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Sanremo 2019, Negrita al Festival con "I ragazzi stanno bene": il testo

Musica

"I ragazzi stanno bene" è il brano che i Negrita hanno portato sul palco del Festival di Sanremo a 16 anni di distanza dall'ultima partecipazione

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I Negrita hanno scelto il Festival di Sanremo 2019 per presentare la canzone “I ragazzi stanno bene”. Il gruppo toscano torna a partecipare alla kermesse canora dopo 16 anni e si presenta con una canzone che rappresenta un rifiuto. Come raccontato dai Negrita sui social, il brano è una non accettazione di certe storture che la società contemporanea ci regala e ci impone ogni giorno. La band, attualmente composta da Paolo “Pau” Bruni, Enrico “Drigo” Salvi, Cesare “Mac” Petricich, Giacomo Rossetti, Guglielmo Ridolfo e Gagliano Cristiano Dalla Pellegrina, si esibirà nella serata dedicati ai duetti insieme ad Enrico Ruggeri e Roy Paci. Nella prima serata la giuria demoscopica ha piazzato i Negrita in seconda fascia, mentre nella seconda serata le valutazioni della sala stampa ha piazzato la band aretina in ultima fascia. La speranza è quella di migliorare la posizione grazie anche al contributo di Enrico Ruggeri e Roy Paci. Subito dopo la kermesse canora, i Negrita pubblicheranno l’album “I ragazzi stanno bene 1994-2019”, una raccolta che celebra i 25 anni di carriera. All’interno ci sarà anche l’inedito “I ragazzi stanno bene”, brano scelto per Sanremo 2019 ad un anno esatto dall’invito ricevuto per partecipare alla manifestazione canora. «Ci avevano chiamato anche un anno fa, ma non c’erano i tempi tecnici e declinammo l’invito», hanno dichiarato i componenti del gruppo qualche giorno prima del debutto sul palco del Teatro Ariston.

"I ragazzi stanno bene", il testo della canzone dei Negrita

Questo il testo di “I ragazzi stanno bene”, il brano che i Negrita hanno scelto per partecipare al Festival di Sanremo 2019:

Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile

Sarà il peso del mio karma o la mia fortitudine

Con in mano una chitarra e un mazzo di fiori distorti

Per far pace con il mondo dei confini e passaporti

Dei fantasmi sulle barche e di barche senza un porto

Come vuole un comandante a cui conviene il gioco sporco

Dove camminiamo tutti con la testa ormai piegata

E le dita su uno schermo che ci riempie la giornata

Ma non mi va

Di raccogliere i miei anni dalla cenere

Voglio un sogno da sognare e voglio ridere

Non mi va

Non ho tempo per brillare voglio esplodere

Ché la vita è una poesia di storie uniche

E poi trovarsi qui sempre più confusi e soli

Tanto ormai non c’è più tempo che per essere crudeli

E intanto vai, vai che andiamo dentro queste notti di stelle

Con il cuore stretto in mano e con i tagli sulla pelle

Ma i ragazzi sono in strada, i ragazzi stanno bene

Non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene

Scaleranno le montagne e ammireranno la pianura

Che cos’è la libertà? Io credo: è non aver più paura

Di piangere stasera, di sciuparvi l’atmosfera

E di somigliare a quelli come me

Non mi va…

Di lasciarmi abbandonare, di dovermi abituare

Di dovermi accontentare

Sopra di noi la gravità

Di un cielo che non ha pietà

Pezzi di vita che non vuoi perdere

Giorni di festa e altri da lacrime

Ma ho visto l’alba e mette i brividi, i brividi…