Duran Duran, John Taylor: nel nostro concerto in Italia sonorità anni '80 e “Future Past"

Musica

Valentina Clemente

Per la loro unica data italiana, il 23 giugno al festival “La prima estate”, porteranno le sonorità degli anni Ottanta e dello storico album “Rio” (che quest’anno celebra 40 anni), ma anche quelle di “Future Past”, quindicesimo album in studio. Una cosa è certa: i Duran Duran non vedono l’ora di tornare in Italia a suonare. Parola di John Taylor, che ci ha svelato il segreto della loro longevità e ci ha detto che nei Måneskin (che gli piacciono molto) vede un’originalità artistica molto simile ai Duran Duran

“Ho avuto un momento di grande emozione, che poi è passato. Sono felice. Ma sai, i Duran Duran non sono mai stati davvero una band per l’industria della musica e attenti ai premi. Siamo una band di persone, siamo sempre stati dei ragazzi, non siamo molto abituati a quel genere di cose. Ma è fantastico! Tutte le persone che ci circondano sono molto felici di questo riconoscimento”

"Rock & Roll Hall of Fame? Bellissimo, ma restiamo una band di tutti"

Non capita spesso di incontrare un artista che da poco è stato inserito nella Rock & Roll Hall of Fame insieme alla sua band, che ha fatto la storia della musica (e non solo degli anni Ottanta). Ma quando gli dico: “John, con questo riconoscimento tutti sanno che avete veramente lasciato il segno!”, lui scuote la testa e ammette che sì, i Duran Duran hanno fatto molto e di bello, ma non hanno mai cercato di ottenere premi così importanti. “Noi siamo una band di tutti, della gente. E per noi è sempre stato fondamentale fare musica che ci raccontasse, per regalare momenti indimenticabili a tante persone. Non abbiamo mai creato con l’obiettivo di avere targhe importanti, ma solo perché ci piaceva suonare, divertirci e trasmettere questo nostro entusiasmo alla gente”.

Humble in his greatness. O meglio: umile nella sua grandezza. Come quella di “Rio”, secondo album dei Duran Duran che quest’anno festeggia i suoi primi 40 anni, e che sarà uno dei protagonisti anche dell’unica data italiana, il 23 giugno al festival “La prima estate”, al Lido di Camaiore. Abbiamo parlato di questo, della loro inconfondibile identità musicale e di molto altro ancora con John Taylor. Ecco la nostra intervista

Rio, la Monnalisa degli anni Ottanta

“Quando ripenso al periodo di “Rio”, a quando abbiamo realizzato quell’album, resto sempre sbalordito nel vedere i musicisti che eravamo. Sai, non suonavamo insieme da tanto tempo, ma avevamo un’intesa incredibile. Eravamo un gruppo da circa un anno e mezzo quando abbiamo iniziato a lavorare all’album. Ma eravamo stati in America, in alcuni paesi europei. Ed eravamo così concentrati sulla nostra musica…La serie di canzoni che abbiamo scritto per "Rio" è stata davvero straordinaria. Tutto l’insieme dell’album ovviamente: i video, l’artwork... A Nick piace chiamarlo “La Monnalisa degli anni ‘80” (sorride)

Rio, Future Past e canzoni meno conosciute nel concerto in Italia

Quanto ci sarà dei Duran Duran del 1982, e quanto del gruppo di “Future Past” dovremmo aspettarci in questo show dal vivo?, chiedo a John. Che non esita nemmeno un istante nel dirmi che di “Rio ci sarà molto nel concerto in Italia. Ma ci saranno canzoni anche di “Future Past”, il nostro ultimo album in studio. Stiamo provando le canzoni che funzionano meglio dal vivo, e ne porteremo alcune che non suoniamo da un po’. Come per esempio “What happens tomorrow”, tratta dall’album “Astronaut”. Sai, quando uscì, il singolo non fu molto considerato, ma crediamo che ora sia il momento giusto per portarlo live. Abbiamo iniziato a suonarlo alcune sere fa e ci è veramente piaciuto!”

