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Manuela Zero: "Tra Attack e Quasi Orfano, ho ripreso il mio tempo imparando a respirare"

Musica

Fabrizio Basso

Il nuovo singolo dell’attrice e cantautrice campana, prodotto da Giulio Nenna e Andrea DB Debernardi, fa parte della colonna sonora del film Quasi Orfano, che la vede protagonista nel ruolo di Mara. Intorno al brano è stato costruito un intenso cortometraggio. L'INTERVISTA

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Il viaggio è di quelli che non conosce protezione. Perché Manuela Zero nel suo essere artista completa, non teme nulla. Musica, cinema, teatro sono parti di lei, l'uno non esclude l'altro, anzi lo arricchisce. Come in un domino il nuovo singolo Attack è diventato ispirazione di un cortometraggio, fa parte della colonna sonora del film Quasi Orfano e convive pacificamente con le parentesi teatrali e tutti quegli altri progetti con i quali questa incontenibile artista campana riempie la sua vita ma soprattutto arricchisce le nostre.

Manuela quando nasce Attack ed lo ha sviluppato con l’idea del film oppure nella soundtrack è entrato in un secondo tempo?

Nasce dopo Sanremo quattro anni fa, all'epoca servivano due canzoni. E’ arrivato in maniera inaspettata. La versione originale era diversa ma è rimasto sempre un po’ nel cassetto. Piaceva a molti ma, apputo, è rimasta lì, poi mi sono fermata e ho cambiato tutto. Giulio Nenna la ha sentita prima del film, la abbiamo riprodotta e nel mentre sono tornata a fare l’attrice. Partecipando al film la ho fatta sentire al regista ed entrata nel soundtrack. Il corto invece nasce da una idea durante pandemia per partecipare ai concorsi di cortometraggi. C’è la versione del film e l’originale. Volevo darle respiro lungo, presentandola a vari concorsi durerà un anno e alcuni sono internazionali per cui è sottotitolato.
Se siamo tutti fatti di pezzi…quale è l’ultimo che hai perso e l’ultimo che credevi di avere perso è hai ritrovato?
L’ultimo che ho perso e ritrovato è mio padre che ora sta bene. E' statoun momento difficile della mia vita che mi ha rotto un piano. L’ultimo perso è la mia poù recente relazione che ho chiuso per tanti motivi.
Nel corto c’è una prima parte molto molto noir, sembra un aspettando Godot del cuore. Poi c’è la nostalgia con le immagini di coppia. Il finale aperto dove porta?
Alla fede nei confronti di quello che faccio. Mi sono confrontata con me stessa ma il motore che mi muove è grande quindi il sogno non finisce mai. La speranza nutre tutte le mie azioni.
Ti piacerebbe essere la ministra del diritto di rinnamorarsi?
Su questo sto facendo un progetto. Per altro il corto nasce senza il finale e poi c’era la ragazza che si incollava ma sentivo che mancava qualcosa. Ora mi sento completa. E’ necessario e sarebbe anche vero quel ministero.
Le ciliegie le mangi a due a due o non le mangi più?
Le mangio sempre. Le mangiavo velocissimamente a coppie da bambini, credevo che staccandole non si baciassero, che la natura le facesse crescere insieme per amore.
Nella borsa c’è sempre un tubetto di Attack?
No. La storia del brano nasce in maniera divertente, parlando con un mio amico che diceva che non riusciva a lasciarsi la sua storia alle…ed è uscito un neanche fossi incollato con l’attack. Mi prendevano in giro quando mandavo la traccia piano e voce. Era più dark di come si sente oggi e alludeva al mio funerale perché un amore è finito.
Non è la tua prima volta al cinema: Quasi Orfano come è entrato nella tua vita?
Avevo fatto un provino anni fa con Umberto Carteni, il regista, poi me ne ha fatti fare altri mi ha scelto.
Una caratteristica della tua vita artistica sono i progetti a lungo termine, oggi anomali: come si si reimpossessa del nostro tempo?
Imparando a respirare, capendo chi sei, dove vai…mi ha aiutato una conversazione con Niccolò Fabi, considero un momento importante il mio incontro con lui: in quel periodo ho cambiato tante cose della mia vita. Mi scrisse per dirmi che mi aveva votato a Musicultura, mi ha spiegato uanto fosse importante equilibrare le mie arti, sentiva l’ansia che provavo di tutte le cose che stavo facendo. Bisogna uscire dal concetto di numero. Deve essere credibile quello che fai. E ti dico che se certe volte fossi stata più disponibile avrei molto accorciato i tempi.
Le tue canzoni sono il ritratto della quotidianità e di come la vivi: emotivamente quanto ne risenti?
Quando scrivo sono felice ed emozionato, quando escono ne risento: racconto cose che mi appartengono.
Cosa c’è di Manuela in Mara e cosa di Mara in Manuela?
Sono buffa, per chi mi conosce. Escono le caratterisiche della bambina che ho ancora in me, c’è purezza, sono una assistente distratta come sono distratta nella vita.
Il cinema è raccontare qualcun altro: c’è un personaggio storico che vorresti interpretare o un periodo storico che vorresti vivere?
Mi piacerebbe raccontare Mariangela Melato. O Monica Vitti. Hanno creato una dicotomia tra l’essere ironiche e drammatiche. Poi c'è Pierrot mi emoziona molto e ci sto lavorando.
Mi descrivi la tua camera, quella dove nasce la tua musica?
Scrivo prevalentemente a Sorrento con un pianoforte di legno scordato ma che conserva un suono bellissimo e per questo non ho mai voluto fosse accordato. E' un posto molto intimo, buio con qualche lampada. In me convivono due personalità definite, quella distruttiva e quella sognte che concede respiro alla metà distruttiva.

