Protagoniste dei primi due episodi della serie audio, che è basata sull'antologia The Lyrics: 1956 to the Present scritta dal frontman dei Fab Four e dal poeta premio Pulitzer Paul Muldoon, sono le canzoni Eleanor Rigby e Back to the U.S.S.R.
Paul McCartney ha lanciato i primi due episodi del nuovo podcast A Life in Lyrics, la serie audio basata sul libro The Lyrics: 1956 to the Present scritto dal frontman dei Beatles e dal poeta premio Pulitzer Paul Muldoon che raccoglie conversazioni sui testi di 154 brani scritti da McCartney nel corso della carriera. Il podcast in 12 episodi, in uscita a cadenza settimanale, propone una versione ridotta degli aneddoti dell’antologia e tornerà con una seconda stagione di altrettante puntate nel febbraio 2024.
ELEANOR RIGBY
Il primo episodio del podcast è dedicato a Eleanor Rigby, brano tratto dall’album dei Fab Four Revolver del 1966. La canzone, ispirata in parte all’esperienza come boy-scout di McCartney che allora svolgeva lavoretti per persone anziane, prende il titolo da un nome letto su una lapide in compagnia di John Lennon e contiene il verso "wearing a face that she keeps in a jar by the door" ispirato all’amore della madre per le creme. Il frontman del gruppo ha raccontato le origini dei nomi dei personaggi principali del testo e i complimenti del poeta della Beat Generation Allen Ginsberg, che ha definito l'opera “una grande poesia”. Per McCartney, il brano è come un film: “Ci sono due protagonisti che sono soli; lei, e poi lui. Non c’è compassione per lui, ma lui è solo. Così “all the lonely people now” diventa il ritornello. Lei muore e lui è quello che la seppellisce: si pulisce le mani, si allontana dalla tomba, “no one was saved””. Per la musica, invece, il cantautore ha tratto ispirazione anche dagli archi ripetivi e taglienti della colonna sonora di Bernard Herrmann per il classico dell’horror Psycho di Alfred Hitchcock.
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BACK IN THE U.S.S.R.
Il secondo episodio del podcast è dedicato a Back In the U.S.S.R., l'ironico brano tratto dal The White Album del 1968 che contiene le influenze di Chuck Berry e dei Beach Boys. Come riportato da NME, tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta l’Unione Sovietica aveva vietato l’importazione e la riproduzione della musica dei Beatles e di molti altri artisti dell’Occidente. "Tutti in Russia tornano al periodo dei Beatles e ricordano di aver dovuto contrabbandare dischi" ha raccontato McCartney. "Non volevi che le autorità sapessero che stavi ascoltando questo gruppo proibito, e in realtà ci piaceva l’idea di essere contrabbandati come i jeans Levi’s. È stato come un vero arrivo culturale”.