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Sanremo 2023, i pre-ascolti delle canzoni e le prime pagelle

Musica

Fabrizio Basso

©IPA/Fotogramma

Il Festival si avvicina e, secondo tradizione, oggi è stato il giorno in cui ho avuto la possibilità di ascoltare tutti e 28 i brani in gara. Le riflessioni e le valutazioni dopo un primo ascolto

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GIANLUCA GRIGNANI – QUANDO TI MANCA IL FIATO – VOTO 6-

La voce è sempre quella consumata dal tempo, giusta per un brano intimo, una telefonata tra l’artista e il padre, una chiamata che giunge “dopo vent’anni” dalla terra dei ricordi. Quando dice che “la vita chiede i conti al passato” sembra che gli stia realmente mancando il fiato.

COLAPESCE-DIMARTINO – SPLASH – VOTO 6/7
Il vento che arpeggia la ringhiera ricorda le ringhiere che suonano in Avrai di Claudio Baglioni. La vena è melanconica, c’è il furto del peso delle aspettative che viene edulcorato da una sound quasi danzereccio.  Se “la vita è un baccarat” allora “vado via senza te”. Da riascoltare.

ARTICOLO 31 – UN BEL VIAGGIO – VOTO 6+
Carezze di pianoforte per ripercorrere un po’ di storia di J-Ax e Dj Jad: in “Non volevamo crescere, ma è successo tutto a un tratto e fai tutte le cose che giuravi non avresti fatto”. Molto coraggiosi sul mettersi a nudo, chi li conosce e li ha seguiti anche nei percorsi da solisti troverà le risposte a tante domande: si sono odiati davvero, l’assenza a un funerale ma alla fine il messaggio è che sono qui e che “l’orgoglio si fotta”.

gIANMARIA – MOSTRO – VOTO 6/7
Sembra una seduta psicanalitica, una rilettura di alcune pagine di vita a due velocità: quella artistica in autostrada, quella personale su una statale malconcia. La soluzione? “Se per allontanarsi basta prendere spazio allora diamogli un senso”.

ANNA OXA – SALI – VOTO 6
La voce è quella sensuale e rotonda che il tempo non ci ha fatto dimenticare. Mi fa pensare al Noi non ci Saremo di Francesco Guccini e dei Nomadi quando dice “arca dell’umanità andata a fondo, cuori puri mangiati dall’avidità”.

MR RAIN – SUPEREROI – VOTO 9
Un piccolo capolavoro. Mi sento di azzardare che la musica potrebbe non esserci. Da ascoltare con attenzione. Una bellissima canzone d’amore che hai il ritmo e le parole contemporanee ma una chiave di lettura che va bene da Ovidio a Cecco Angiolieri, da Saffo a Neruda: “Se avrai paura stringimi le mani perché siamo invincibili vicini ovuque andrò sarai con me”

ROSA CHEMICAL – MADE IN ITALY – VOTO 7+
Lo stereotipo del made in Italy viene ridicolizzato in questo testo. Non resta in testa al primo ascolto ma vi assicuro che lascerà un segno: è surreale il suo “voglio morire da italiano”…sarebbe fantastico, in un mondo dei sogni, farlo rappresentare in video da Alberto Sordi.

GIORGIA – PAROLE DETTE MALE – VOTO 7/8
I “Pensieri brevi lunghi una vita” sono salvifici. Giorgia ci porta, con la sua voce unica ed elevata all’infinito, in un mondo, un po’ alla mago di Oz, dove “non tutto è finto nei film, la realtà forse sì”. Un ritorno in grande stile sul palco dell’Ariston.

LDA – SE POI DOMANI – VOTO 7
Spremuta d’amore angelico. Anche quando i verbi volgono al passato. Mi ha impressionato la capacità di utilizzare il linguaggio del cuore, una partita a Monopoli al contrario dove non si ripassa mai dal via ma ogni verso è una nuova casella. Da tempo non ascoltavo in una canzone un “ti amo” così sincero.

LAZZA – CENERE – VOTO 7-
L’incipit sembra arrivi dal deserto del Nevada, da uno di quei luoghi dove si cerca di captare il vocio di popoli extra-trerrestri. La mano di Dario Dardust Faini si sente eccome. Il disamore in una coppia, prima di sparire come cenere, è condensato nei versi “ormai nemmeno facciamo l’amore, direi piuttosto che facciamo l’odio".

ARIETE - MARE DI GUAI – VOTO 6
Il tema è la solitudine, quella che al mattino ti fa rigirare nel letto vuoto “e la casa in silenzio ho paura di dormire”. Poi si riprendono in mano i fili dell’esistenza e si prova a unire i respiri. Un testo un po’ ruffiano da indagare “nei silenzi di un cielo blu”..

SETHU – CAUSE PERSE – VOTO 6-
La batteria picchia un po’ troppo su queste parole che dovrebbero essere riflessive. L’idea di bruciare “questi anni come se non li avessi” è datata. Verso rappresentativo: “Ho messo i tappi per le orecchie”

TANANAI – TANGO – VOTO 7+
Alberto ha attraversato dodici mesi da contadino: seme dopo seme ha reso il suo campo artistico rigoglioso, ricco di frutti e di odori, di emozioni anche quando canta che “è finita la poesia, è un anno che mi hai perso”. E poi il giorno più odiato della settimana, il lunedì, grazie a questo brano diventa elegia umana.

