Per l'artista della Basilicata è il settimo Festival di Sanremo, che oltre ad avere condotto in una edizione, ha vinto nel 2009 con Sincerità e nel 2014 con Controvento. Porta il brano Potevi fare di più scritto da Gigi D'Alessio. L'INTERVISTA
A lezione di volersi bene con Arisa. Perché è questo il messaggio forte che Rosalba porta al Teatro Ariston, luogo che nonostante sia per lei famigliare incute sempre un certo timore. Il brano è Potevi fare di Più e porta la firma di Gigi D'Alessio che con la sua scrittura lieve e profonda, perdonate l'ossimoro, è riuscito a universalizzare un sentimento comune, quello del riprendersi la vita dopo un amore tossico. Aspettando di vedere Arisa al Festival di Sanremo, ci siamo fatti una intensa chiacchierata.
Potevi fare di più è un testo di rinascita, di presa di coscienza del sé: credi abbia un valore speciale in un periodo come questo dove la solitudine e l’isolamento sono più forti?
Credo di sì, il lockdown (tutto sul coronavirus) ha messo le convivenze a dura prova, non tutti hanno milioni di metri quadri per restare distanziati. Stavolta le persone si sono conosciute e molte coppie sono scoppiate perché pur vivendo assieme non si conoscevano. Il lockdown ha tirato fuori la verità delle cose quindi ti dico che sarà una canzone molto forte emotivamente.
La tua collaborazione con Gigi D'Alessio proseguirà?
Ora non lo so ma chiederò sempre consiglio a Gigi. Anche solo a livello amicale.
Perché Gigi D’Alessio? E perché cambi spesso autori?
Ho scelto un brano di Gigi perché ho sentito una grande verità nel testo. C’è autenticità e io ho bisogno di cantare cose autentiche. Chiedo agli autori di scrivere per se stessi perché i sentimenti sono circolari e nel medesimo istante l’emozione di un altro può appartenere anche a te. Le persone si immedesimano. Mi sono rivolta a Gigi perché lo stimo, è un maestro della musica, ha scritto immensi brani di cultura popolare, ha girato il mondo e poi voglio avvicinarmi alla mia terra, la Basilicata, e non potendo esibirmi in lucano canto il Sud attraverso uno stampo napoletano. Mi sento di cantare un sentimento napoletano.
Hai vinto due volte e co-condotto il Festival: cosa rappresenta questo ritorno?
Quando una cosa ti da tanto devi restituire. Questa edizione si preannuncia complicata ma siamo intrattenitori. Vado a fare il mio lavoro e soprattutto torno a cantare. Bisognerà adattarsi a situazioni difficili ma occorre farcela comunque.
Che messaggi mandi alle donne che si identificheranno nel testo e cercano di salvarsi dall’amore tossico?
Voglio dire che quando una situazione non ci è congeniale bisogna prendere la consapevolezza che nella vita si piò essere felici. La felicità esiste. Siamo responsabili anche del nostro disagio.
Un Festival durante il quale qualcosa ripartirà e con misure di sicurezza speciali: come ti prepari?
Dico che restiamo comunque privilegiati. Non ci alziamo presto la mattina per andare a lavorare. Ci chiedono cautela, non è la fine del mondo. Ho preso una casa dove alloggerò con tutto lo staff e vivremo il momento in armonia. Occorre ovviare a quello che mancherà ma è giusto esserci.
Cosa pensi dell'amore?
Quando ti trovi a stare bene con una persona ci stai bene e basta. Consideriamo che il tempo è poco per essere felici e spesso lo sprechiamo. Quindi lasciamoci andare; la cosa più importante è sviluppare un grande amore per se stessi, solo se impariamo ad amarci potremo amare gli altri.
Hai progetti per il futuro? Ci hai abituato a vederti anche attrice, doppiatrice...manca il ballo!
