Robbie Williams ha raccontato l'impatto mentale che la fama ebbe per i Take That

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©IPA/Fotogramma

Dipendenze, crolli mentali e riabilitazione: il cantante alza il velo sui disagi causati dal successo

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Robbie Williams è stato uno degli idoli di un’intera generazione cresciuta tra gli anni Ottanta e Novanta con il mito dei Take That, boy band pop inglese che ha spopolato fino ai primi anni Duemila. Il cantante ha poi preso un’altra strada, ha intrapreso la carriera solista e anche qui ha riscosso un enorme successo. Ma inevitabilmente la carriera con i Take That ha segnato la sua vita professionale e privata, e ha segnato anche quella degli altri componenti del gruppo, come ha lui stesso raccontato in un podcast di Zane Lowe per il suo Apple Music 1 show. 

I dettagli rivelati da Robbie Williams

Robbie Williams ha raccontato in particolare di quanto accadde a Gary Barlow, per molti anni leader della band, a cui il successo non ha regalato la felicità che, dall’esterno, ci si potrebbe aspettare. “Soffriva di bulimia, non usciva di casa, si addormentava sotto il pianoforte perché aveva dimenticato come si scrivevano le canzoni. Era incredibilmente depresso. Ha cambiato il suo nome sulla carta di credito perché non voleva che le persone vedessero Barlow”, ha detto il cantautore, svelando dei retroscena inediti della vita all’interno dei Take That. Quindi, Williams, ha aggiunto: “Howard Donald voleva suicidarsi dopo aver lasciato i Take That. Mark Owen è stato in riabilitazione e Jason Orange non ci riesce. E poi ci sono io, la salute mentale, la riabilitazione, la dipendenza, c'è tutto questo. Quindi questo è ciò che fa davvero essere in una boyband”.

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L’idea del documentario

Sono parole forti quelle di Robbie Williams, che sollevano il velo su ciò che viene spesso taciuto e nascosto, lasciando che giovani e giovanissimi immaginino un mondo che, in realtà non esiste e che ambiscano a entrare in un ambiente che, a volte, può essere crudele. Anche per riportare la realtà dei fatti, Robbie Williams vorrebbe realizzare un documentario sull’impatto che la fama ha per le boyband, coinvolgendo anche gli One Direction, che per molti sono i diretti discendenti di ciò che furono i Take That.

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