Bob Dylan sul Coronavirus: "Forse siamo alla vigilia dell'autodistruzione"

Musica

In una lunga intervista al New York Times, il cantautore ha parlato del Coronavirus, dell’industrializzazione incontrollata e della morte di George Floyd

Per presentare “Rough And Rowdy Ways”, nuovo album di inediti a distanza di otto anni dall’ultimo, Bob Dylan (le frasi più belle delle sue canzoni) ha rilasciato una lunga intervista al New York Times. Il cantautore e premio Nobel nel 2016, considerato tra i più influenti al mondo, ha affrontato anche il tema del Coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - I NUMERI ITALIANI: GRAFICHE) individuando il 2020 come anno della possibile “autodistruzione”. Una riflessione amara ma lucida: “Credo che sia l’anticipazione di qualche altra cosa. L’estrema arroganza può avere delle punizioni esemplari. Forse siamo alla vigilia della distruzione, ci sono molti modi in cui poter pensare di questo virus. Penso che l’unica cosa da fare sia lasciargli compiere il suo percorso”. La conversazione ad ampio raggio ha affrontato anche i motivi che hanno spinto Bob Dylan ad un nuovo album di inediti, una sorta di scatto di creatività: “La maggior parte delle mie canzoni recenti sono così. I testi sono reali, tangibili, non sono metafore. Le canzoni sembrano conoscersi e sanno che posso cantarle, vocalmente e ritmicamente”.

Bob Dylan e l’industrializzazione incontrollata: “Saremo tutti più vulnerabili”

Bob Dylan ha poi ampliato il discorso della possibile distruzione del pianeta facendo riferimento anche all’industrializzazione incontrollata del pianeta: “Ci sono un sacco di ragioni per avere apprensione, c’è di sicuro molta più ansia e nervosismo in giro ora che prima. Ma questo si applica solo alle persone di una certa età, come noi. Abbiamo la tendenza a vivere nel passato, ma riguarda solo noi. I giovani non hanno questa tendenza, loro non hanno passato, quindi tutto quello che sanno è ciò che possono vedere e sentire, e credono in qualsiasi cosa. Tra venti o trent’anni saranno in prima linea. La tecnologia ci renderà tutti più vulnerabili ma i giovani non la pensano allo stesso modo, francamente non gliene importa minimamente perché loro sono nati in questo mondo, il nostro è già obsoleto”. Nell’intervista rilasciata al New York Times ha anche parlato brevemente della morte di George Floyd: “Speriamo che la giustizia arrivi presto per la famiglia Floyd e per la nazione“.

Il nuovo album “Rough and Rowdy Ways”

Rough and Rowdy Ways”,  il nuovo album di inediti di Bob Dylan, è stato anticipato dal singolo “Murder Most Foul” della durata di 17 minuti e pubblicato a sorpresa durante il lockdown. Il brano racconta l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy e la cultura americana degli anni 60. Successivamente sono state rese note altre due canzoni “I Contain Multitudes” e “False Prophet” che hanno anticipato parte delle canzoni del nuovo progetto discografico. In particolare “False Prophet” tratta temi come l'amore e gli inganni della vita. Presente anche una citazione per Martin Luther King, riferimenti biblici e gli eterni misteri del mondo. “Rough and Rowdy Ways” arriva ad otto anni di distanza da “Tempest”, ultimo album di inediti. In questi anni Bob Dylan ha pubblicato tre album di cover e diverse uscite discografiche con live, cofanetti da collezione e bootleg.

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