Zitti e Buoni, i Måneskin con la bandiera dell'Ucraina in concerto all'Arena di Verona

Musica

Fabrizio Basso

Serata memorabile all'Arena di Verona. La band vincitrice di X Factor ha regalato al suo popolo una serata adrenalinica. Da anni non si vedeva il pubblico sul palco con la band. LA RECENSIONE

Zitti e buoni è, storicamente, un rimprovero, ma non quando sul palco ci sono i Måneskin. Damiano in fucsia è un volano, gli altri sono glitter. La forza del Punk è resuscitata, canzoni veloci, essenziali ma che fanno vibrare le vertebre. Il pubblico è in piedi da subito, stasera non valgono le regole, stasera, come ci ha insegnato l’essenza del Punk, si trasgredisce. Damiano, su Mammamia (I Maneskin cantano "MAMMAMIA" al Festival Coachella 2022. VIDEO) chiede di alzare le mani ma non ce n’è bisogno, le mani sono in levare da mesi. L’attesa è finalmente finita e subito Damiano chiede le luci nell’anfiteatro, vuole vedere in faccia il suo pubblico. Sono di una essenzialità straniante, omaggiano Britney Spears con Womanizer e sul palco sembrano in una bolla d’aria, non conoscono la gravità. L’Arena di Verona vibra ed è in tumulto come non accadeva da almeno un paio di millenni.

Smaltita la prima botta di adrenalina, Damiano promette lacrime con Coraline. Alla fine i Maneskin sono fermi ad accogliere, commossi l’applauso del loro popolo. Un schitarrata, una scossa elettrica ci portano ne La Paura del Buio. Il palco è un fascio di luci e led. Un chiosa sulle cover, accusa che veniva rivolta loro quando uscivano da X Factor, e si scatenano con Beggin’. Va detto che se le migliaia di adolescenti presenti in Arena conoscono certe canzoni è grazie alla loro pervicacia musicale. E siccome, secondo il frontman è difficile dire cose intelligenti tra un pezzo e l’altro la soluzione è made in Måneskin: fate casino ca**o! Damiano dixit. Sono il bello, sono la provocazione, sono il volto bello di una generazione che non fa rima con bamboccioni. Faro in mano, come fosse un bazooka, Damiano spara sventagliate di luce sull’Arena. Sono una furia. Travolgono, polimerizzano. Stendono con una musica che sembra uscita da un vulcano in eruzione. E tra lapilli e lava non poteva mancare l’happy birthday a Victoria: un compleanno sul palco dell’Arena è indimenticabile. E come n tutte le notti rock che si rispettino non può mancare il lancio di acqua sul pubblico. Damiano…l’idrante dei sentimenti.

La sorpresa ha un nome. Manuel Agnelli duetta con i Måneskin con l’epica Amandoti. Poi è il momento della riflessione: “Bisogna scendere dalla sedia del privilegio per aiutare chi non c’è. Più di 70 anni fa è stato fatto un discorso da Charlie Chaplin nel film Il Dittatore”. Un messaggio duro, che solo l’inglese originale ha affievolito, ma l’apparizione sul palco della bandiera dell’Ucraina accende la speranza e la voglia di pace. Un attimo di silenzio e i Måneskin riappaiono sul palco reale per la versione acustica di Torna a casa. In acustico c’è anche l’inno alla loro generazione, Vent’anni. E’ pazzesco come tutti conoscano a memoria le canzoni e abbiano la voglia, come loro, di andare un passo più avanti. Quello che mi piace di questi ragazzi è l’essenzialità. Loro giocano con Iggy Pop ma a mio avviso sono più Damned (anche nel significato italiano), The Stranglers, i Ramones: potenti, violenti, moralmente destabilizzanti. In senso buono, ovviamente. Scivoliamo ruvidi verso il finale…I wanna be your dog, I wanna be your slave. Va riconosciuto che tutti si agitano come iguana…vero mister Iggy? E devi volergli bene anche se il finale è ledzeppeliano! Avete presente oltre diecimila persone accovacciate che scattano in piedi all’unisono? Altro che la farfalla che batte le ali da una parte e il terremoto arriva dall’altra, qui lo sconquasso arriva fino alle viscere. Doppio attacco per Touch Me per un eccesso di emozione ma poi vola via come un tocco di velluto fino a Lividi sui Gomiti che chiude una serata che mi mancava da anni: almeno un centinaio di fan sul palco. Ma è un the end virtuale perché riappaiono, dopo una suggestiva intro chitarristica, per Le Parole Lontane e I Wanna be your dog the original. Immensi, devastanti Måneskin. Finalmente (anche) all’estero andiamo rock!

Spettacolo: Per te