Il cantautore pugliese presenta a Sanremo il suo ultimo singolo, una dedica al padre scomparso da poco
Luca Gaudiano, in arte Gaudiano (FOTO), è un cantautore pugliese, originario di Foggia. Classe 1991, il suo amore per la musica è iniziato il giorno del suo 15esimo compleanno, quando il papà, un po’ per gioco, gli regalò una chitarra.
Da quel momento Luca di strada ne ha fatta parecchia e nei prossimi giorni lo vedremo sul palco dell’Ariston nella sezione Nuove Proposte. Nel corso della prima serata porterà il suo inedito “Polvere da sparo”. Un brano intenso e autobiografico, in cui l’artista ha deciso di raccogliere e mettere in musica tutti i pensieri che lo hanno accompagnato in un momento molto difficile della sua vita, dopo la morte del padre a cui era molto legato.
Il testo, profondo e malinconico, è accompagnato da una melodia molto fresca, che non lo appesantisce, ma al contrario dona quel senso di rinascita e speranza. Scritto e prodotto insieme a Francesco Cataldo, sarà presentato al Festival di Sanremo con l’arrangiamento orchestrale del maestro Valeriano Chiaravalle.
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“Per me la musica è qualcosa che porta conforto e salva. È questo che voglio trasmettere con i miei brani e con Polvere da sparo in particolare”, ha raccontato il cantante.
All’Ariston si augura di vincere non solo per sé, ma per tutto il team che lavora con lui. Soprattutto in un periodo così difficile per il mondo della musica, dello spettacolo e dell’arte in generale.
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Il testo di “Polvere da sparo”
Ho dormito un tot.
non sto ancora meglio
però per un po’ ho dimenticato tutto
sento che piano sparisce l’effetto del sonno anestetico
riaffiora il dolore il cassetto è sprovvisto di un buon analgesico
e mi brucia il cuore perché non ti ho detto quanto ti abbia amato
per quello che hai fatto, per come hai lottato con i mulini a vento
con la forza del tuo cuore fatto di cemento
tigre nella giungla dei pensieri sparsi
non riuscivi a dirmi quanto detestassi
non poterti alzarti la mattina a prepararmi quello stramaledetto caffè
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio
Voglio scappare a Milano per farmi tagliare la faccia dal vento
se non elaboro ancora il tuo lutto è perché ho il metabolismo lento
ma cosa somatizzo a fare se voglio ancora piangere
se nella notte mi sveglio con la mano al collo di un demone
che mi toglie il fiato, faccio resistenza, con il mio autocontrollo
con la mia pazienza, spero sia soltanto un altro brutto sogno
con la forza che mi hai dato mi alzo e vado in bagno
prendo un bel respiro, per un po’ l’accetto
poi riascolto del tuo cuore in petto
stringo negli occhi il ricordo in un mare di lacrime
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio
Tutti che parlano e sanno capire
come mi sento, sanno cosa dire
“la vita è questa non puoi farci niente
così come inizia dovrà anche finire
tu focalizzati sopra i dettagli, affidati al tempo e non sbagli
e nel frattempo che lento ricuce io resto sveglio ma spengo la luce
Perché tutto quello che mi resta è una domanda
polvere da sparo in un solo colpo da spararmi nella testa
se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio vedo te
io vedo te
se mi guardo allo specchio