I Foo Fighters hanno pubblicato un singolo heavy metal (legato al loro film "satanico")

Musica

Camilla Sernagiotto

Il titolo del brano è “March of the Insane” e fa da teaser alla pellicola horror che uscirà a breve, l'attesissima "Studio 666" in salsa "satan 'n' roll" con protagonista la band. La canzone è stata presentata sul canale YouTube del gruppo con le parole «dall’album omonimo della band, mai pubblicato», riconducendo il pezzo alla fittizia band dei Dream Widow. Secondo Rolling Stone US, è possibile che il pezzo sia stato inciso da Grohl e altri musicisti coinvolti in un suo vecchio progetto metal: i Probot

I Foo Fighters hanno pubblicato un singolo che infrange le regole del loro solito rock, grunge e hard rock, mostrando la band sotto un aspetto inedito: quello del genere heavy metal.

Il titolo del brano è March of the Insane e vuole essere una sorta di teaser dell’attesissimo film horror nato in casa Foo Fighters, ossia Studio 666. Una pellicola dell'orrore prodotta da Dave Grohl e soci che vede proprio il gruppo protagonista di un'avventura dalle tinte sanguinarie e diaboliche, a giudicare dai primi assaggi nonché dal titolo del film.
666 è un numero inequivocabile, il simbolo di Satana, le tre cifre diaboliche che stanno a indicare "La Bestia".

Non è la prima volta che Dave Grohl cita il diavolo: nel video della canzone Tribute dei Tenacious D, la band dell'attore Jack Black, il cantante dei Foo Fighters impersona proprio Satana. Lo stesso fa poi nel film di Black e del suo socio musicale, Kyle Gass, ossia Tenacious D e il destino del rock: anche lì il rocker è il demonio.

Questa nuova canzone heavy metal dei Foo Fighters è stata appena presentata sul loro canale YouTube, corredata da una didascalia che recita le seguenti parole: «dall’album omonimo della band, mai pubblicato».

Secondo Rolling Stone US, è possibile che il pezzo sia stato inciso da Dave Grohl e da altri musicisti coinvolti in un suo vecchio progetto di genere metal, dal nome Probot. Un gruppo in cui l’ex Nirvana si è dedicato a questo filone poi inesplorato con i Foo Fighters. I Probot coinvolgevano componenti di altre celebri band del panorama hard rock e metal, tra cui membri dei Celtic Frost, Mercyful Fate, Motörhead e Venom.

Sul canale YouTube dei Foo Fighters March of the Insane non viene presentato come un loro pezzo bensì come l'opera di una band heavy-metal fittizia, immaginaria: i Dream Widow. Ma a suonare sono proprio loro, Dave Grohl e tutti gli altri.

Potete guardare il Lyric Video della canzone March of the Insane degli immaginari Dream Widow nel video che trovate in fondo a questo articolo, pubblicato poche ore fa dai Foo Fighters sui propri canali social.

La canzone

March of the Insane è un bell’esemplare di heavy metal, che rispetta in maniera didascalica le regole di quel genere.


“Segue perfettamente gli stilemi del genere: il brano è costruito su un riff che ricorda Slayer e Sodom e su una linea vocale ispirata a quelle di Lemmy”, scrive Rolling Stone Italia, tirando in ballo anche Kirk Hammett, il cui stile viene rivisto per via dell'assolo melodico che Grohl piazza prima del gran finale.

foo fighters cover getty

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Il film

March of the Insane non solo farà parte della colonna sonora del film horror Studio 666 ma sarà presente anche a livello diegetico, dato che molto probabilmente la band immaginaria che lo suona, i Dream Widow, sarà la protagonista della pellicola. O perlomeno la co-protagonista, dato che senz'altro i Foo Fighters presenzieranno nel ruolo di se medesimi.


La trama di Studio 666 è stata spiegata bene dallo stesso Dave Grohl: "La premessa del film è questa: ci trasferiamo in una casa, io ho il blocco dello scrittore, l’ispirazione è finita e non riesco a inventare niente. Così finisco in questa strana cantina, dove trovo la cassetta di una band, registrata lì 25 anni prima. Sulla cassetta c’è un pezzo incompleto: se finito libererà il demone bloccato dalla casa e si scatenerà l’inferno".

Foto non associate ad alcun evento

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La tradizione dei film delle rock band

Ciò a cui tiene Dave Grohl non è tanto rievocare “il demone bloccato” nella casa in cui i Foo Fighters si trovano, come racconta la trama di Studio 666, quanto semmai riesumare una tradizione che da troppo tempo è caduta nel dimenticatoio: quella dei film delle rock band.