LEVANTE – VIVO – VOTO 7/8
Una filastrocca accattivante e invadente, nel senso positivo del termine ovviamente! Un inno alla vita coraggioso e profondo, l’accettazione di quello che la vita ci dona ma anche la necessità di credere che “nulla è impossibile, vorrei provarci per tutta la vita”. Inoltre chi ha avuto mai la trasparenza di salire sul palco dell’Ariston cantando che “vivo un sogno erotico, la gioia del mio corpo è un atto magico”.

LEO GASSMANN – TERZO CUORE – VOTO 6-
E’ il ventricolo irrazionale quello portato all’Ariston da Leo con la complicità virtuosa di Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari. La sensazione è che Leo canti come gli corresse dietro un treno, con una immotivata urgenza di arrivare all’ultima nota…infatti “non so più cosa sento”.

MODA’ – LASCIAMI – VOTO 7-
Non cediamo alle facili interpretazioni. La signora di questa canzone si chiama depressione e trasmette “il pudore di chi vuole piangere ore”. Il pregio è affrontare quello che Giuseppe Berto ha ribattezzato il male di vivere con consapevole leggerezza.

MARCO MENGONI – DUE VITE – VOTO 8-
“Il caffè col limone contro l’hangover” diventerà la bevanda ufficiale di Sanremo 2023. Nel testo, scritto insieme a Marco Petrella, dice che “qui non arriva la musica” ma se chiudiamo gli occhi e ci affidiamo al racconto “la luna esploderà” davvero. Un ritorno all’Ariston da poeta.

SHARI – EGOISTA – VOTO 7
L’attacco ha un sapore esotico sul quale Shari appoggia la sua voce narrante. Tra le nuove proposte di certo la più interessante. Scommetto che si divorerà il palco con la sua ricerca di qualcuno da amare. A proposito, per chi non è convinto della bibita proposta da Mengoni qui abbiamo la birra che sa di the. Che forse è un…te.

LA SCALETTA DELLA PRIMA SERATA

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PAOLA E CHIARA – FURORE – VOTO 6/7
“La pista non è più buia” perché la accendono le sorelle Iezzi. Non rinnegano i loro trascorsi danzerecci, che hanno accompagnato anche i percorsi individuali. Tra un verso e l’altro c’è un gioco di sguardi. Di certo faranno ballare.

CUGINI DI CAMPAGNA – LETTERA 22 – VOTO 6
Il ritorno al Festival del falsetto mi mancava da un po’, come qui numeri del lotto che non si decidono ad apparire. Fortunatamente Veronica e Dario, ovvero La Rappresentante di Lista, gli affidano un testo contemporaneo. La missione della band, parafrasando un loro verso, è farci guardare il mondo come lo vedono loro.

OLLY – POLVERE – VOTO 6+
Sembra di entrare in uno stornello romanesco: bel ritmo, bella storia, bella fantasia. Oltre le aspettative, al pre-ascolto. Quasi mogoliano il verso: “Qui da sopra a uno scaffale, io che ho molta fantasia, vedo mare, mare, mare”. Se poi la si acolta in due…tranquilli “non ci si bagnerà il cuore”.

ULTIMO – ALBA – VOTO 8
Non sbaglia un colpo dal punto di vista testuale. Più che una canzone è un abbraccio, è l’invito a cedere “ai perenni brividi”. Siamo in un viaggio immaginifico dove “uno sguardo, in fondo, basta per dipingerci.

MADAME – IL BENE NEL MALE – VOTO 6/7
Neanche Stephen King sarebbe riuscito a costruire un titolo così vicino alla vicenda umana che sta accompagnando Francesca a Sanremo. Il ritmo è ossessivo-compulsivo. Letto oggi fa sorridere un verso come “quanto ti sei ingarbugliato”. Da riascoltare ma la prima sensazione è di un pezzo importante. Peccato che per lei questo sarà un Festival tra le ombre…quer pasticciaccio brutto di via Matteotti.

WILL – STUPIDO – VOTO 7-
Il senso dell’assenza è colto nelle sue tante sfaccettature. Ci sono i ricordi, la volontà di fare andare indietro il tempo e i dolori che si cantano. E, diciamolo, Will sa cantarli bene. Aspettative alte per la performance con l’orchestra.

MARA SATTEI – DUEMILAMIUTI – VOTO 7/8
Sembra di entrare in una odissea nello spazio finché non ci riporta sulla terra con una storia dolente dove due vite non si incrociano. Non è facile cantare un amore (un po’) tossico e Mara ci riesce benissimo. E meno male che, contrariamente alla canzone, chi è scappato non le ha rubato “tutta la mia voce”.

COLLA ZIO – NON MI VA – VOTO 7-
Divertono e faranno saltare chi li ascolta. Interessante e intrigante il gioco di citazioni, da La Spada nella Roccia e piazza Tienanmen. Si respira tutta la forza del collettivo. Bravi!

COMA_COSE – L’ADDIO – VOTO 8/9
Ritorna la ringhiera ma stavolta è davanti al cuore e agogna che arrivi “davvero il giorno in cui diventerai solo un ricordo”. Bravi bravi. L’immagine di tornare dove si stava bene per ricordarsi come siamo stati è cechoviana perché “l’addio non è una possibilità”.

ELODIE – DUE – VOTO 7
Diretta come è nello stile di Elodie. Ci sono pure le coltellate travestite da parole per mettere in cornice “il silenzio alla fine di tutte le nostre telefonate interrotte”. Non è l’artista che conosciamo e trovo coraggioso essere così temerario dove molti cercano la confort zone. Infine per chi non è rimasto convinto delle due prime proposte qui c’è il vino…che nella canzone è una metafora ma con un po’ di sano realismo lo versiamo nel calice.

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