I nove brani che compongono Petali sono attraversati da un’idea di rinascita e sono caratterizzati da inedite sonorità pop eleganti e sofisticate valorizzate dalla produzione di Fabio Ilacqua. L'INTERVISTA
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I Petali di Simona Molinari sono un racconto in nove fotografie della vita e dei suoi misteri con al centro una donna carica di istinto e di volontà che vuole viverli senza riserve, senza paura. L'artista campana, ma con radici anche a L'Aquila, Roma e Milano e in mille altri luoghi, è fresca vincitrice della Targa Tenco come Migliore Interprete proprio per Petali, album che guarda all'amore come si guarda in un caleidoscopio, tra mille colori e mille emozioni.
Simona cosa rappresenta per te questo riconoscimento?
Un premio all’onestà intellettuale dell’artista. A una attitudine di fare musica, senza perdersi dietro alle classifiche e agli streaming ma con una visione più ampia.
Cosa rappresenta per te Luigi Tenco? E hai un suo brano che ami particolarmente?
Vedrai Vedrai assolutamente. Lo ascolto spesso. Mi è stato chiesto di partecipare a progetti a lui collegati, vedremo perché è comunque vicino al mio mondo artistico.
Petali è un lavoro che declina l’universo femminile: come lo hai pensato?
C’è la mia storia dentro. Racconta i cicli della vita tra alti e bassi, vuoto e pieno o luce e buio. Tutti indispensabili e da accogliere. Per me questo è un momento di pieno, vivo il raccontarsi e raccontare come una pacca sulla spalla.
L’idea di pubblicarlo il primo aprile è stata casuale?
Ho pensato allo scherzo, fino all’ultimo sono rimasta in sospeso!
In Petali parli di inutili parole e di tutto che fugge via: hai trovato una formula per rendere utili le parole e volgere il tempo al bello?
Sono innamorata della parole. Diventano intense se sono il racconto di un qualcosa di vissuto. Così arrivano vere e quello che trasmettono è forte e utile.
Chi è Sofia? Ogni posto è casa sua: tu hai un luogo del cuore o ti senti di animo nomade? E da mamma ti spaventa l’idea che Anita viva una stagione senza confini, tranne quelli che la follia di certi politici ci impone?
È una clochard per scelta, una donna libera e senza paura che si libera delle convenzioni sociali e delle sovrastrutture legate al suo essere donna. Sono apolide, il karma della mia vita è partito da migrante: Napoli, L'Aquila, Roma e Milano... cambio pelle ogni volta e sono sempre cresciuta. Un po’ mi spaventa quello che mi chiedi per mia figlia però credo di darle gli elementi per addomesticare la libertà. La libertà va addomesticata altrimenti diventa disgregante.
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Quando vedi un aquilone volare davanti al mare a cosa pensi?
Penso alle correnti e al vento: se hai una origine forte e radici profonde vai ovunque ma non voli via. Davanti al Mare è una canzone d’amore in movimento: è lì che si imparano i segreti dell’amore? O almeno è più facile? Aiuta… lì le storie sono più intense anche per quanto mi riguarda. Racconta vari passaggi della mia vita anche se non la ho scritta io.
Il solito Via Vai è una cartolina di quotidianità: ora ti resta più facile dire no? E riuscirci migliora la vita?
Tantissimo. Da poco tempo ho imparato a sapere cosa mi fa bene e cosa no. È difficile gestire cosa non ti fa bene, tenere a distanza quello che emotivamente e fisicamente non ti fa bene. Io lo ho imparato tardi ma lo ho imparato.
Oggi c’è una promessa che non hai difeso e che a pensarci ti dà dolore?
Diverse ma ho imparato a perdonarmi.
La vita è bellissima nonostante ogni grande amore si destinato a farti a pezzi?
L’innamoramento fa male non l’amore.
In questo periodo ti senti più Audrey Hepburn in Vacanze Romane o Uma Thurman in Kill Bill?
Audrey lo sono stata per tanto tempo, ora sono Kill Bill.
Quando passi davanti all’Ariston che pensi dell’Egocentrica del 2009?
Sono molto legata a tutto ciò che è stata quella fase, il sogno, il progetto e ogni volta mi ricarico proprio partendo da quei primi entusiasmi. La vera fatica della vita è mantenere entusiamo in quello che fai e lo trovi nelle origini.
Il 2023 è un anno speciale: per te anagraficamente, poi sono i dieci anni di Dr Jekyll e Mr Hyde, del Sanremo con Peter Cincotti e del primo Blue Note a New York: pensi a una grade festa?
Mi toccherà fare una mega festa… sarebbe bello festeggiare a Saremo.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Chiudo il tour con le date Firenze e Bologna, rispettivamente i 13 e 14 dicembre. Poi lavoro a diversi progetti. Creo in tutti gli ambiti dell’arte e la legge dell'attrazione fa si che qualcosa accada. Da piccola mi dicevano che ero fortunella: io la chiamo provvidenza.