L'attore Premio Oscar ha inaugurato la prima serata della 73ª edizione del Festival di Sanremo alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un monologo nel quale ha celebrato il 75º anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione e ha omaggiato Bernardo Mattarella, padre del Capo dello Stato e uno dei padri costituenti
"La Costituzione è stata scritta ma bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Mi potete dire: "È un ideale, è una chimera, è un sogno". Sì, però abbiamo un vantaggio: i nostri padri e le nostre madri costituenti ci hanno tracciato la strada, ci hanno mostrato il cammino, ci hanno fatto vedere la via, hanno fatto tutto loro e a noi hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà". Roberto Benigni ha inaugurato la prima serata della 73ª edizione del Festival di Sanremo (LA DIRETTA) con un toccante monologo per celebrare il 75º anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione, alla presenza del pubblico dell'Ariston, del direttore artistico Amadeus e del co-conduttore Gianni Morandi e, soprattutto, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo Capo di Stato presente in sala nella storia della kermesse musicale italiana. L'attore Premio Oscar ha paragonato l'articolo 11, che recita "L'Italia ripudia la guerra", ai "versi di una poesia" e a una "scultura", e ha definito l'articolo 21 sulla libertà di manifestazione del pensiero "architrave e pilastro di tutte le libertà dell'uomo". Ha poi omaggiato i padri costituenti: "Tra questi c'era Bernardo Mattarella, il padre del Presidente, al quale va il nostro applauso. Lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che è sua sorella''.
LA LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO
"Il mio articolo preferito, non potete sapere quanto gli voglio bene, è l’articolo 21, scritto con un linguaggio così semplice e bello che sembra scritto da un bambino", ha detto Benigni, recitando poi il testo. L'attore ha ricordato che "prima della Costituzione, durante il ventennio fascista, non si poteva pensare liberamente, non si sarebbe potuto fare neanche il Festival di Sanremo, perché c’era una canzone sola, sempre la stessa, la propaganda, il duce, la guerra, l’esercito, il partito, il potere” e che l’articolo 21 "ci ha liberati dall’obbligo di avere paura". Benigni ha poi citato il caso di "Paesi molto vicini a noi" nei quali "gli oppositori che pensano liberamente vengono incarcerati, avvelenati o spariscono fisicamente solo perché mostrano il volto e i capelli o perché ballano o cantano o parlano". Ha infine ribadito che "l’unica maniera di fare qualcosa di utile per il futuro è avere il passato sempre presente e ricordarci sempre una cosa: che tutto ciò che abbiamo ci può venire tolto da un momento all’altro", una consapevolezza che i nostri padri e madri costituenti avevano: con la redazione della Costituzione hanno infatti inteso non ripetere "mai più" gli errori del passato.
approfondimento
Sanremo, rabbia di Blanco sul palco. Toccante monologo di Ferragni
LA BELLEZZA DELLA COSTITUZIONE
"La Costituzione è un'opera d'arte che canta la libertà e la dignità dell'uomo, e ogni parola della Costituzione sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria", ha detto Benigni "perchè butta all'aria tutto quell'ordine predisposto, quel soffocamento, quell'oppressione della libertà, quell'ingiustizia, quella violenza che c'erano prima" e "ci mostra una realtà diversa da quella che abbiamo davanti agli occhi, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello. Ci dice, come dicono i bambini, che un mondo migliore è possibile", perchè la Costituzione è "un sogno fabbricato da uomini svegli". L'attore ha citato quindi l'incipit di Volare di Domenico Modugno, "penso che un sogno così non ritorni mai più" e ha omaggiato i padri e le madri costituenti, "visionari" che hanno compiuto un "miracolo" perché sono stati "divisi su tutto escluso una cosa: essere uniti".