Bruce Springsteen, Letter to You, un album sull'orlo dell'esistenza: la recensione

Musica

Fabrizio Basso

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E' il ventesimo album in studio, un disco rock, caratterizzato dall’inconfondibile sound della E Street Band, e registrato nella casa di Bruce Springsteen in New Jersey. Uscirà il 23 ottobre, lo abbiamo ascoltato in anteprima

Sull'orlo della vita accompagnati da un sano e riconoscibile rock'n'roll. Bruce Springsteen pubblica il suo ventesimo album in studio. Si intitola Letter To You e quel tu può essere chiunque perché è un confronto onesto con l'oggi e il passato. L'album contiene dodici tracce, nove delle quali sono state scritte recentemente mentre tre risalgono agli anni Settanta ma non sono mai state pubblicate prima d'ora: si tratta di Janey Needs a Shooter, If I Was the Priest e Song for Orphans. Col Boss hanno lavorato al progetto Roy Bittan, Nils Lofgren, Patti Scialfa, Garry Tallent, Stevie Van Zandt, Max Weinberg, Charlie Giordano e Jake Clemons. L’album è stato prodotto da Ron Aniello insieme allo stesso Bruce Springsteen, Bob Clearmountain ha realizzato il mixaggio, mentre Bob Ludwig si è occupato del mastering. 

I messaggi di Letter to You hanno uno sguardo ampio, perché raccolgono la nostalgia degli esordi, quell'epoca che non esiste più se non nel ricordo, il mondo di oggi confuso, distopico, vorace e veloce. La voce è più dolce, basta ascoltare il brano che apre l'album One Minute You're Here, una intensa ballad che ci accompagna delicatamente a Letter To You, brano che lo stesso Springsteen ha definito commovente e nel quale condensa tutte le sue ferite e i suoi dubbi. Burnin' Train ci restituisce il Boss old school, quello che del rock'n'roll ha fatto una bandiera di libertà. Il passato è avvolgente, si appiccica come un sudario in Last man Standing: qui credo che Bruce ci abbia speso più di una lacrima visto che emergono volti del passato che oggi non ci sono più, dormono sulla collina per dirla con Edgar Lee Master. Fa sorridere il piano che emerge nell'attacco di un brano che, dal titolo, è una celebrazione delle chitarre: si intitola House of a Thousand Guitars. Forse il più melodico, dolce di Letter to You.

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If I was the Priest...chissà cosa sarebbe successo. Questo brano veleggia intorno al mezzo secolo di vita eppure ha una freschezza pazzesca. Sembra scritto davanti a una sfera di cristallo perché riguardando oggi la vita di Springsteen, beh tante cose qui erano già scritte. In Ghost si concede il vezzo di una melodia un po' ruffiana, nel senso buono ovviamente. Scopriamo qui un artista che ogni tanto sa indulgere a una sana leggerezza...davvero una situazione "fantasma" nella sua storia. Song of Orphans arriva anch'essa dai Settanta ed è toccante, nel ritmo e nelle parole. Tornando indietro nella tracklist incontriamo il ritmo serrato di Janey Needs A Shooter e la dolcezza struggente di The Power Of Prayer, una preghiera laica, una delle canzoni che più inducono alla riflessione. Spendo le ultime parole per Rainmaker una ballad avvolgente e coinvolgente che ci spinge ad alzare gli occhi al cielo sperando di vedere piovere una Letter to You.

<<enter caption here>> at Walter Kerr Theatre on December 15, 2018 in New York City.

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