Il nuovo brano della band virtuale è il terzo estratto dal nuovo album e fa parte della colonna sonora del videogioco Fifa 23. La canzone è ispirata a un episodio realmente accaduto anni fa al frontman Damon Albarn
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I Gorillaz sono tornati e lo hanno fatto con un singolo che ci riporta indietro nel tempo, ricordandoci i misteriosi inizi di questa band “a cartoni animati”. Baby Queen è un pezzo dalle atmosfere oniriche e non a caso è ispirato proprio da un sogno, a sua volta figlio di un ricordo personale del frontman Damon Albarn. Proprio quest’ultimo è molto legato al brano, di cui ha parlato per la prima volta addirittura nel 2020.
Back to 1997
Per scoprire l’origine di Baby Queen è necessario risalire fino al 1997. Damon Albarn era allora una delle colonne del cosiddetto britpop e non immaginava certo che, solo l’anno dopo, avrebbe creato i Gorillaz assieme al fumettista Jamie Hewlett. Il cantante era concentrato ai tempi solo sui Blur che in quegli anni erano all’apice del successo, alimentando una accesa rivalità a colpi di hit con i connazionali Oasis. Il successo della band inglese era tale da portare Albarn e compagni a fare concerti anche dall’altra parte del mondo e in luoghi poco battuti di solito dalle rockstar come la Thailandia. Con il nuovo singolo dei Gorillaz il frontman e ideatore del gruppo ripesca proprio un ricordo di quel periodo, inserendolo nella cornice di un sogno.
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I Blur e la principessa thailandese
A ispirare Baby Queen è una figura in particolare: la principessa thailandese esplicitamente citata anche nel testo. Albarn ha raccontato che la vide nel 1997 durante un concerto dei Blur, in cui l’allora quattordicenne membro della famiglia reale stazionava su un trono vicino al mixer. “A causa del ruolo molto specifico svolto dalla famiglia reale in Thailandia, misero questo trono accanto al mixer per farla sedere, circondandola poi da non so quanti soldati”, ha ricordato l’artista quando ha parlato per la prima volta di Baby Queen addirittura all’inizio del 2022. L’esibizione andò avanti senza che la principessa si scomponesse, almeno finché i Blur non proposero al pubblico quella che era al tempo la loro nuova hit: Song 2. A quel punto, stando alla ricostruzione di Albarn, neanche la giovane nobile riuscì più a trattenersi e si tuffò nella folla per ballare tra lo stupore di tutti. L’episodio è sempre rimasto nella memoria del cantante il quale però, solo dopo anni, ha deciso di rievocare quel momento in una canzone. A dargli la spinta decisiva a farlo è stata, per stessa ammissione dell’artista, una visione onirica. L’ex frontman dei Blur ha infatti sognato di passare del tempo con quella stessa principessa, ormai cresciuta e diventata donna. Un segno del destino che ha portato poi alla nascita di un brano dal suono morbido e che presenta anche nel testo riferimenti alla dimensione onirica, inanellando versi come “ Mi ha tenuto in una Polaroid / Che era appesa al muro / Sotto le luci dello specchio di Garuda / Lei prende il volo / Sì, il bambino sta bene”.
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Song 3
Baby Queen è un pezzo perfetto per essere la chiusura di un album attesissimo, in uscita finalmente il prossimo 23 febbraio. Questo terzo estratto da Cracker Island, che viene dopo la title-track con Thundercat e New Gold (insieme a Tame Impala e Bootie Brown), farà la sua comparsa anche all’interno della colonna sonora di Fifa23, certificando il buon rapporto che da sempre lega i progetti musicali di Damon Albarn ai videogiochi calcistici. Se i Gorillaz già erano apparsi infatti diverse volte a partire dal 2002 nella soundtrack della serie, non va dimenticato che proprio il brano in grado di far scatenare persino le principesse deve buona parte del suo successo anche alla sua presenza nell’intro di Fifa 98: Road to the World Cup (uno dei titoli più amati della saga).
La partership reiterata con il mondo dei videogame non è comunque l’unico modo con cui i Gorillaz cercano di attrarre nuovo pubblico, basti pensare alla loro recente esplosione su Tik Tok, dove hanno accumulato oltre 2,5 milioni di follower e 22,7 milioni di visualizzazioni in meno di 6 mesi. Numeri giganteschi che non lasciano dubbi: a venticinque anni di distanza Damon Albarn è ancora capace di affascinare il mondo, dall’Inghilterra alla Thailandia.