The Weeknd a Milano, più di un concerto: il suo è uno show da vero "The (pop) Idol"

Musica
Valentina Clemente

Valentina Clemente

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MILAN, ITALY - JULY 26: The Weeknd performs at Ippodromo Snai La Maura on July 26, 2023 in Milan, Italy. (Photo by Francesco Prandoni/Getty Images)

Annunciato, confermato: per la prima volta The Weeknd arriva a Milano e lo fa con il suo tour “After Hours til Dawn Tour” Due date sold out, centosessantamila persone totali, uno show che conferma l’artista canadese un vero Pop Idol. Con lui, sul palco, ventiquattro ballerine-vestali del fuoco e dell’arte di Abel Tesfaye, vero Starboy della musica internazionale che, come scenografia, sceglie New York e i suoi maestosi grattacieli. Siamo stati al primo dei due concerti: ecco il nostro racconto

 

Partiamo da un presupposto, non importantissimo, ma probabilmente interessante: avevo già visto The Weeknd lo scorso anno a Coachella insieme a Swedish House Mafia, headliner del terzo ed ultimo giorno (di entrambi finesettimana). Gli artisti erano stati scelti dopo il forfait quasi all’ultimo minuto di Kanye West, ma la scelta era stata ben accolta. The Weeknd, in quella occasione, però, a me non era per niente piaciuto, nonostante fossi arrivata da fan, mentre Axwell, Steve Angello e Sebastian Ingrosso mi avevano proprio impressionata in positivo. Sarà forse stato il mood di Coachella, ma il supergruppo house svedese era stato nettamente superiore. Abel Tesfaye? Quasi non pervenuto. Ma a Milano non potevo mancare, anche per capire se il live di Indio è stato un (mio) incidente di percorso. Bene: le mie premesse sono state smentite dopo circa due minuti dall’inizio del concerto.

New York, musicisti, ballerine-vestali e la maschera

Il concerto inizia puntuale alle 21 con “Take my breath”: Abel è vestito di bianco e indossa una maschera. Dietro di lui una scenografia-ricostruzione di New York, con i suoi grattacieli-simbolo: l’Empire State Building, il Chrysler Building e l’inconfondibile skyline della Grande Mela. Con quella maschera The Weeknd vuole interpretare il supereroe di Gotham City? Forse, ma nel frattempo porta in scena uno show incredibile, curato in ogni minimo dettaglio. Un concerto con una band dal vivo, che non si limita alla mera performance dei brani, ma crea un contesto che va ben oltre ogni aspettativa. The Weeknd fa le cose in grande, e si vede. E, inutile negarlo, il suo live è da vero Pop Idol.

Lui si sposta agevolmente tra il palco principale dove, tra i grattacieli della Big Apple si nascondono (ma si sentono benissimo) i musicisti della band, e un palco più piccolo, quasi al centro dell’Ippodromo, dove fa alcune canzoni (tra cui parte di “Blinding Lights”, verso la fine del concerto, un tripudio di luci e colori, dal forte impatto immaginifico ed emotivo). Con lui, ventiquattro vestali, vestite di bianco, con corpo e volto coperto, perfettamente allineate con l’artista canadese e che mai “invadono” la scena. Non sono marginali, ma parte integrante dello show, ma non si sovrappongono in alcuna occasione con Tesfaye.

 

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The Weeknd in concerto a Milano - ©Getty

Fiamme e colori

Dopo l’inizio di impatto, The Weeknd continua il suo show con “Sacrifice”, “How Do I Make You Love Me?” e “Can’t feel my face” (brano tratto dal suo secondo album, “Beauty Behind the Madness” del 2015, un successo che l’ha fatto conoscere anche in Italia. Con “Lost in the Fire”, “Hurricane” e “The Hills” – letteralmente - arrivano i primi fuochi: il palco esplode di entusiasmo e fiamme, che colorano ancor di più un concerto che, canzone dopo canzone, diventa quasi un’esperienza quasi sensoriale. Inutile negarlo: The Weeknd è una popstar, una delle poche degli ultimi anni, capace di plasmarsi come tale anno dopo anno, album dopo album.

Are you ready to party all night long?

“Siete pronti a fare festa tutta la sera?” Chiede The Weeknd in uno dei momenti in cui chiacchiera con il pubblico che, in più occasioni, saluta e a cui manda baci. In un istante del concerto si sente Abel dire “Happy birthday Baby” ad una ragazza nel pit, prima di ricominciare a cantare (sì, anche con il pubblico…e prendere anche il cellulare di un ignaro fan che riprende tutto). La voce, da dove sono io, si sente e molto bene. In scaletta ci sono le due canzoni realizzate con i Daft Punk, ovvero “Starboy” e “I feel it coming”, ma anche “Save Your Tears”, che precede di poco l’esplosione di luci di “Blinding Lights”, successo che acceca di bellezza tutti i presenti. Un gioco di luci imponente che ricorda veramente quelle di Broadway, in una New York che non dorme mai. “Se spegni le luci di Broadway spegni tutta la città” mi hanno detto tempo fa alcuni amici della Big Apple. E, in questo primo live milanese di The Weeknd, quelle luci ci portano in pochi minuti direttamente oltreoceano.

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“Milan is the mission”

“Devo tornare a Milano: voi siete veramente pazzeschi!” dice entusiasta l’artista canadese che, con lui, ha portato anche Kaytranada, artista e produttore – sempre canadese – che l’ha preceduto sul palco circa un’ora prima dell’inizio del concerto. The Weeknd, ora, non ha più la maschera ed è Abel, come di recente ha chiesto di essere chiamato. Lo show prosegue con “Creepin’”, “Popular”, “In Your Eyes” e si conclude con “Moth to a Flame”, successo realizzato con Swedish House Mafia. Non c’è niente da fare: The Weeknd è una delle popstar più interessanti, imponenti e impattanti degli ultimi anni. Nei suoi show, come del resto in tutti i suoi album, ci sono le sue costanti, fonti di ispirazione: Michael Jackson, Prince, David Bowie, Deftones, Lana Del Rey e la musica etiope. Un mix di stili che è quello che, anche lui, ha creato in questi anni: impossibile dare una definizione precisa, se non “new wave”, ovvero una nuova era musicale, di cui lui è uno dei principali esponenti. Prima con i dreadlock, poi senza. Proprio come Jean-Michel Basquiat, artista da cui ha tratto ispirazione, principale esponente del Movimento Neo Espressionista nella New York degli anni Ottanta. Che ha lasciato il segno nel mondo dell’arte. Quello che Abel-The Weeknd ha iniziato a fare dai primi giorni della sua carriera, diventando un vero Starboy.

 

 

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La scaletta

Take My Breath

Sacrifice

How Do I Make You Love Me?

Cant' Feel My Face

Lost in the Fire

Hurricane (Kanye West cover)

The Hills

Kiss Land

Often

Starboy

House of Balloons

Heartless

Low Life

Reminder

Party Monster

Faith

After Hours

Out of Time

I Feel It Coming

Die for You

Is There Someone Else?

I Was Never There

Call Out My Name

The Morning

Save Your Tears

Less Than Zero

Blinding Lights

Tears in the Rain

Creepin'

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In Your Eyes

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