Alice in Chains, la band tra le più simboliche del grunge cede il catalogo a Round Hill

Musica

Camilla Sernagiotto

©Getty

Jerry Cantrell, Sean Kinney, Mike Inez e William DuVall, membri della mitica band grunge, hanno venduto la propria musica. L’accordo non comprende i diritti d'autore, appartenenti al cantante e al bassista originali, Layne Staley e Mike Starr, scomparsi rispettivamente nel 2002 e nel 2011. I termini dell'accordo non sono stati divulgati, ma fonti hanno detto al magazine statunitense Variety che si parla di ben 50 milioni di dollari 

Gli Alice in Chains hanno venduto il proprio catalogo musicale  a Round Hill per 50 milioni di dollari.
I termini dell'accordo non sono stati divulgati, ma fonti hanno dichiarato al magazine statunitense Variety che l'accordo è della sopracitata cifra a più zeri.

Jerry Cantrell, Sean Kinney, Mike Inez e William DuVall hanno siglato il contratto, che però non comprende i diritti d'autore di Layne Staley e Mike Starr, scomparsi rispettivamente nel 2002 e nel 2011, rimasti di proprietà delle famiglie che li avevano ereditati al momento della loro morte.
Il 7 febbraio 2022 coloro che detengono quei diritti hanno annunciato di averli ceduti a Primary Wave.

Round Hill ottiene 94 composizioni e 159 registrazioni


“Nel grunge c'erano Pearl Jam, Nirvana, Alice in Chains e Soundgarden”, afferma Josh Gruss, fondatore e CEO di Round Hill. “La musica di Alice in Chains regge ancora molto bene, e non c'è nient'altro di simile".

Round Hill riceverà una partecipazione del 100% nei diritti d'autore dei quattro membri attuali sui master e sull'editoria di Alice In Chains, per un totale di 94 composizioni e 159 registrazioni. Assieme ai diritti di queste opere, chiaramente.

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Il catalogo venduto

Il catalogo include pietre miliari del grunge del calibro di Would?, Man in the Box, Them Bones e Rooster.
Le composizioni degli Alice in Chains di Cantrell - che è stato il principale autore di canzoni del gruppo - fanno parte del patto, mentre i suoi lavori da solista non rientrano nel catalogo ceduto, stando a ciò che riporta Variety.

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La pandemia ha portato tanti musicisti a vendere il proprio catalogo

Questa vendita degli Alice in Chains arriva nel bel mezzo di una vera e propria "parata", come la definisce Variety, di cessioni di cataloghi da parte dei musicisti.

Molto probabilmente si tratta di un fenomeno legato alla crisi che il settore della musica sta vivendo in questo particolare periodo storico.

La pandemia da mesi non permette ai musicisti - di qualsiasi livello essi siano, da quello meno noto alla popstar - di esibirsi e quindi di guadagnare, dunque per loro si parla di una crisi economica notevole, come quella che sta coinvolgendo l'intero settore degli eventi dal vivo.


Dei 15 musicisti più pagati dell'anno scorso, ben dieci hanno deciso di vendere i propri diritti d'autore.

E quello che si portano a casa ora gli Alice In Chains rientra nella stessa gamma delle somme ricevute da artisti gettonatissimi del calibro di Blake Shelton e Shakira, per dire.

Ma pure gli ZZ Top - che oggi come oggi sono molto meno gettonati di Shakira - hanno avuto una cifra simile per cedere la propria musica, il che fa ben sperare: la buona musica si sta rivelando duratura nel tempo, valendo parecchio anche dopo decenni in cui il nome di riferimento non è più in hit parade.

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Gli Alice in Chains

Formatisi a Seattle grazie a Cantrell e Kinney nel 1987, gli Alice in Chains sono nati durante l'era "grunge", quell'epoca musicale fatta di camicie di flanella a quadri e musica che mescola rock e indie inaugurata nei primi anni '90.

Il nome della band è indissolubilmente legato a quello di questo genere musicale made in Seattle, tuttavia sono sempre stati leggermente separati da quella scena.

La loro musica per molti aspetti aveva più in comune con il rock classico che con i suoni punk e indie insiti nello stile di Nirvana, Soundgarden e Pearl Jam.

Gli Alice in Chains hanno debuttato su Columbia Records nel 1990 con Facelift.
Ma la svolta per loro è arrivata con la canzone Would?, inserita nella colonna sonora della commedia cult Singles di Cameron Crowe, uscita nel 1992.

Quel film (il cui titolo in italiano è Singles - L'amore è un gioco) racconta una storia romantica avvalendosi di un cast stellare: Bridget Fonda, Campbell Scott, Kyra Sedgwick e Matt Dillon. Non mancano camei di tanti mostri sacri della musica (a cui si aggiunge un piccolo ruolo del regista Tim Burton). I musicisti che compaiono sono proprio quelli della scena grunge di Seattle, tra cui Chris Cornell dei Soundgarden, Eddie Vedder dei Pearl Jam e Layne Staley degli Alice in Chains.

Il gruppo di Staley viene consacrato al successo nello stesso anno del film, il 1992, quando esce il disco Dirt.
La band però si perde quando Staley cade nel tunnel della droga, dunque si scioglie dopo l'uscita di un album in studio omonimo nel 1995 e del disco Unplugged dell’anno successivo.


Dopo la morte di Staley, avvenuta nel 2002, gli Alice in Chains si sono presi una pausa di diversi anni prima di tornare con un nuovo cantante, William DuVall.

Da allora continuano a registrare e fare tour in tutto il mondo (pandemia premettendo, ora). A ogni latitudine vantano ancora un eccellente seguito.

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Il successo degli Alice in Chains

A dispetto del loro stile che rende le canzoni spesso assai aggressive, quindi di certo non adatte a essere usate nelle soundtrack di film e nei jingle delle pubblicità, sei delle uscite degli Alice in Chains hanno raggiunto la top 10 della classifica degli album di Billboard 200: due, l'EP Jar of Flies e l'EP album omonimo, hanno raggiunto la numero uno e tutti gli album principali del gruppo sono stati certificati multiplatino.

Nel 2020 la band è stata insignita del Founders Award dal Museum of Pop Culture (MoPOP) di Seattle, precedentemente noto come Experience Music Project, fondato nel 2000 dal defunto miliardario Microsoft Paul Allen.

“Con un seguito così forte e un catalogo duraturo, c'è un enorme potenziale di rialzo per le licenze di film, TV e videogiochi", ha affermato Jordan Passman, fondatore e CEO di Score a Score, una società di produzione e licenza di musica.

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