Eugenio in Via di Gioia, album L'Amore è Tutto: "L'American Dream è in un piatto di pasta"
Musica Credit Simone Biavati
Il progetto della band è accompagnato da un instore tour che parte da Milano il 21 marzo mentre il tour, curato da Magellano Concerti, debutta da Perugia il 4 aprile. L'INTERVISTA
L’amore è tutto è il primo disco che sancisce, dopo l’annuncio dello scorso dicembre del Club Tour, l’inizio della nuova avventura degli Eugenio in Via Di Gioia con Carosello Records che si unisce a Woodworm nel team discografico. È un disco fatto di esperienze quotidiane stratificate, registrate e lasciate fluire, fatto di pranzi in studio, di passeggiate, gelati e chiacchierate. Fatto di persone che entrano e persone che escono. Fuori dal controllo e dentro la realtà, questo album è stato una bottiglia con dentro un messaggio nel mare, poi un bicchiere mezzo pieno, poi un bicchiere mezzo vuoto, uno specchio appannato, piano piano sono comparse delle scritte fatte con le dita, uno scarabocchio che si evolve in disegno. Un progetto che racconta quello che si ascolta e che è servito agli Eugenio in Via Di Gioia per esprimere, amore, gioia, piacere ma anche disagio, insofferenza. Per mettere tutto nero su bianco, olio su tela, note nell'aria, byte su silicio, e farlo fluire. L'instore tour partirà il 21 marzo da Milano mentre la prima tranche del tour, prodotto e organizzato da Magellano Concerti, parte il 4 aprile da Perugia.
Partiamo dalla storia di L'Amore è Tutto: come è nato e c'è stato un momento in cui avete compreso che l'amore sarebbe stato il filo conduttore delle dieci tracce?
Non c'è stato, è arrivato alla fine, eravamo a Torino al Laboratorio Zanzara con cui creavamo le 33 carte che raccontano il disco ed è uscita una poesia scritta a Palermo che faceva "l'amore è tutto ahahah" e abbiamo scelto di tenere tutto.
In un periodo in cui si guarda all'interiorità voi avete scelto la quotidianità che "un'altra America" per ritrovarsi in questa società: esiste ancora l'American Dream?
Non finisce mai, per qualcuno è a Milano, per noi le Americhe cambiano e sono tutte metafore. Ogni giorno puoi trovarne una in un bicchiere d'acqua, in una canzone, in un piatto di pasta...
Chi sono oggi gli eroi? Quelli che sanno scoprirsi diversi o quelli che restano due ragazzini?
Quelli che si scoprono diversi dai se stessi che erano da ragazzini. Dobbiamo accogliere la moltitudine che ci abita e noi, come band, siamo già una moltitudine.
Per Ricominciare è un inno al coraggio...una sfida ad andare oltre i limiti: è un messaggio a chi vede il cielo come un precipizio e non come una conquista?
Assolutamente sì. E' un modo per prendere coraggio e non avere paura di morire che comunque è sempre un nuovo inizio: i cambiamenti non devono spaventare.
Francesco Alberoni scrisse Innamoramento e Amore: il primo è per tutti, il secondo è per chi conosce il senso profondo della...Danza?
Sì. Per come è nella canzone.
"Cogito senza un Arké": arkè è il principio primigenio del mondo, lì tutto nasce e tutto torna. Cosa è per voi?
E' inesprimibile ma metaforicamente è l'amore. Se c'è amore in qualsiasi attimo della vita c'è accoglienza: la rabbia, la gioa...se noi nella nostra educazione le reprimiamo diventano ubriacatura. Amore è accogliere ciò che ci accade intorno e farne tesoro.
Voi parlate della Luna come luce che illumina e che riceve luce da quello che ha intorno. Ma se vi guardate attorno non siamo in un'epoca di eclissi?
La luce sta in noi…anche una canzone può essere illuminante.
"Anche la faccia che è nascosta" della Luna è la risposta contemporanea al The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd? Che per tornare alla domanda precedente si chiude con Eclipse.
Non ci avevamo pensato. Le idee sono nell'aria possono arrivare a chiunque.
Notte Gelida sembra un brano figlio di Tra la Via Emilia e il West: cosa è oggi la provincia? E' vita stupida o per dirla con Cesare Pavese è il luogo che sai che per te ci sarà sempre anche se non ci torno?
La provincia ci sarà sempre anche la canzone che citi parla più di una città.
Infinito per voi è incontro di opposto. Per Giacomo Leopardi era occultato da una siepe. C'è un punto di incontro?
Il mondo è come lo guardiamo attraverso le nostre lenti. Infinito è anche solo immaginazione, lì forse lui ha immaginato.
L'Ultima Canzone è salvezza fischiettando o è il naufragar m'è dolce in questo mare?
E' più Leopardi, è una presa di coscienza e quello che possiamo fare è continuare a cantare. Come i musicisti del Titanic, continuare a fare quello che sappiamo fare. Per citare Leopardi è più La Ginestra.
Tutto è identità, a partire dai "dettagli tra le righe": oggi quale è il posto nel mondo degli Eugenio in Via di Gioia?
Ovunque.
In Altrove cantate "poveramente io ti uccido ogni giorno con le mie idee": oggi le idee fanno paura?
Quelle degli altri e anche le nostre. Non puoi controllarle, ci sono pure quelle che arrivano via social. Nella mente c'è affollamento.
"Se siamo tutti insieme sarà rivoluzione" dite in Farò più rumore del Ratatan.
Ci crediamo, ma prima bisogna essere tutti soli in modo consapevole e poi unirsi per cambiare le cose.
Tre anni fa avete annunciato la quarta rivoluzione industriale: che fine ha fatto lo stagista sessantenne? L'auto ironia lo ha salvato?
Ha fatto altri cicli e l'auto ironia lo ha salvato per anni. ma va sempre peggio, la sua storia la abbiamo raccontata una volta in quanto fotografia di una situazione e ora lo lasciamo andare. C'è la pensione che non avrà mai...come per altro noi. Siamo nel pieno della quarta rivoluzione, che è quella in cui le macchine danno comandi alle macchine.
Cosa potete anticiparmi degli instore e del tour?
Intanto abbiamo aperto in tante piazze del mondo al pre-ascolto, in luoghi geolocalizzati. Se andavi nel cerchio indicato dal programma partiva il disco e uscendone si bloccava, insomma abbiamo dato una casa alle nostre canzoni: a Torino abbiamo scelto Piazza Carignano, a Roma piazza Bologna dove c'è stato il primo raduno con i fan. E' stato l'ascolto di un disco senza la possibilità di skippare, come fosse un vinile. Parlando del tour, alcune canzoni nel tempo le abbiamo modificate, sai a volte invecchiano di più, altre volte sono più scarne e folk ma al nostro orecchio restano interessanti. Il concerto sarà un percorso con tanto di giochi di luci e ascolterete brani che non facciamo da tempo.
