L'attivista italiana di origini iraniane e la co-conduttrice dell'ultima edizione della kermesse musicale hanno celebrato il valore della libertà sulle note di Baraye, l'inno della rivoluzione scatenata lo scorso settembre dall'uccisione di Mahsa Amini musicato da Shervin Hajipour
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo
"Libertà, libertà, libertà". Pegah Moshir Pour, consulente e attivista di diritti umani italiana di origini iraniane ("nata tra i racconti del Libro dei Re e cresciuta tra i versi della Divina Commedia"), e Drusilla Foer, co-conduttrice dell'ultima edizione del Festival di Sanremo (LA DIRETTA), hanno scandito tra gli applausi le parole a sostegno dell'Iran. "In Iran non avrei potuto presentarmi così vestita e truccata, né parlare di diritti umani sul palco, sarei stata arrestata o forse addirittura uccisa, è per questo che, come molti altri ragazze e ragazzi, ho deciso che la paura non ci fa più paura e di dare voce a una generazione cresciuta sotto un regime di terrore e repressione, in un paese bellissimo, uno scrigno di patrimoni dell'umanità" ha spiegato Pegah, che ha poi ricordato la vicenda di Mahsa Amini, la ragazza che, "colpevole solo di essere sospettata di portare in maniera non corretta il velo", è stata uccisa dalla polizia morale il 16 settembre scorso. Da allora, "il popolo iraniano sta sacrificando con il sangue il diritto a difendere il proprio paradiso". Nel ribadire che anche "la musica è un diritto umano, Pegah ha ricordato il dramma dell'Iran grazie alla melodia di Baraye (IL TESTO DELLA CANZONE) l'inno della rivoluzione musicato da Shervin Hajipour (poi arrestato) grazie ai tweet dei ragazzi sulle libertà negate e vincitore, nell'ultima edizione dei Grammy, del premio per la Miglior canzone per il cambiamento sociale.
DONNA, VITA, LIBERTÀ
"In Iran, per ballare per strada si rischiano dieci anni di prigione, è proibito baciarsi e tenersi mano nella mano con la persona che ami, si paga con la vita il desiderio di esprimere la propria femminilità, più di 20 milioni di persone vivono sotto la soglia di povertà, ci sono bambini sfruttati che chiedono l'elemosina, cani innocenti vengono uccisi per strada, ci son più di 18 mila tra intellettuali, dissidenti e prigionieri politici che spariscono nel silenzio, e più di un milione di rifugiati afghani perseguitati, e chi è omosessuale rischia l’impiccagione". Pegah e Drusilla hanno raccontato così la situazione del paese, prima di esclamare "donna, vita, libertà" e di abbracciarsi commosse.