Il forte ruolo delle donne nell'avanzata del k-pop

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Le donne dell’universo k-pop stanno dominando il mondo della musica coreana (non senza trascinarsi dietro qualche polemica).

C’è un nuovo genere musicale che sta prendendo piede nel mondo: si tratta del k-pop, uno stile che viene dalla Corea del Sud e che ha per protagonisti giovani ragazzi che – più che come cantanti – sono visti come veri e proprio idols. In questo contesto stanno avendo un enorme protagonismo le donne, tanto che stanno nascendo numerose band interamente al femminile. Blackpink, Oh! GG, Brown Eyed Girls, sono solo alcuni dei gruppi che stanno spopolando anche in Occidente. Ovviamente anche le loro controparti maschili – come i BTS – stanno ricevendo molta attenzione. Ma le donne si stanno imponendo nel k-pop in modo decisamente diverso rispetto a loro.

Il ruolo delle donne nel k-pop

Se i ragazzi del k-pop si mostrano come gentili, delicati, dolci e immersi in un universo fatto di colori allegri, le ragazze si sono costruite un’immagine molto più da “badass”. Spesso vestite di nero, sbarazzine e pienamente consapevoli della loro carica, stanno avendo un successo incredibile non solo in Corea ma anche all’estero. Sono sempre di più le ragazze che imitano – anche in occidente – il loro modo di vestire, attratte da questo genere candy girl con un tocco di rock. Brave, talentuose e musicalmente mature, sono una vera e propria rivelazione.

La creazione di un’artista

Il k-pop esiste in Corea del Sud da molti anni, ma è dal 2003 che ha preso le connotazioni che ha oggi. Sono moltiplicate le competizioni e i reality show che cercano di scovare i talenti dell’anno, e le case discografiche sono pronte a investire milioni sulla formazione di questi idol, che devono imparare a muoversi, parlare, ballare e cantare proprio come ci si aspetta da una vera star del k-pop. Questo modo di creare artisti, però, non è stato esente da critiche: molti musicisti sono convinti che i cantanti k-pop siano troppo artefatti e non ci sia molto spazio per la spontaneità. In Corea del Sud si sono comunque rivelati un enorme successo. E anche in occidente sono sempre di più i big della musica internazionale che si stanno approcciando al k-pop.

Le polemiche sul reclutamento

Il mondo del k-pop però, non è tutto rosa e fiori come apparentemente può sembrare. Tra le polemiche, infatti, si annovera anche il trattamento che sarebbe riservato alle donne. Rispetto agli artisti maschili, infatti, le ragazze sembra subiscano molte più pressioni sulla loro vita personale, che deve rispondere a degli standard ben precisi. Pena, la fine della loro carriera. Sarah Wolfgang è un’ex componente della band femminile TAHITI (un tempo nota come Hanhee) e, dopo aver abbandonato il k-pop, ha confessato alcuni retroscena in base al reclutamento delle ragazze. Ciò che conta, secondo quanto riportato da Sarah, non è il talento, ma l’aspetto fisico. Senza contare che – ma questo coinvolge anche i ragazzi – chi vuole fare carriera nel mondo del k-pop deve sottoporsi a interventi estetici per apparire perfetto e accattivante per il pubblico. Basti pensare che il 50% delle donne coreane si sottopone – prima dei vent’anni – a operazioni per ritoccare naso e palpebre. Le star del k-pop? Non possono essere da meno.

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