Nostalgia del passato per l’artista bolognese, che posta su Instagram una perla poco nota del suo repertorio
Corre l’anno 2003. Cesare Cremonini ha appena 23 anni, ma il cantautore bolognese è una celebrità ormai da tempo grazie al mega successo di “Squerez”, il primo e unico album dei suoi Lunapop, e ha già esordito da solista da un anno con “Bagus”. Ospite di una trasmissione televisiva, improvvisa un brano sconosciuto al grande pubblico: si chiama “St. Peter Castle”, una jam strumentale che strizza l’occhio al funky e al jazz che ha riscosso grande successo nei live dell’artista. Qualche giorno fa, Cremonini ha postato sul suo profilo Instagram l’estratto video di quella esibizione, una vera chicca per i fan che l’hanno trasformata subito in un prodotto virale: le visualizzazioni del video volano già vicine a quota 100 mila. E pensare che su Youtube è disponibile la versione integrale di quella esibizione, ma le visualizzazioni non vanno oltre le seimila. La forza della popolarità.
Le parole di Cremonini e le reazioni dei fan
Cremonini ha accompagnato il post con una interessante riflessione sul mondo della musica. «Questo pezzo nettamente influenzato dagli aperitivi romagnoli degli anni 2000 si chiama “St.Peter Castle”, Traduzione=Castel San Pietro – scrive il cantante bolognese – è il nome di una cittadina a due passi da Bologna famosa per le crescentine, la torre dell’orologio e le terme che attirano i bolognesi durante l’estate (soprattutto le crescentine). Avevo 23 anni e in quel periodo per ogni mio album o singolo scrivevo tracce strumentali di ogni genere. Non vi posso raccontare la faccia dei miei discografici di allora quando gli parlavamo di tracce da 8 minuti o composizioni classiche divise in tre parti come sipario dei miei dischi. Questo video mostra un passaggio a Video Italia ed è un piacere per me riscoprirlo perché testimonia un approccio alla musica che oggi può tornare utile». Reazioni in larga parte entusiastiche da parte dei fan che commentano il video. «Un primissimo Miles Davis», commenta uno alludendo alla performance pianistica di Cremonini. «Avevo la cresta rossa in tuo onore nonostante mio padre», aggiunge un altro, memore dei frequenti cambi di colore utilizzati dal musicista in quegli anni. «Io la uso come suoneria del cellulare da anni», sottolinea un fan di lunga data.
Un Cremonini “nostalgico”
Un periodo di riposo per Cesare Cremonini, dopo un 2018 straordinariamente ricco di successi tra album, singoli, tour ed altro (di recente, Lonely Planet ha inserito i “colli bolognesi” di cui cantava in “50 Special” nella nuova guida su Bologna). E allora sembra un buon momento per guardarsi indietro, almeno stando all’utilizzo che l’artista sta facendo dei suoi social nelle ultime settimane. Fresco di qualche ora è il video di una delle sue primissime hit, “Cara Maggie” dei Lunapop. Ma nei giorni scorsi Cremonini aveva fatto centro postando diversi tributi ai suoi artisti preferiti: i Beatles, Giorgio Gaber, i Queen, Joe Cocker ed altri ancora. Piccoli video inediti di esibizioni private o semplicemente imbracciando la chitarra durante una vacanza al mare. Spaccati di realtà che aiutano l’artista ad entrare in empatia col suo pubblico, in attesa di evoluzioni e nuovi progetti a venire.