Nato a Milano il 16 luglio 1952, l'artista è sulle scene musicali da oltre 50 anni: è autore di successi come "Extraterrestre" e "Musica ribelle"
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Tra i primi rocker italiani, Eugenio Finardi inizia a fare musica sul finire degli anni Sessanta, facendosi largo prima nella scena milanese e poi in quella nazionale. Nato nel capoluogo lombardo il 16 luglio 1952, oggi che compie 70 anni il cantautore ha la stessa voglia di un tempo di esibirsi davanti ai suoi fan, con le sue canzoni di una vita. Tra le tante, eccone almeno cinque che vale la pena recuperare.
Musica ribelle (1976)
Il singolo è il secondo estratto dall'album Sugo, il primo vero successo del cantautore milanese. Il brano viene inciso una seconda volta da Finardi nel 1990, in duetto con Ivano Fossati, all’interno del disco La forza dell’amore. Lo interpreta 19 anni dopo anche Luca Carboni, nel progetto di cover Musiche ribelli.
Extraterrestre (1978)
Contenuta nell'album Blitz, del 1978, Extraterrestre è con tutta probabilità la canzone dell’artista più conosciuta a livello nazionale. Il testo parla della volontà di fuggire per soddisfare il proprio ego, anche se spesso, concentrandosi sull’appagamento dei bisogni primari, si finisce per restare soli.
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Patrizia (1981)
Arrivata dopo un breve periodo del cantautore a Londra, cui è seguito il definitivo trasferimento a Carimate, alle porte di Milano, Patrizia è la traccia cardine di Finardi, disco uscito nel 1981. È una dedica alla donna del tempo del musicista, la designer d’interni Patrizia Convertino, che, nel corso degli anni, diventerà sua moglie.
Amore diverso (1983)
Contenuta nell’album Dal blu, la canzone è dedicata alla figlia primogenita dell’artista, nata nel 1982 e affetta dalla sindrome di Down. Il brano, ha precisato Finardi in un post su Facebook, “non si riferisce al fatto che Elettra è una persona Down ma alla diversità dell'amore per i figli dalle altre forme di Amore”.
Un uomo (1996)
Il brano, parte del disco Occhi, parla di tutte le caratteristiche che dovrebbe avere l’uomo ideale, quello in grado di far innamorare una donna, arrivando a esplicitarne l’inesistenza. Per l’interprete non c’è un uomo ideale, ma un uomo che diventa tale in base a come la donna lo guarda.