"La tradizione dei film delle rock band sembra sparita", ha raccontato Grohl. "Non ci sono più gli A Hard Day’s Night, Rock ’n’ Roll High School o Kiss Meets the Phantom of the Park. Non c’è neanche il dannato film delle Spice Girls. Noi vogliamo divertirci seguendo le vecchie tradizioni del rock’n’roll".

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Gli accenni al satanismo

Non ci vuole Sherlock Holmes per ritrovare nel brano dei Foo Fighters/Dream Widow, così come nel film Studio 666, rimandi alla pratica dell’adorazione del demonio.

A partire dal titolo, con quel 666 inequivocabile, Dave Grohl e soci giocano su un'altra tradizione che un tempo andava per la maggiore tra le rock band, ossia quella dei legami indissolubili con il satanismo.


Una delle icone del rock di ieri è la figura assai controversa di Aleister Crowley, l'esoterista membro della massoneria che incominciò ad adorare il diavolo fino a fondare il proprio culto, chiamato Thelema, aprendo i battenti della sua abbazia a Cefalù, in Sicilia (è stato poi cacciato da Benito Mussolini con il pretesto di accuse di antifascismo ma in realtà perché in quella villa a Cefalù stava succedendo di tutto e di più, tra sacrifici di animali e molto altro ancora).

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L'esoterista Aleister Crowley compare tra i volti della copertina di Sergent Pepper Lonely Hearts Club Band dei Beatles (gruppo che poco dopo sarà “accusato” da Charles Manson di avergli ispirato con i loro presunti messaggi subliminali l’eccidio di Cielo Drive - ossia il massacro dell’attrice Sharon Tate incinta di otto mesi e mezzo e dei suoi ospiti - e gli omicidi dei coniugi LaBianca).

Crowley era molto apprezzato anche dai Rolling Stones, che vennero iniziati all'occultismo da Brian Jones e i cui legami con il regista underground satanista Kenneth Anger sono noti.


L'occultista britannico è a dir poco adorato da Jimmy Page dei Led Zeppelin, il quale è uno dei maggiori collezionisti di cimeli a lui appartenuti. Non soltanto cappelli, bastoni da passeggio e manoscritti di Crowley sono stati avidamente acquistati dal chitarrista dei Led Zeppelin: addirittura la sua celebre casa maledetta, quella Boleskine House che si trova sul lago di Loch Ness, in Scozia.

Proprio dopo gli omicidi di Sharon Tate, che era la moglie di Roman Polanski brutalmente fatta a pezzi dalla setta chiamata Family e capitanata dal guru con evidenti problemi psichiatrici Charles Manson, il satanismo fu messo al bando negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

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Perché il satanismo venne messo al bando alla fine degli anni ’60

Sembra assurdo dover dire che dopo simili fatti sanguinari “il satanismo venne messo al bando”: molti danno per scontato che una cosa pesante, deprecabile e malvagia come il satanismo sia sempre comunque messa al bando. E invece no.

Negli anni ’60 il satanismo incominciò a diventare alla moda. Ad averlo portato in seno a Hollywood, facendolo diffondere in maniera capillare tra i divi del cinema e della musica, è stato proprio Roman Polanski, il celebre regista che diresse Rosemary’s Baby, nonché marito di Sharon Tate.

Per il suo film con protagonista Mia Farrow (ma lui avrebbe voluto che a interpretare Rosemary ci fosse sua moglie...) in cui la trama racconta di questa donna che inconsapevolmente incinta dell'anticristo, Polanski si avvalse della collaborazione di Anton LaVey, un seguace di Aleister Crowley dalle cui idee poi si staccò per fondare il suo culto personale, dal nome inequivocabile: la Chiesa di Satana.

In quegli anni questa chiesa diabolica divenne gettonatissima tra le star, finché nell'agosto del 1969 gli efferati omicidi commessi dalla Family di Manson non costrinsero Anton LaVey a ridimensionare parecchio il proprio culto e a iniziare a lavorare in sordina poiché sul suolo americano qualunque cosa di riconducibile a Satana dopo Charles Manson era diventato off-limits.


Negli anni ’80 e ’90 la Chiesa di Satana di Anton LaVey è tornata in auge, anche grazie alla nomina a reverendo dello shockrocker Marilyn Manson.

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