Il 17 giugno di 21 anni fa l’inedito trio di cantautori diede vita alla canzone contro tutte le guerre. Un successo straordinario con oltre 350 mila copie vendute
Il 17 giugno 1999 Luciano Ligabue (FOTO), Jovanotti (FOTO) e Piero Pelù pubblicarono l’inedito “Il mio nome è mai più” nato da un inedito progetto e stimolato dall’intervento militare della NATO durante la guerra del Kosovo. Il singolo venne inciso per raccogliere fondi per Emergency e destinati in particolare ai progetti umanitari in Afghanistan, Cambogia, nei paesi della ex Jugoslavia e in Sierra Leone. “Il mio nome è mai più” diventò la canzone più venduta del 1999 con oltre 350 mila copie vendute. All’interno del progetto anche una versione strumentale e un videoclip. Tutto nacque nel corso di una settimana con Ligabue e Jovanotti (la dedica alla moglie Francesca) che registrarono la loro parte vocale allo Zoo studio di Correggio, mentre Piero Pelù lavorò da Firenze.
Il singolo e le esibizioni dal vivo
Sul retro del singolo è pubblicato un messaggio del trio: «A pochi mesi dal "giro" di millennio la nostra cosiddetta società "civile" conta al proprio interno 51 guerre in corso. Allo stesso tempo essere contro la guerra (qualsiasi guerra) sembra voler dire assumere una posizione politica. Be' vogliamo essere liberi di sentirci oltre qualsiasi posizione del genere affermando che, per noi, non ci sarà mai un motivo valido per nessuna guerra». All’interno anche una mappa con le 51 guerre in corso nel mondo nell’anno 1999 (quello di pubblicazione) e le zone a rischio bellico. La canzone non è inserita in nessun album di Ligabue e Jovanotti (le frasi più belle delle sue canzoni) , mentre Piero Pelù scelse di includerla in “Presente”. Dal vivo invece i tre artisti hanno eseguito “Il mio nome è mai più” in tre occasioni: il concerto di Ligabue all'Arena di Verona nel 1999, al Live 8 a Roma il 2 luglio 2005 con Ligabue (le frasi più belle delle sue canzoni) alla chitarra acustica e in occasione dell'evento “Italia Loves Emilia”, nel settembre 2012. In quest’ultima occasione ci fu la partecipazione anche di Fiorella Mannoia e Claudio Baglioni.
I ricordi di Saturnino
In un’intervista per il ventennale della pubblicazione, Saturnino, bassista e collaboratore di Jovanotti, raccontò la spontaneità della canzone. L’artista si trovava nello studio di registrazione con Ligabue e Jovanotti e portò un pedale usato perlopiù per il funk americano e un basso preso da poco. I due strumenti vennero utilizzati quasi per caso in particolare il basso è stato registrato a due canali, una particolarità che ha caratterizzato il brano. Lo stesso Saturnino ha ricordato come “Il mio nome è mai più” venne registrata e stampata nell’arco di una settimana: «In quel periodo si comprava ancora il supporto fisico e anche il merchandising aveva una forte valenza per il pubblico. Una sera a tavola avevamo provato a fare un pronostico di vendita. Né io né i tre cantanti l’abbiamo azzeccato. I numeri raggiunti sono andati ben oltre ogni previsione».
Il testo di “Il mio nome è mai più”
Io non lo so
chi c'ha ragione e chi no
se è una questione di etnia, di economia,
oppure solo follia: difficile saperlo
Quello che so
è che non è fantasia
e che nessuno c'ha ragione e così sia.
A pochi mesi da un giro di boa per voi così moderno
C'era una volta la mia vita
c'era una volta la mia casa
c'era una volta e voglio che sia ancora
E voglio il nome di chi si impegna
a fare i conti con la propria vergogna
Dormite pure voi che avete ancora sogni, sogni, sogni.
IL MIO NOME È MAI PIÙ, MAI PIÙ, MAI PIÙ
Eccomi qua,
seguivo gli ordini che ricevevo
c'è stato un tempo in cui lo credevo
che arruolandomi in aviazione
avrei girato il mondo
e fatto bene alla mia gente
e fatto qualcosa di importante.
In fondo... a me piaceva volare...
C'era una volta un aeroplano,
un militare americano
C'era una volta il gioco di un bambino.
E voglio i nomi di chi ha mentito
di chi ha parlato di una guerra giusta
Io non le lancio più le vostre sante bombe.
IL MIO NOME È MAI PIÙ, MAI PIÙ, MAI PIÙ
Io dico si dico si può
saper convivere è dura già, lo so.
Ma per questo il compromesso
è la strada del mio crescere.
E dico sì al dialogo
Perché la pace è l'unica vittoria
l'unico gesto in ogni senso
che dà un peso al nostro
vivere, vivere, vivere.
Io dico sì, dico si può
cercare pace è l'unica vittoria
l'unico gesto in ogni senso
che darà forza al nostro vivere.