So che stai per iniziare due avventure teatrali, una sul tempo e l'altra sulle insidie dell’era digitale e dei social: cosa mi puoi raccontare?
Dal 4 dicembre a 6 gennaio sarò al Teatro7 di Roma con Michele La Ginestra e Ariele Vincenti: lo spettacolo si intitola Il Piacere dell'Attesa. Poi dal 15 al 19 marzo è la volta, al teatro Off/Off sempre a Roma, di 400 euro, due ore di nudo, tratto dal romanzo Apocalisse di un cybernauta di Tommaso Agnese che cura la regia, e con me sul palco ci saranno Edoardo Purgatori e Nicole Rossi: lo spettacolo spacca in due con argomenti vietati, con una mostra fotografica, è uno spettacolo erotico e moderno che parla del sesso che si fa in rete in modo compulsivo e che, umanamente ci rende soli e poco vivi. Interpreto tre personaggi, tre donne che affrontano la vita sessuale in modo diverso.
Credo che questi tuoi progetti siano anche figli di una tua pausa di riflessione: è stato difficile fermarsi a guardarsi dentro?
Il mio è un mondo che se ti fermi ti dimenticano. All’inizio la paura c’era ma con me si è fermato il mondo. Ho anche rifiutato dei progetti. Temevo di venire coinvolta in qualcosa che non avesse senso. So perché faccio questo mestiere e sento la responsabilità di raccontare cose.
Ci sono altre cose belle che accadranno nelle prossime settimane?
Al cinema mi vedrete in Dicono di Te, film che è una feroce polemica sulla televisione Italia. Poi arriverà Cinquantadue, un cortometraggio che parla di violenza di genere: di violenza tutti ne parlano ma nessuno va a fondo e fa emozionare; racconta di una donna che subisce una violenza e di come ne esce.
Lato musica?
Ho scritto musica con Giulio Nenna, abbiamo lavorato in Abruzzo. I brani sono pronti, li stiamo producendo. Vorrei uscire con un live costruito come uno show dove ci sarà la possibilità di ascoltare musica ma sarà pure una esperienza. In estate prevedo un mini tour: ti confesso che sarebbe la prima volta, ho fatto parecchi concorsi ma mai concerti. La mia idea di live strizza l’occhio al teatro canzone ma con un approccio contemporaneo.

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