Caos, fuori il video del singolo di Fabri Fibra con Madame e Lazza

Musica

Manuel Santangelo

Il rapper torna con il videoclip in bianco e nero della title track di "Caos". Il brano ha già vinto un disco di platino e conta sulla collaborazione di due nuove stelle della scena musicale italiana

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“Fammi capire, quando sei tu a cercarmi io ci sono sempre, quando sono io a cercarti tu non ci sei mai”. I primi versi di Caos sembrano pensieri non detti più che recriminazioni dirette a un’altra persona, soprattutto una volta che vengono riascoltati nel videoclip appena uscito. È un lavoro estremamente minimale quello pensato per lanciare il brano che dà il titolo all’ultimo album di Fabri Fibra: un elegante bianco e nero avvolge lui e i suoi compagni in questa traccia, i giovani Madame e Lazza. Tutti e tre non compaiono mai assieme sulla scena, ma vengono spesso inquadrati in asfittici primi piani, quasi a voler accentuare il senso di solitudine claustrofobica che emerge dal testo. Il lavoro è il terzo videoclip per un brano dell’album e, come i precedenti Propaganda e Stelle, anche questo può contare sulla regia del veterano Cosimo Alemà. Il regista e Fibra confermano così la loro fruttuosa partnership iniziata nel lontano 2006 con lo storico video di Applausi per Fibra, quello in cui il rapper mostrava l’ironica t-shirt “Io odio Fabri Fibra”.

Caos Calmo

Nel 2006 Lazza aveva dodici anni e Madame addirittura quattro. Molti dei rapper che andavano di moda allora sono stati soppiantati dalle nuove leve. Fabri Fibra è ancora qui anche perché si è dimostrato capace di aggiornarsi e di confrontarsi con gli artisti più giovani, quelli per cui lui “c’è sempre stato” e rappresenta un cardine della musica italiana. Ma non pensate che nel percorso Fabrizio Tarducci non abbia avuto dubbi o momenti di stallo. Caos a una prima superficiale lettura può essere interpretato come un brano dedicato a un amore che si allontana “senza neanche dire ciao” ma è lo stesso Fibra a darci un’altra più profonda chiave per analizzare il testo: “Il brano parla di quella sensazione che provi quando sei lontano da ciò che ti fa stare bene, che sia una persona, una passione, nel mio caso la musica”. Fabri Fibra era da un po’ lontano dalle scene, alla ricerca di quell’ispirazione che gli facesse creare qualcosa all’altezza del suo livello e della sua fama. Il brano racconta l’accumularsi di cose nella testa di Fibra, un accumulo che andava frenato “buttando fuori” tutto quello che contribuiva al caos interiore: “Il ritornello di Lazza esprime in pieno quella sofferenza e quella nostalgia. La strofa di Madame e la mia sono due stili completamente diversi che riescono a convivere alla perfezione su questa base di Lowkidd”, ha spiegato il rapper presentando la nuova traccia.

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Turbe poco giovanili

L’unica volta in cui nel video si vedono due persone condividere la scena si tratta di… Fabri e Fibra. L’artista infatti si sdoppia, quasi ci fosse un confronto con il sé del passato, quello cui persino lui deve fare i conti ogni volta che propone qualcosa di nuovo, sentendosi accusare di non essere più “quello di Turbe giovanili o di Tradimento”. D’altronde, ascoltando tutto l’album è chiaro come si tratti di un lavoro più introspettivo di quelli fatti uscire in passato. A confermarlo è lo stesso MC nato a Senigallia: “Tutti i miei dischi precedenti sono frutto di quello che vedevo all’esterno, questo è sicuramente un disco più personale, parla più di me”. Ciò è quasi normale, considerando che Caos nasce da anni di isolamento. Anche la copertina dell’album, con Fabri Fibra da solo su una spiaggia che richiama il film Galverston, sembra comunicare la voglia di un confronto in primis con se stesso. Non che manchi la critica sociale (si ascolti a tal proposito Brutto figlio di) ma il fulcro dell’album è chiaro già solo facendo partire l’intro, in cui si ascolta Il cielo in una stanza di Gino Paoli. All’interno di una scena rap dove tutti fanno a gara a mostrarsi invincibili, Fibra non ha paura di cantare in Caos: “Era la stessa vita nello stesso posto/Gli stessi pensieri ogni cazzo di giorno Preso male dentro mi sentivo morto”. Le turbe giovanili sono passate ormai da anni ma quelle nuove non spaventano di meno. Forse sono solo le stesse tornate più potenti, come in un anime giapponese. Per combatterle, a colpi di barre che sappiano affrontare il caos, non resta che la musica.

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