Nona volta al Festival di Sanremo, la prima trent'anni fa con i Timoria. Il brano che porta all'Ariston si intitola Quando Trovo Te ed è una dedica a chi sa prendersi il suo tempo. L'INTERVISTA
Sanremo chiama e Francesco Renga risponde. Per la nona volta torna sul Palco dell'Ariston e lo fa con un brano di consapevolezza emotiva. Si intitola Quando Trovo Te e ha la complicità di Roberto Casalino e Dario Faini. Ma quello che fa di Francesco una persona speciale, al di là della bravura, è il gioco di squadra. Lui non ha un gruppo di lavoro al fianco ma una seconda famiglia, della quale fanno parte, tra gli altri, Francesco Checchia e Sunny Pegoiani, che è il suo angelo custode.
Francesco, al pre-ascolto il pensiero è tornato per la potenza della voce all'album OrchestraeVoce. Una stanza, due sedie, la cena e un film: è questa la nuova normalità?
Lo è già da un po', al limite ci aggiungo un cinemino. La canzone racconta proprio questo aspetto, l'esplosione di un ricordo fatto di una sensazione di normalità e felicità.
Questo è un Sanremo particolare: stato d’animo?
Credo ancora che mai come quest’anno sia un "riaccendiamo i motori", è il primo momento dopo mesi di nulla che torno su un palco senza pubblico ma con tanta gente intorno che può lavorare. Viviamo un periodo assurdo ma resta il valore simbolico, questo Festival rimarrà negli annali, sperando che non si ripeta, che resti unico. Saremo è un appuntamento imprescindibile.
Dal lockdown (tutto sul coronavirus) ne usciremo migliori?
Lo abbiamo attraversato tutti, non è andato tutto bene ma ce la siamo cavata. Dicevano che nessuno verrà lasciato indietro ma non era vero, anzi sono stati lasciati indietro in tanti e penso al nostro comparto. Abbiamo ricevuto poche attenzioni dal Governo. Va anche detto che in questo periodo assurdo ho riscoperto cose che stavamo perdendo, anche il solo stare a casa. Lo scontato, l'abitudine diventa la nostra esistenza. Esserci sentiti di colpo soli ci ha restituito un'idea di comunità che stavamo rischiando di perdere, ora abbiamo una visione diversa della società. Adesso è importante riuscire a capire chi resta indietro e dargli una mano.
Quanto il testo è legato alla situazione odierna?
Si parte da quello che stiamo vivendo. Racconta di un uomo che cammina per strada in preda a una frustrazione sistenziale che lo porta a ricordarsi di qualcosa che aveva nascosto. Ci sono ricordi custoditi nell’anima per proteggerli dalla frenesia della nostra esistenza. La normalità coincide con la nostra felicità: lo sguardo dei figli, il profumo casa e della cucina, lo sguardo di chi è al nostro fianco. Spesso le nascondiamo per non depauperarle con la quotidianità.
Angelo è stata la colonna sonora della Brescia deserta durate il lockdown.
Cercavo di sollevare l'umore di una città non in ginocchio, perché si inginocchia solo per raccogliere i funghi, ma molto spossata. Si è riscoperta una città solidale, col vicino di casa che ti chiedeva se avevi bisogno di qualcosa per evitare che si uscisse in troppi. A salvarci è il ricordo delle piccole: affetti, amore, amicizia e tutto quello che ci lega al prossimo.
Hai letto i voti che ti abbiamo dato dopo il pre-ascolto?.
Non do peso ai giudizi in generale, mi interessa quello che accade sul palcoscenico e quello che accade dopo. Ascoltare 26 canzoni in poco tempo non offre tanta lucidità di giudizio. Questa è una canzone che va ascoltata ed è per questo che volevo portarla al Festival. Come percezione posso dirti che crescerà nell’arco delle serate. Anche nel significato.
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Che pensi della serata delle cover?
Sono cantautore e interprete. Una cover che mi rappresenta è un bel valore aggiunto. Anche fare la tua canzone una volta più con ospite può essere a sua volta utile. Sono felice di fare cover sul palco dell’Ariston: me la sono scelta e ho scelto con chi condividerla, garantice una idea artistica più ampia ed è giusto che entri nel giudizio complessivo.
Non ci sarà il pubblico.
E’ limitante perché da lui arriva un feedback immediato. So anche che quel palco è un'anomalia, fa storia a sé, non è un concerto ma una esperienza che vivo in maniera diversa.
Troverai tanti govani in gara.