Ti assicuro che ballo nella mia cameretta e amo la musica in tutte le sue forme. Ora mi dedico ad Amici, sono contenta del lavoro che stiamo facendo. Amo, attraverso il mio lavoro, fare tante esperienze e mi ritengo fortunata: ho conosciuto gente, sono stata in giro, ho tenuto concerti a Tokyo e New York, chi se lo immaginava…ho fatto cose meravigliose e se ne verranno altre sarò strafelice.
Cosa ti è mancato in questi mesi?
La libertà nel cantare e l’assenza di contatto col pubblico. In alcune circostanze ho salutato il pubblico dalla finestra come fossi il Papa. Chi viene a vedermi mi dà tantissimo, troppa la gratitudine che devo a chi mi permette di cantare. Essere in condizione che la tua voce sia alta, raggiunga tanta gente, è un grandissimo privilegio. Io canterei ovunque e lo ho già fatto dal mio primo anno di carriera. Penso di essere stata mandata sulla terra a fare questo.
Che pensi del live streaming?
E' un modo per sconfiggere le minacce esterne, per ribadire noi ci siamo e andiamo avanti. Ho visto il live dei Negramaro ed è stato bellissimo. Ma io non faccio testo vengo dalla Basilicata dove ci si adatta a tutto, sono una signorina che si adatta.
Cosa ti mancherà a Sanremo?
Il passaggio nella folla, la condivisione della chiacchiera, i cosplayer che sono in strada, il pubblico che ti fa capire se fai bene o fai male. Mi piace vedere negli occhi le persone e capire se le rendo felici: tutto questo mi mancherà.
Ti rispecchi nella canzone?
Gli amori tossici capitano a tutti ed è anche possibile che cercheremo quelli per tutta la vita. Ciò che non uccide fortifica. Io attraverso le canzoni esorcizzo capitoli della mia vita e li trasformo anche in momenti importanti. Quando sarò nonna attraverso le canzoni racconterò dei miei nipoti.
Che hai fatto in questo periodo?
Ho scritto canzoni, ho preso coraggio, ho scritto in napoletano. Sogno di portare all’estero la mia musica in italiano, al massimo in napoletano. La questione è che vogliamo assomigliare all’America ma abbiamo ancora tanto da dire e da dare. Devo darmi delle opportunità senza cercarle troppo lontano dall’albero.
Nella sera dei duetti...il sogno?
Potessi vorrei con me sul palco Stevie Wonder.
L’ambiente discografico come lo vivi? Difficile essere donna?
Essere donne è sempre difficile, abbiamo tante cose che fanno parte di noi che ci portano a complicarci la vita. Inoltre nella discografia ci sono tanti uomini ai vertici. Ma sappiamo trovare escamotage per venire fuori da certe situazioni, credo nel potere dell’essere umano, nella forza delle donne che germoglia dall’istinto materno anche se non ci sono figli che ci porta bontà.
Il pregio delle difficoltà?
Ci fanno mettere a fuoco noi stessi e la vita perché altrimenti non ti porresti determinate questioni. Ma ricordiamoci che l’amore per se stessi non deve essere narcisismo se no si trasforma in chiusura. Io vado avanti, voglio fare conoscere il mio personale stile.
Che rapporto hai con la voce?
Potre innamorarmi solo di una voce, come mi è capitato la prima volta che ho ascoltato Chris Martin. Quando la voce inizia ad avere un volto è giusto che ci sia una unione tra repertorio e persona, serve credibilità. La mia Sincerità non avrebbe avuto quel riscontro senza la ragazzina con gli occhialoni e il calzino bianco di filanca. Io cambio, mi trasformo da prima di essere Arisa: ho bisogno di vedermi diversa, sono esteta ed estetista, a volte mi imbruttisco anche perché ho bisogno di essere in quel modo in quel momento. Mi immedesimo molto in chi ho vicino.
Artisicamente come ti senti?
Vado diritto verso un obiettivo. Conscia che possa fare a meno di tutto tranne che di me!