Il cantante è indagato per furto aggravato e dovrà comparire il 20 settembre davanti ai giudici
Per cercare di riprendersi dallo shock dell’arresto alla Rinascente di Milano, dove venerdì 31 maggio è stato fermato dalla polizia per furto aggravato assieme a una donna di 53 anni, Marco Carta è volato in Grecia.
A Mykonos per la precisione, dove i paparazzi del settimanale «Chi» l’hanno immortalato in compagnia del fidanzato dall’identità ancora top secret. Baci, abbracci, coccole: una fuga romantica in pieno stile, per provare a dimenticare ciò che è successo e che ancora deve succedere.
Marco Carta: il processo del 20 settembre
Se, infatti, durante il processo, il giudice ha deciso di non convalidargli l’arresto (a differenza di quanto accaduto alla donna che era assieme a lui: Fabiana Muscas, infermiera presso l’ospedale Brotzu di Cagliari), il cantante sardo resta comunque indagato per furto aggravato. E dovrà, pertanto, comparire il 20 settembre davanti ai giudici.
In quell’occasione, saranno analizzate le riprese delle telecamere di sorveglianza: un elemento che non sembra preoccupare il vincitore di Sanremo 2009, anzi. «È tranquillo, perché è sicuro di essere innocente» ha affermato il legale del ragazzo, l'avvocato Simone Ciro Giordano, sottolineando che «non è escluso che anche noi faremo le acquisire».
Marco Carta: i progetti musicali
Di certo c’è che Carta non vuole in nessun modo che l’increscioso episodio arresti la propria attività musicale, considerando che il 21 giugno uscirà il settimo album della sua carriera: «Bagagli leggeri».
Il disco conterrà anche il brano «Io ti riconosco»: scritto da Stefano Paviani, Gianluca Florulli, Giovanni Pastorin e fatto uscire lo scorso 22 febbraio.
«Riconoscere l’importanza e l’unicità di una persona dai suoi piccoli gesti peculiari è una forma di affetto e di amore vera e profonda» aveva raccontato al tempo il cantante a proposito della traccia. «Siamo sempre alla ricerca di una ricetta definitiva, per capire se la persona che abbiamo a fianco è quella giusta. Basterebbe chiedersi se riusciamo a riconoscerla come unica nei gesti e nelle abitudini di ogni giorno. “Io ti riconosco è questo”: un inno alla necessità delle cose semplici come prova dell’unicità delle persone».