Al mio primo Sanremo avevo 22 anni, quanti ne hanno oggi molti artisti in gara. E' motivo di orgoglio giocarmela sul loro terreno ed essere rimasto legato saldamente al panorama musicale italiano. La vera rivoluzione è avere tanti giovani tra i big, questa la grande novità.
Il brano nasce dal ritrovamento di un quaderno di quando avevi 17 anni.
L’inizio dell’avventura parte proprio da quegli scatoloni, avevo appena traslocato e poco dopo è iniziato il lockdown. Ho trovato il tempo per svuotarli e fare ordine. Ho trovato tutti i miei vecchi diari di quando ero giovane e mi immaginavo poeta. Ho trovato ricordi tangibili, fisici, ricordi sedimentati in me per molti anni. E' bello trovare ricordi dimenticati e vederli riaffiorare in maniera potente.
Come vi siete organizzati?
I Festival precedenti li ho sempre passati lavorando tranne il venerdì e sabato quando mi raggiungeva qualche famigliare. Porterò dei libri e dei bellissimi maglioncini da sfoggiare. Mancherà anche l’aspetto divertente del festival, fare i selfie con i fan, essere rincorsi dalla gente, capire cosa succede nel mondo reale. In quella settimana tutto è Sanremo-centrico e i solo contatti con l'esterno erano la camminata hotel-Ariston che non ci sarà. Mi mancheranno le feste e le cene della notte.
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La tua partecipazione più emotiva?
La prima è stata la più entusiasmante perché era l’inizio di tutto; quello che ho mantenuto nel tempo è la vena di follia che ci aveva portato a quel Festival. Ho sempre mantenuto l’urgenza, la voglia di farmi sentire. Il Sanremo del 2000, quello di Raccontami, è stato il primo da solista. Con Tracce per la prima affrontavo volte la tematica della perdita di mia madre che ritornerà spesso nella mia storia, è stato molto difficile dal punto di vista umano mettersi a nudo su quel palco. La vittoria con Angelo è importante non solo per la vittoria ma perché segna il mio passaggio da figlio a genitore e padre. Sul palco c’era anche Ambra, c'era un mood speciale. Tutti hanno significato qualcosa. Questo passerà alla storia perché si spera irripetibile fatto così.
Dici...io sempre fuori stagione: che intendi?
Significa sentirmi inadeguato più che lontano dalla speranza. Il mio sorriso è la bandiera dell’ottimismo. E’ una canzone felice anche nel ritmo, è la prima volta che sono a Sanremo non con una ballad classica.
Riusciremo a dimenticare questo periodo?
Non lo so, ci proveremo ma ogni esperienza in qualche modo ci cambia e dunque saremo tutti diversi. Spero anche migliori.
Hai chiesto consigli ai tuoi figli?
Un aiutino me lo hanno dato sui giovani concorrenti poi ho indagato e il cast è molto forte, c’è tutto il panorama artistico e musicale contemporaneo. Mi diverte tantissimo essere, anagraficamente, lo zio.
Ricordi sanremesi con i tuoi figli?
I più belli riguardano quando non ho partecipato perché i commenti cattivi ce li siamo fatti a casa. Sono cattivi anche con me: loro smontano ogni cosa che faccio ma su questa Iolanda, la più grande, si è sentita più disposta. Chissà cosa mi diranno dopo la prima esibizione!
Emozioni in fase di scrittura?
Qualche mese fa ho chiamato Dario Faini per mettere a posto una cosa. C’era anche Roberto Casalino. E’ nata in quattro ore ed è raro, significa che è magia. Ricordo la tensione emotiva di quei momenti e di quando aspettavo la prima bozza da Dario, ero curioso di risentire quella cosa e rivivere l’emozione. Poi ci abbiamo lavorato mesi per renderla definitiva.
Consigli per chi è al primo Festival?
Di non perdere quella scheggia di follia, di viverlo in maniera giocosa, di divertire e divertirsi altrimenti si rischia una settimana avulsa dal tempo reale del resto del mondo e non deve succedere.
Come sei è cambiato nei tuoi nove Sanremo?
Non è mai cambiato molto, al di là dell'età, quella si che è cambiata. Ho acquisito le doti e difetti degli anziani, ma è rimasto intonso lo spirito leggero. Non cambiamo il mondo, si fanno canzoni ed è un bellissimo gioco, sono compagnia e speranza, così la musica dovrebbe essere sempre.
Album in arrivo?
Sto scrivendo ma non ho idea di fare alcun album al momento. Posso però dirti che qualcosa accadrà entro fine anno.