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"Il silenzio degli innocenti", dal romanzo agli Oscar: le 5 curiosità sul film

Cinema
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Compie 30 anni uno dei film più celebri nella storia del cinema. Anthony Hopkins e una giovane Jodie Foster, entrambi premiati con l’Oscar per i ruoli di Hannibal Lecter e Clarice Starling, furono i protagonisti di quella che è la rappresentazione sul grande schermo dell’omonimo romanzo di Thomas Harris, pubblicato nel 1988. La pellicola, diretta da Jonathan Demme, vinse cinque statuette e presenta numerosi aneddoti: ecco quelli più curiosi

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Il 14 febbraio del 1991 usciva nelle sale statunitensi il film The silence of the lambs, che in italiano verrà poi tradotto con Il silenzio degli innocenti. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Thomas Harris, pubblicato nel 1988, vide come protagonisti Anthony Hopkins e una giovanissima Jodie Foster, entrambi premiati con l’Oscar per i ruoli di Hannibal Lecter e Clarice Starling. Il film fu un vero successo e venne premiato con cinque statuette: a distanza di 30 anni è dunque difficile non ricordarne la trama e la grande interpretazione degli attori. Allo stesso modo, per via della popolarità del film e del suo ruolo nell’immaginario comune, sono tante le curiosità che lo caratterizzano: ecco quelle più particolari.

Anthony Hopkins prese spunto da Charles Manson e Audrey Hepburn

È stato lo stesso attore di origini britanniche a confessare che per interpretare più realisticamente il personaggio di Hannibal Lecter prese spunto da Charles Manson. In particolare, racconta Hopkins, visionò attentamente moltissimi video degli interrogatori fatti dalla polizia al criminale americano accorgendosi che non sbatteva mai le palpebre. Così, la star gallese decise di copiare quell’atteggiamento riuscendo a riprodurre uno sguardo freddo e inquietante. Non solo: Hopkins ha successivamente rivelato anche di aver copiato il modo di parlare di Audrey Hepburn: "Mi sono ispirato a lei per il modo di parlare di Hannibal, quel suo gorgheggiare tagliente; pensavo sempre a lei quando mi preparavo per Lecter".

Anthony Hopkins vinse l’Oscar recitando meno di 25 minuti

In un film che dura circa 120 minuti, Anthony Hopkins - pur essendone il protagonista principale nel personaggio di Hannibal Lecter, lo psichiatra e criminologo ossessionato dall'antropofagia e quindi chiamato Hannibal il cannibale, - recita soltanto per 24 minuti e 52 secondi. Ciò non impedì alla star di vincere il premio Oscar come miglior attore nel 1992. Tuttavia, non si tratta di un record assoluto: l’attrice americana Patricia Neal vinse il premio Oscar nel 1964 come migliore attrice protagonista recitando per 21 minuti e 51 secondi. La star interpretava il personaggio di Alma Brown nel film Hud, il selvaggio di Martin Ritt con Paul Newman.

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Anthony Hopkins nei panni di Hannibal Lecter - Webphoto

Né Jodie Foster né Anthony Hopkins erano la prima scelta del regista

Come spesso accade con i più grandi successi cinematografici, anche nel caso de Il silenzio degli innocenti i protagonisti principali erano in realtà delle seconde scelte. Pare infatti che per il ruolo di Hannibal Lecter, il regista Jonathan Demme non avesse subito scelto Anthony Hopkins: il copione era stato inviato a Sean Connery, che però ritenne “rivoltante” il film e rifiutò di farne parte. Neppure Jodie Foster, all’epoca trentenne ma già con un Oscar vinto nel 1989 e una carriera decennale alle spalle, era la Clarice Starling del progetto iniziale: per quel ruolo il regista aveva pensato a Michelle Pfeiffer salvo poi cambiare idea. Inoltre, la stessa Foster, anni dopo le riprese del film, confessò di non aver mai rivolto la parola ad Anthony Hopkins se non per girare le scene: “Ero terrorizzata da te, ti chiedo scusa”, disse sorridendo al suo compagno di set. Entrambi finirono per vincere l’Oscar.

La locandina del film contiene un’opera d’arte nascosta

C’è un’opera d’arte di Salvador Dalí nella celeberrima locandina del film: l’immagine è quella di una donna con una falena sulle labbra, figura che rimanda alla tecnica di Buffalo Bill, il killer che nella pellicola uccide le sue vittime per poi inserire nella loro bocca un esemplare di acheronzia atropos, un tipo di lepidottero. Tuttavia, nella locandina le classiche macchie dell’insetto sono state sostituite da un teschio che a sua volta rappresenta la famosa foto artistica In Voluptas Mors dell’artista catalano, il quale raffigurò il simbolo della morte attraverso la particolare disposizione di sei donne nude.

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Il particolare della foto di Dalí nella locandina de "Il silenzio degli innocenti" - Webphoto

La citazione sul Chianti ha un significato nascosto?

“Uno che faceva un censimento una volta tentò di interrogarmi: mi mangiai il suo fegato con un bel piatto di fave e un buon Chianti”. È sicuramente una delle frasi più celebri del film ma potrebbe in realtà avere un significato nascosto. Secondo l’Indipendent, infatti, ci sarebbe un doppio senso di origini mediche dietro la scelta di questo accostamento: fave, fegato e vino, in questo caso il Chianti, sarebbero alimenti fortemente sconsigliati nei soggetti sottoposti a terapie a base di specifici antidepressivi, i cosiddetti I-MAO, ovvero quelli somministrati negli istituti psichiatrici. Medicinali che anche Lecter avrebbe dovuto prendere. Questa categoria di farmaci, però, può causare effetti collaterali gravissimi se assunta con questa particolare combinazione. In base alla lettura tra le righe di quella frase, quindi, Hannibal Lecter avrebbe voluto far capire all'agente Starling che non stava assumendo gli antidepressivi e che era dunque in pieno e assoluto possesso delle sue facoltà mentali.

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