Edito da Mondadori è il primo romanzo del frontman della band di Bergamo. E' già preordinabile su tutti gli store online. Inoltre sarà anche il titolo del nuovo EP dei Pinguini Tattici Nucleari, in uscita il 4 dicembre
AHIA! è un titolo che cattura immediatamente l’attenzione e che Riccardo Zanotti racconta in questo modo: «Ahia è una parola affascinante. Nessuno te la insegna. Non è che un giorno, quando sei bambino, tua mamma arriva e ti dice: “è qualcosa che devi esclamare quando ti fai male”. Non te ne parla il maestro a scuola, non te la svelano gli amici al campetto. Tutti veniamo al mondo con un determinato numero di Ahia dentro, nel codice genetico, innati. Ognuno di essi corrisponde a una volta in cui permettiamo al mondo di farci del male. Ahia prima che essere parola, è una reazione, o ancora meglio una smorfia, quasi un gioco. Non ha etimologia, perché non ha storia: è semplicemente qualcosa che esiste e che diamo per scontato, come il cielo sopra la testa e la terra sotto ai piedi. Nella sua semplicità, Ahia descrive un’infinità di emozioni e sentimenti, ed è per questo che ho voluto chiamare così sia il mio libro che l’ultimo nostro lavoro discografico: per ricordarci che siamo bambini che non devono avere paura di cadere e sbucciarsi le ginocchia.»
Riccardo Zanotti con questo romanzo si confronta per la prima volta con la scrittura narrativa, attraverso una storia intensa che racconta l'incontro tra un giovane uomo e il padre, del quale fino a quel momento aveva sempre ignorato l'identità. Un incontro difficile eppure necessario tra due generazioni, due mondi molto diversi tra loro, ma uniti dalla comune passione per la musica, sullo sfondo di un'ambientazione sottilmente suadente, popolata da personaggi bizzarri, talvolta un po' ruvidi, ma terribilmente umani.
"L’intricata stradina di montagna si svelava lentamente, curva dopo curva, senza mai mostrarsi nella sua interezza. La gente del posto diceva che quella era una valle ferita ma discreta. […] «Chi cazzo me l’ha fatto fare?» mugugnò, come se ci fosse qualcuno con lui, oltre ai larici e ai numeri impazziti che scorrevano come i simboli di una slot machine sull’autoradio. La risposta in realtà la sapeva bene, la doveva a sua madre. Fosse stato per lui, non si sarebbe mai presentato a casa di un estraneo in quel modo, ma voleva troppo bene alla donna che l’aveva cresciuto."
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Così inizia AHIA!, con un riflettore puntato su uno di quei rari istanti capaci di rivoluzionarti la vita, perché ti disarcionano dalla sobria routine a cui sei abituato e ti scaraventano in luoghi in cui non saresti mai andato. Per Giovanni, ingegnere ventisettenne alto e curvo, abituato a tenere sempre lo sguardo basso per controllare che i piedi siano ben ancorati al terreno, uno di quegli istanti è quando l’esuberante madre Milly, poco prima di morire, gli regala l’ultimo grande dramma: il nome di suo padre. Un altro, altrettanto fondamentale, è quando lui decide di andare a cercarlo, quel padre che non ha mai conosciuto, per esaudire l’ultimo desiderio (o ordine) della mamma: “Chiedi a quello stronzo di venire al funerale”. Ma ancora Giovanni non lo sa, mentre il suo dito inciampa sul campanello della villa dell’uomo, che, una volta varcato quel cancello, nulla per lui sarà più come prima. Perché, mettendo piede nella casa e nella vita del padre, una vecchia gloria in cerca di oblio, entrerà anche nel suo mondo, fatto di sensi di colpa e segreti incartapecoriti, mezze verità, spacciatori improbabili, musica, animali impagliati, preti facili al vizio, bestemmie, nasi che raccontano di destini perfetti, gatti che ogni tanto si credono leoni, e nebbia. Una nebbia che, per alcuni è invadente, pericolosa e nella quale è facile perdersi, mentre per altri, come nel caso di Giovanni, diventa ossigeno che sa di libertà.