracce, di cui dodici inediti scritti da autori di ogni generazione, per un disco che svela nuove tonalità nell’espressione artistica di Drusilla Foer. Si intitola Dru l’album d’esordio e arricchisce un mondo profondo e colorato. Pubblicato da BMG e prodotto da Best Sound, la storica etichetta di Franco Godi che del disco cura personalmente la direzione artistica e gli arrangiamenti, Dru ospita come autori Pino Donaggio e Maurizio Piccoli, Pacifico e Vittorio Cosma, Mariella Nava, Giovanni Caccamo, Mogol e Donida, Tricarico e Luca Rossetti. Ognuno di loro ha creato piccoli quadri su temi diversi, l’amore naturalmente, ma anche la guerra, l’avversione per il pregiudizio e altri temi da sempre cari all’interprete, con grandi aperture sonore, in uno spettro emotivo nel quale Drusilla si è saputa riconoscere. Oltre a loro hanno composto due brani Ditonellapiaga e Fabio Ilacqua. Il 7-8-9 dicembre Drusilla Foer terrà sei concerti al Blue Note di Milano, dopo la one-night in anteprima del 5 ottobre. Inoltre in ottobre Drusilla Foer presenta l’album in alcuni incontri organizzati con Feltrinelli: si parte oggi, venerdì 6, a Milano nello store di Piazza Piemonte, martedì 10 al Porto Urbano di Torino, giovedì 19 a Roma, Officina Pasolini, lunedì 23 al Teatro Mazzacorati di Bologna, martedì 24 a Venezia nell’ambito del Festival delle Idee e venerdì 27 a Firenze, alla Feltrinelli di Piazza della Repubblica.

Drusilla quando nasce il progetto dell’album?
Sono tre anni che lavoriamo al progetto. Per me la scrittura musicale è impossibile, dovrei stare con un compositore una settimana in una casa per provarci. All’inizio ho avuto timore, lo confesso. Ma da metà del lavoro in poi è stata chiara l’idea dell’album perché abbiamo capito l’identità musicale e rinunciato all’occhieggiamento della modernità del linguaggio. Ma non lo abbiamo fatto per snobismo, sia chiaro
C’è una parola che per te è sinonimo di futuro?
Si ed è rivoluzione. Che può tradursi in rivalutazione dei fatti, di sé, del punto in cui si è nella propria vita. Rivoluzione è stare in linea con ciò che si sente e fare convogliare tutto verso un cambiamento, lì immagino il futuro, in una moltitudine di cambiamenti.
Il prossimo sogno invece?
Sarebbe di doppiare un cartone animato e poi di raccontare la mia e le nostre vite ma non so con quale linguaggio. Mi piacerebbe raccontare la generosità con cui sono stata accolta raccontandomi. Anche i termini della narrazione dovranno essere leali, non si può prescindere dalla lealtà emotiva e intellettuale.
Racconti un mondo fantastico. Ma oggi ci sono ancora tanti pregiudizi.
Una mia amica dice che sono come Camilla Parke Bowles che a un tratto sono diventata regina. All’inizio, soprattutto in teatro, facevo fatica a spiegare chi ero, perché lo facevo e cosa sentivo. Oggi la mia vita artistica è cambiata perché la gente mi ascolta e non mi percepisce come una scorciatoia web. Mi sono presa la responsabilità dell’ascolto e non ho più sentito il pregiudizio, magari è sordità emotiva. Non ho sofferto di pregiudizi ma ho sofferto di altro.
Una cosa che non ti manca è il senso del rispetto.
Spesso sostengo di dialogare con me stessa. Questo genera inciampi esperienziali imperdonabili, a volte soffro di miopia verso me stessa. Però se si ha l’esperienza del rispetto di sé si può avere il rispetto dell’esperienza dell’altro.
Giorno a Urlapicchio è un omaggio al poeta Fosco Maraini.
Sono partita dal suo libro Gnosi della Fanfole per capire l’inutilità del concetto di termine: si chiama così perché termina nel momento in cui si pronucia. A leggere i suoi componimenti sono rimasto incantato come un bambino davanti a un Unicorno per il suono della parole. Poi gli dovevo riconoscenza per il concetto di parola recitata: l’emozione arriva attraverso il suono e non attraverso il senso della parola.
Fortunato in amore?
Ho molto amato e sono stato amato. Raramente mi sono innamorato, più spesso mi sono trovato un amore…e ho pensato al karma.
Fortunato nella vita?
Ho fatto l’infermiera, ho dipinto, recitato, cantato…mai mi sarei creduto che tutto sarebbe confluito in questo imbuto, è stata una bellissima sorpresa, mi ritengo una persona fortunata.
Buonanotte Rossana è un inedito di Lelio Luttazzi.
Ho conosciuto Rossana, sua moglie, che mi manda sempre un messaggino di alleanza prima degli spettacoli. La personalità di Lelio mi è molto vicina, con la botta di melanconia che lo rende un personaggio così contemporaneo che tutti dovrebbero conoscerlo e mi riferisco ai ragazzi.
Pensi al Festival di Sanremo?
Per Sanremo serve una bella canzone, non si può andarci per andarci. Ci ho passato delle belle ore, mi sono divertita sempre e dunque devo tornarci con una bella canzone. La canzone è narrazione e in quei minuti devi dire qualcosa di te e del tuo pensiero.

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