Ceneri: "Siamo puntini nell'universo con uno zaino per seguire le nostre scelte"

Musica
Fabrizio Basso

Fabrizio Basso

Credit Blue Chips Studio
ceneri_credit_Blue_Chips_Studio

“Nelle teste degli Altri” è il nuovo Ep di questa artista friulana classe 2000. Una presa di coscienza e consapevolezza, il racconto di una maturità che accomuna una generazione. L'INTERVISTA

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo


“Nelle Teste degli Altri" è il nuovo capitolo che definisce e completa il racconto nella sua totalità, la storia di quando si è giovani e alla scoperta di sé. È il seguito ideale del precedente "Nello spazio che resta" ed è uscito per peermusic ITALY. Vent'anni, una sensibilità autentica e un’empatia fuori dal comune, ceneri, seconda anima di Irene Ciol, può già contare ben oltre quattro milioni di ascolti in streaming. Composto e prodotto insieme ai B-CROMA, il duo formato dai producer Rocco Giovannoni e Marco Spaggiari  e anticipato da "Lucchetti" e "Appartamento", "Nelle teste degli altri" è un armonioso equilibrio tra elettronica e pop, in cui suoni minimali, dissolvenze e sintetizzatori si mescolano a melodie di chitarre e batterie.

Irene partiamo dalla storia dell’Ep: quando è nato e come lo hai pensato?
Nasce in parte l’anno scorso ma alcune cose arrivano anche dal 2021 perché “Sguardo” doveva essere nel primo Ep, “Nello spazio che Resta”, poi la abbiamo elaborata e infatti ne ho parecchie versioni. C’è una contemporaneità nel senso che non ho scritto appositamente per un album: quando il materiale è pronto selezioniamo e cerchiamo un filo comune.
Facciamo un passo indietro: in “Fiato Corto” accennavi a un prurito dietro il collo e di desiderare ciò che non puoi…insomma il treno di seconda classe. Entrare nelle teste degli altri ti ha liberato dal chiedere scusa se sei fragile e dall’essere instabile?
Un po’ sì perché c’è un passo avanti che mi ha permesso di curare le debolezze e l’instabilità, che mi ha permesso di provare determinate emozioni. Ora non vivo più le debolezze e le insicurezze come un peso ma come un qualcosa che mi caratterizza.
Cosa è cambiato nella tua vita dai punti sconnessi di “Fragile” all’essere vicini come non è mai stato degli “Universi Paralleli”?
E’ passato solo un anno ma quando ne hai 20 un anno fa la differenza; la musica mi ha permesso questo percorso di auto-psicanalisi, in questo modo sviscero le emozioni e mi libero dei pesi. Anche le relazioni con gli altri sono più aperte.
“Guardo il mondo scomparire”: hai paura del futuro?
Un po’ sì ma come tutti. La canzone racconta la consapevolezza di essere puntini nell’universo e non pianeti grandi. Con questa prospettiva la vita assume un altro significato e un altro valore.
Se in questo istante potessi sfiorare un vetro appannato cosa ci scriveresti?
Speranza. Ma preferire guardare cosa c’è dall’altra parte!
“Vorrei essere il tuo corpo almeno per un giorno”: se invece qualcuno ti chiedesse di essere il tuo glielo sconsiglieresti o ne saresti felice?
Da una ne sarei parte felice. Per me quella frase testimonia il desiderio di capire in toto chi è l’altro. Dunque, ne sarei fiera.
Hai davvero bisogno di qualcuno che ti presti la sua leggerezza?
A volte si perché non sono brava in questa cosa ma ho amici che lo sanno fare e non mi riferisco alla leggerezza futile ma saper dare il giusto peso alle cose.
“Lucchetti” sembra una preghiera laica e mette un po’ di ansia lo zaino sempre vicino al letto: che storia ha questo brano?
Parla dal sapersi fidare delle persone ma anche delle proprie intuizioni e dei propri desideri. Bisogna sentirsi pronti e lo zaino rappresenta la decisione ovvero il partire o restare, il fidarsi del proprio sapere scegliere.
Molti tuoi testi sembrano scritti a due voci, come un dialogo cinematografico, penso al finale di “Universi Paralleli” e “Appartamento” (dimmi chi ero dimmi chi eri): il cinema influenza la tua scrittura?
In qualche modo sì perché ho scrittura visiva. Mi piace vedere film in modalità muto con una musica di sottofondo.
Alla fine possiamo dire che la versione di te che non ha paura di cambiare è uscita dall’appartamento ed è finalmente città?
Credo proprio, mi sento matura per essere una ventenne e l’uscita di “Nelle Teste degli Altri” ha contribuito.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Il tour è finalmente partito. La scaletta è costruita per similitudini: metto vicine alcune canzoni perché hanno una energia simile oppure perché a livello di sentimenti parlano lo stesso linguaggio.

Baustelle_Marco_Cella__1_1

approfondimento

Baustelle: "Siamo nudi e autentici, la nostra band suona il rock"

Spettacolo: Per te