Robbie Williams, la recensione del live al Lucca Summer Festival 2023

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La stella britannica torna a infiammare la scena italiana dopo le due date trionfali indoor di gennaio. Lo show è un tributo a venticinque anni di successi, sulla scia della raccolta XXV, agli anni Novanta, ai Duemila e a chi, come lui, li ha resi grandi

“Let Me Entertain You”, un invito a divertirtisi insieme, oggi come venticinque anni fa. Con questo spirito Robbie Williams si è preso la scena a Lucca per l'ultimo show del Lucca Summer Festival 2023, allestito sulle Mura Storiche in un'area per oltre ventimila persone. La tournée, il XXV World Tour, è una festa che celebra un quarto di secolo di successi da solista del cantautore britannico che è tornato in Italia per un'unica data dopo gli show sold-out dello scorso gennaio dell'Unipol Arena di Bologna. Prima di lui si esibisce Diodato che aveva sentito Williams anni prima insieme a una sua ex, molto fan della star britannica.

La più grande icona pop (prima di Harry Styles)

Robbie Williams, l'ex Take That, il golden boy del pop britannico - dopo Elton John, certo, ma prima di Ed Sheeran ma soprattutto di Harry Styles, indicato in alcune interviste come erede del suo regno - artista da oltre ottantacinque milioni di album venduti nel mondo e detentore di traguardi quasi inarrivabili tra vendite di ticket, numero di singoli primi in classifica e Brit Awards (18!), è tornato in Italia per dire grazie a chi ha fatto della sua vita una magnifica storia da raccontare.
Il racconto della sua storia che si dipana in altre mille, corrispondenti alle fasi alterne ma sempre brillanti della sua carriera, è parte dello spettacolo messo in piedi per celebrare venticinque anni di hit di cui tutti nel pubblico conoscono le parole. Si inizia fortissimo, dopo l'intro, con la sequenza Let Me Entertain You, Moonsoon, Strong e Come Undone, pezzi da vertici delle classifiche che hanno traghettato l'autore dal vecchio al nuovo millennio in un crescendo di fama e trionfi.

Robbie Williams PhotoCredit- Leo Baron  Farrel Music Ltd_b

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Intrattenitore da oltre trent'anni

Da vero intrattenitore, il quarantanovenne del Regno Unito usa il microfono per raccontarsi tra una canzone e l'altra, con l'irriverenza e la spavalderia di chi sa di essere stato letteralmente sulla cima del mondo, oltre trent'anni (calcolando anche quelli con i Take That) di felicità, tristezze, ansie, dipendenze e poi di nuovo trionfi, gli ups and downs che solo i grandi sanno affrontare restando sempre cool.
I dialoghi più divertenti sono quelli col pubblico delle prime file a cui Williams si rivolge senza aver paura di sporcare la scaletta o di interrompere una canzone (è successo con Could It Be Magic, cover di Barry Manilow con la sua voce in primo piano, terminata bruscamente per rimproverare uno spettatore che andava verso i bagni: “Come osi andare alla toilette mentre canto la mia prima canzone coi Take That?”). Oppure, a un'altra fan: “Hai ventinove anni? Come mi conosci? Mi dispiace, questa sera qui non si esibirà Harry Styles!”. E poi, sempre a lei: “Per favore, quando torni a casa parla di me ai tuoi amici”.
Williams fa ironia sui suoi quasi cinquant'anni quando, seduto sul palco, precisa:”Non è perché sono vecchio, è colpa della troppa pasta”. Impossibile non farsi travolgere dalla sua verve.

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L'icona e il sex symbol

Consapevole del passare del tempo ma anche della sua forza, Williams vestito tutto d'oro (con pantaloni di pelle e canotta scintillante di paillettes, un po' la sua divisa per questa tournée), si diverte e inserisce in scaletta brani che non sono suoi, da Land of 1000 Dances di Kris Kenner a Don't Look Back in Anger degli Oasis che, dopo il primo ascolto a Glastonbury - racconta - cambiò la sua vita e il suo modo di scrivere per sempre. Williams, l'artista singolo più rappresentativo della sua generazione, quello dei trecentomila di Knebworth nel 2003 e stella del Live 8 del 2005 visto in diretta tv da due milioni persone, paga il tributo ai miti della sua vita e agli anni Novanta, epoca in cui - dice, da sex symbol consumato - ha cercato di amare letteralmente e fisicamente tutte le sue fan, una per una.

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In scaletta anche i brani dei Take That

Williams, oggi marito fedele padre di quattro figli, si unisce poco convinto alle coreografie delle sue ballerine ricordando quando danzava con i Take That, uno dei cinque ma il più talentuoso, pronto a conquistare i riflettori alla prima occasione. La scaletta si snoda tra The Flood, cantata anche con gli ex compagni d'avventura nelle varie reunion, a Candy, Feel e Kids, hit potentissime degli anni di MTV che tutti cantano tenendo a mente le immagini dei videoclip del giovane Robbie coi capelli rasati e gli occhi limpidi. I video dell'epoca compaiono sui maxischermi quando nell'encore è il turno di No Regrets, She's The One (dedicata a una fortunata fan della prima fila) e Angels (nominata nel 2005 Miglior singolo britannico degli ultimi venticinque anni). Chiude senza Millennium ma con un cambio look, una vestaglia che somiglia a un mantello, adatto a un vero protagonista della musica che conta.

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