 

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“Siamo una delle rock band più importanti del XX secolo. I Måneskin mi piacciono molto”

"Siamo una delle più importanti rock band del ventesimo secolo, non ne sono rimaste molte. Dove ci sono personalità diverse e interessanti in ogni strumento. A questo punto siamo quasi “old school”. Ho conosciuto i Måneskin, li ho incontrati a Los Angeles un paio di volte: mi piacciono molto. E sai, sento che stanno mantenendo quella fiamma di individualità in un gruppo di musicisti. Sono tutti molto diversi, hanno personalità differenti, ma in qualche modo trovano il loro modo di lavorare insieme e questo rende la musica così bella" dice John Taylor entusiasta, che vede molto dei Duran Duran nella band italiana.

"Felicissimi di tornare dal vivo dopo due anni"

"Siamo così felici di tornare dal vivo dopo due anni, e siamo ancora più contenti di suonare in Italia. E se dovessi dire qualcosa ai nostri fan, che ci aspettano, beh credo già sappiano perché è importante venire al nostro concerto…La cosa bella dei fan dei Duran Duran è che già sanno che suoneremo vecchie canzoni, ma anche che lo spettacolo avrà qualcosa di nuovo, e non sarà mai lo stesso. C’è sempre qualcosa di diverso. C’è un’enfasi diversa. È bellissimo ascoltare i vecchi successi di un artista, ma se puoi sentire anche qualcosa di nuovo, beh…è tutto più magico" aggiunge Taylor.

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"In questi anni abbiamo sperimentato moltissimo"

La musica dei Duran Duran si identifica sempre: il loro tratto distintivo è molto chiaro. Ma quanto è stato difficile, in questi anni, mantenere quell’identità musicale? John non ha dubbi: non è stato facile restare sempre i Duran Duran. “In questi anni abbiamo sperimentato moltissimo, con diverse produzioni. E l’autotune è un esempio perfetto: è uno strumento che ha aiutato chi non sapeva cantare…a cantare. Ma ora è parte della musica moderna. Tutti lo usano. Ma Simon si rifiuta! E quando gli dico “dai usalo, lo rendiamo qualcosa di bello”, lui risponde “Assolutamente no! Io sono un vero cantante!” Ci sono strumenti nuovi che abbiamo usato, altri no. E questo nostro nuovo album, “Future Past”, ha molto l’etica della band degli inizi. È un po' più raffinato, forse è un po' più serio. Abbiamo lavorato molto per “Future Past” per renderlo moderno, in termini di consapevolezza, stili sonori ma anche per far sì che si potesse ascoltare il carattere e la personalità dei musicisti.

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"Il segreto della nostra longevità non è un segreto: chimica artistica, rispetto e amore"

Ma c'è un segreto per la vostra longevità? chiedo a John. "Sai, siamo stati incredibilmente fortunati a trovarci" - mi dice. "Tra noi cinque che abbiamo realizzato i primi tre album, c’era una chimica straordinaria e il modo in cui ci siamo incontrati è altrettanto straordinario. Nick ed io: ragazzi del quartiere, cresciuti nello stesso quartiere. Roger viveva dall'altra parte della città, ma sempre nella stessa zona. Simon si trovava nella nostra città per un corso di recitazione all'università. Andy, il membro più intrepido della band: ha risposto a un annuncio su una rivista nazionale di musica. Grazie a quella chimica che ci ha unito siamo stati in grado di ottenere così tanto in quattro anni. In una certa misura, se siamo stati noi tre, quattro di noi, a un certo punto erano due della band originale, stavamo tutti cercando di mantenere quel senso di alchimia. Si tratta davvero di apprezzarsi a vicenda. E Simon dice, un ingrediente fondamentale per i Duran Duran, è che dividiamo tutto ciò che facciamo, equamente. Nessuno guadagna più dell'altro. Quindi non trovi un cantautore che dice "Non voglio andare in tournée" o un batterista che fa di tutto per tornare in tour perché non guadagna con i diritti d'autore. Una regola che abbiamo messo all’inizio della carriera è diventata molto significativa nel nostro percorso. E poi: rispetto e amore, l’uno verso l’altro". Che, in sintesi, è sempre la ricetta perfetta.

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