Le canzoni di Aretha Franklin che hanno fatto la storia non solo della musica, ma anche della cultura americana
Aretha Franklin, soprannominata la “Regina del Soul” e la cui voce è stata dichiarata ufficialmente “una meraviglia della natura” dallo Stato del Michigan, ha attraversato da protagonista la storia della musica e non solo: negli anni Sessanta divenne motivo di orgoglio per le minoranze di colore americane e divenne un simbolo dell’emancipazione femminile.
La sua voce ha emozionato intere generazioni ed ha fatto commuovere anche il precedente presidente degli USA, Barack Obama, durante un evento tenuto al Kennedy Center Honors in cui sono stati consegnati i riconoscimenti ad artisti che hanno contribuito alla ricchezza della cultura americana.
Sono oltre 50 gli album registrati in studio da Aretha Franklin, gran parte dei quali hanno occupato le prime posizioni nelle classifiche internazionali. Nel 2010 le è stato addirittura conferito il primo posto in assoluto nella classifica “100 greatest singer” da parte di Rolling Stone’s, il periodico musicale statunitense più conosciuto al mondo.
È impossibile stilare una classifica delle sue canzoni migliori, perché tutte hanno rappresentato dei grandi successi, ma queste sono sicuramente tra le più conosciute e sfruttate dai mass media.
- Respect
- (You make me feel like) a natural woman
- I say a little prayer
- Think
- Chain of fools
Respect
Questa canzone, incisa originariamente dal cantante Otis Redding, fu ripresa nel 1967 da Aretha Franklin che ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia ed uno dei suoi principali successi, attualmente presente nelle classifiche delle canzoni più ascoltate di tutti i tempi.
La storia che nasconde dietro “Respect” è particolare. Nel testo originale di Otis Redding il punto di vista è quello di un uomo che chiede alla propria partner di essere rispettato e considerato.
Lei, allora, decise di prendere in mano il brano, riarrangiarlo e stravolgerlo completamente: lo reinterpretò con tutta sé stessa, cambiando i generi sessuali. Proprio per questo motivo la canzone della Franklin divenne un inno dei movimenti femministi ed anti-razziali. Il testo del brano chiede “Rispetto”, ma la sua voce potente dice: “Lo pretendo”.
(You make me feel like) a natural woman
Il brano, registrato da Aretha Franklin nel 1967, divenne una delle sue canzoni più famose e si classificò subito nella “Hot 100”, la principale classifica musicale dell’industria discografica statunitense. Riscosse così tanto successo nei decenni successivi che nel 1999 venne premiato con il Grammy Hall of Fame Award, un riconoscimento che onora le pubblicazioni uscite da almeno 25 anni e che hanno un “significato storico o qualitativo”.
Concepita come una canzone romantica dagli autori Carole King e Gerry Goffin, fu trasformata da Aretha Franklin in un vero e proprio brano da chiesa: una preghiera a Dio più che al proprio compagno. Questa canzone, insieme alle altre presenti nell’album “Lady Soul”, ha una profondità maggiore rispetto alle precedenti, in particolare dovuta alla perdita del caro amico Otis Redding.
I say a little prayer
Questa cover, realizzata originariamente dalla cantante Dionne Warwick e reinterpretata da Aretha Franklin, fu pubblicata nell’album “Aretha Now” nel 1968, diventando un vero e proprio standard musicale, ovvero un tema musicale molto noto che col tempo è divenuto un classico.
Il brano, scritto da Hal David, è ritenuto una delle più belle canzoni d’amore contro la guerra: le parole di “I say a little prayer” sono una preghiera di una donna per il ritorno dell’amato dalla guerra in Vietnam.
Think
Il brano, scritto dalla stessa Aretha e dal marito Ted White, è un vero e proprio inno alla libertà femminile. Nel 1968 scalò le principali classifiche di tutto il mondo ed in Italia raggiunse il 48esimo posto della hit parade. Un particolare successo ottenne anche la versione di “Think” presente nella colonna sonora del film “Blues Brothers” del 1980.
“Think” è una canzone veloce e furiosa. Nel ritornello Aretha canta per otto volte la parola “Freedom” a rimarcare il concetto di libertà ed è proprio in questo brano che la sua notevole estensione vocale viene evidenziata dai suoi numerosi vocalizzi.
Chain of fools
Questa canzone ebbe un successo senza pari. Pubblicata nel 1967 il brano rimase per quattro settimane in cima alle classifiche.
L’arrangiamento di “Chain of Fools” è frutto della creatività di Aretha, mentre la nota introduzione alla chitarra è di Joe South, un famoso cantautore e chitarrista statunitense. Il testo, scritto da Don Covay, descrive perfettamente la relazione burrascosa e violenta che Aretha Franklin ebbe col marito Ted White.