Sky Arte, Fulminacci: "Porto a The Square la mia libertà d'espressione"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

L'appuntamento con questa oasi culturale è stasera alle ore 20.40 su Sky Arte, in streaming su NOW e sempre disponibile On Demand. L'artista romano proporrà il brano "La fine della Guerra" e converserà con Nicolas Ballario. L'INTERVISTA

 

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Dal palco del Concertone del Primo Maggio di Roma a The Square. Fulminacci non cessa mai di raccontare, attraverso le sue canzoni, la nostra quotidianità. Con ironia e disincanto, con profondità e leggerezza, è il cantore della contemporaneità. Fulminacci sarà ospite, questa sera, di The Square, la trasmissione di Sky Arte condotta da Nicolas Ballario, che racconta la cultura contemporanea in tutte le sue forme, attraverso le voci di numerosi ospiti, racconti di mostre e musei italiani, animazioni, performance musicali e…molto altro. L'ho incontrato negli studi della trasmissione realizzata da TIWI, a Reggio Emilia, dove il programma viene costruito.

Filippo The Square è uno dei pochi programmi che offre alla musica uno spazio libero: quanto è importante?

E' fondamentale, gran parte di questo mestiere si basa sulla persona e a The Square ti puoi esprimere: è importante la libertà espressiva. Ecco perché la scelta del brano è diversa, eseguo "La Fine della Guerra" un pezzo che non trovate neanche su Spotify, che ho scritto a inizio del lockdown e registrato alla buona su Youtube. E' diverso ma genuino e parla di una guerra metaforica e interiore, quella di chi è rimasto in casa senza sapere ciò che sarebbe accaduto e dunque ho voluto fissare il momento per sempre; sono ragionamenti esistenziali su quel momento, figli dell'impulso di una giornata. Fa già parte della scaletta dei concerti, quando ho tempo la faccio.


Il video di "Tutto Inutile" è costruito come un cortometraggio, quanto il cinema incide sui tuoi visual?
Tantissimo. Ci tengo all’aspetto comunicativo per immagini, anche le cover desidero che riflettano questo genere di coerenza: ogni album ha la sua identità.


Lo abbiamo trovato un senso a questa maledetta felicità?
Probabilmente no ma come accenno nella canzone e da come ce lo hanno messo in testa c’è una narrazione, forse legata la consumismo, per la quale siamo portati a pensare che la felicità sia dietro l’angolo e acquistabile. Certo, avere un po' di soldi aiuta ma c’è pure l’illusione che con l’acquisto si provi emozione. Per essere felici bisogna essere in primis onesti con se stessi.


Essere il portavoce di una generazione lo vivi come un peso e ti crea pensieri in fase di scrittura? “Io canto la mia opinione che si diffonda” scrivi e canti.
E' una medaglia a due facce. E’ un onore potere comunicare ma devi anche misurartici conscio che siamo tutti umani. Il carattere incide indipendentemente dal mestiere e io sono ansioso. Ma voglio prendermi il bello. Vedremo se piacerà anche quello che dirò in futuro.


Uno dei tuoi pregi è non pensare alla radio-edition quando scrivi: ti senti una anomalia nel sistema discografico odierno?
Non faccio parte di un certo gruppo che va spesso in radio ma non sono un denigratore del mainstream, me ne sento parte col mio pop. Non vedo male la radiofonia come concetto. Cerco di metterci tutto nei miei dischi; l'orecchiabile c'è non per fare numeri ma perché sono un ascoltatore di musica pop. Se ho una ballad da cinque minuti che mi piace entra nel disco.


Perché sul tuo profilo Instagram hai la foto di te bambino?
Non c’è un senso, si prestava a stare nel cerchio.


Una curiosità: hai mai più saputo nulla della Twingo rubata?
Come sai era di mio fratello. Purtroppo no e dunque voglio pensare che oggi sia una installazione artistica. Oppure che i suoi pezzi scomposti facciano andare altre auto.


Che accadrà al MiAmi?
E' un festival, suonerò forse meno di un’ora e dunque costruirò una scaletta che soddisifi tutti quanti. Sono reduce da un tour di due ore, non è facile condensare.

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