Federico Fellini, 30 anni fa l'addio al regista: le locandine di tutti i suoi film. FOTO
Considerato uno dei più grandi registi italiani di sempre, si è spento il 31 ottobre del 1993. In quasi cinquant’anni di carriera ha diretto film diventati cult e che l’hanno reso celebre nel mondo. Quattro sue pellicole - La strada, Le notti di Cabiria, 8½, Amarcord - hanno vinto l'Oscar per il miglior film in lingua straniera. Per celebrarlo, ecco le locandine dei 19 lungometraggi che ha girato per il cinema
Il 31 ottobre 1993, 30 anni fa, si spegneva uno dei più grandi registi italiani di sempre: Federico Fellini. In quasi cinquant’anni di carriera ha diretto film diventati cult e che l’hanno reso celebre nel mondo. Ha ottenuto tantissimi riconoscimenti: candidato 12 volte al Premio Oscar, gli è stato conferito nel 1993 quello onorario alla carriera. Quattro sue pellicole - La strada, Le notti di Cabiria, 8½, Amarcord - hanno vinto la statuetta per il miglior film in lingua straniera. Per celebrarlo, ecco le locandine dei 19 lungometraggi che ha girato per il cinema
Federico Fellini, i suoi 10 film più famosi
Luci del varietà. Fellini esordisce alla regia con questo film del 1950 diretto insieme ad Alberto Lattuada. Nel cast ci sono Peppino De Filippo, Carlo Romano, Giulietta Masina, Carla Del Poggio, Dante Maggio. Il tema è il mondo dell'avanspettacolo e la sua decadenza. Il protagonista è Checco Dalmonte, capocomico della compagnia "Polvere di stelle". La pellicola ottiene giudizi positivi dalla critica, ma al botteghino non è un successo
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Lo sceicco bianco. Nel 1952 c’è il primo lungometraggio per il cinema che Fellini dirige da solo. Da questo momento, il suo ruolo da regista prende il sopravvento su quello da sceneggiatore e comincia a emergere il suo stile definito fantarealismo. Nel cast ci sono Alberto Sordi, Brunella Bovo e Leopoldo Trieste. La trama ruota attorno a una coppia di sposini, Ivan e Wanda, che arriva a Roma in viaggio di nozze. Anche in questo caso, il film è un insuccesso al botteghino
70 anni di Lo Sceicco Bianco di Fellini, l'omaggio di Rimini
I vitelloni. Nel 1953 arriva il primo successo di Fellini. Il film racconta le vicende e la vita di provincia di un gruppo di amici a Rimini: c’è l'intellettuale Leopoldo (Leopoldo Trieste), il donnaiolo Fausto (Franco Fabrizi), il maturo Moraldo (Franco Interlenghi), l'infantile Alberto (Alberto Sordi) e l'inguaribile giocatore Riccardo (Riccardo Fellini). La pellicola vince il Leone d'argento alla Mostra del cinema di Venezia e ha successo anche all’estero
Federico Fellini, la sua storia
La strada. Ma per Fellini il grande successo internazionale arriva con questo film del 1954. La trama racconta il rapporto, tenero e turbolento, tra due artisti di strada che percorrono l'Italia nell'immediato dopoguerra: sono Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina, e Zampanò, interpretato da Anthony Quinn. Nel 1957 la pellicola vince l’Oscar al miglior film in lingua straniera, istituito proprio quell’anno
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Il bidone. Nel 1955 esce questo film, che però è accolto in modo freddo da critica e pubblico. Racconta di tre truffatori specializzati nel fare bidoni e truffe ai danni di poveri contadini. Nel cast ci sono Broderick Crawford, Richard Basehart, Franco Fabrizi e Giulietta Masina
Le notti di Cabiria. Il successo torna nel 1957 con il lungometraggio successivo, il sesto diretto da Fellini per il cinema. La protagonista è ancora una volta Giulietta Masina, moglie del regista: interpreta Maria Ceccarelli, una prostituta di Acilia che si fa chiamare Cabiria. La pellicola ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui l’Oscar al miglior film straniero
La dolce vita. Nel 1960 arriva uno dei capolavori di Fellini, considerato tra i film più famosi della storia del cinema. È un viaggio all'interno della dolce vita romana alla fine degli anni Cinquanta. Nel cast ci sono Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, che entra nella memoria collettiva con la celebre scena del bagno nella Fontana di Trevi. La pellicola vince la Palma d'oro al Festival di Cannes e Fellini ottiene la candidatura agli Oscar come miglior regista
8½. Nel 1963 esce un altro capolavoro di Fellini, che segna la sua consacrazione tra i grandi registi. Il film è considerato una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi e fonte d'ispirazione per generazioni di registi. Al centro della trama c’è Guido Anselmi, un regista confuso alle prese con la sua prossima opera. A interpretarlo è Marcello Mastroianni. Nel cast c’è anche Claudia Cardinale, che per la prima volta recita con la sua voce. Tra i tanti riconoscimenti, la pellicola vince l’Oscar come miglior film straniero
Giulietta degli spiriti. È il nono lungometraggio per il cinema diretto da Fellini, il primo in cui il regista adotta il colore. Esce nel 1965 e la protagonista è ancora una volta Giulietta Masina: interpreta una signora dell'alta borghesia romana, in vacanza nella sua villa di Fregene, che entra in crisi quando scopre che il marito potrebbe avere un nuovo amore. L'accoglienza della critica è tiepida
Fellini Satyricon. Il successo torna con questo film del 1969, libera trasposizione dell'omonima opera di Petronio Arbitro della letteratura latina del I secolo. I protagonisti sono Ascilto ed Encolpio, due giovani scapestrati romani che vivono di espedienti nella Roma imperiale. Fellini viene anche candidato all’Oscar come miglior regista
Roma. È l’undicesimo lungometraggio diretto da Fellini per il cinema. Esce nel 1972 e viene presentato fuori concorso al Festival di Cannes. All’inizio l’accoglienza è tiepida, poi il film è stato rivalutato dalla critica. È composto da nove episodi, slegati tra loro. Mostra Roma, vista da Fellini, attraverso varie fasi della sua vita e fino alla città contemporanea
Amarcord. Anche questo film, del 1973, è incentrato sulla memoria. Racconta della vita in un antico borgo di Rimini, con tutti i suoi personaggi caratteristici. Qui vive Titta, che naviga attraverso l'adolescenza verso l'età adulta. È tra le pellicole più famose del regista: ha vinto l’Oscar come miglior film straniero, mentre Fellini ha ottenuto la candidatura come miglior regista. La parola Amarcord - che deriva da un’espressione dialettale romagnola - entra nel lessico italiano con il significato di “rievocazione nostalgica dei tempi che furono”
Il Casanova di Federico Fellini. Per questo film del 1976, Fellini sceglie come protagonista Donald Sutherland, che veste i panni di Giacomo Casanova. Anche in questo caso i riconoscimenti sono tanti, tra cui un Oscar per i migliori costumi
Prova d'orchestra. Questo film del 1979, maturato durante gli anni di piombo, è considerato il più “politico” di Fellini. È stato presentato fuori concorso a Cannes. Racconta dei membri di una orchestra che, durante le prove, vengono intervistati da una troupe televisiva
La città delle donne. Anche questo film, del 1980, è stato presentato fuori concorso a Cannes. Il protagonista è Marcello Mastroianni: interpreta Marcello Snàporaz, un uomo maturo e incauto che, durante un viaggio in treno, ha un flirt con una misteriosa signora. Sceso dal treno, decide di seguirla e si addentra nei pericolosi meandri del pianeta donna
E la nave va. Nel 1983 esce il sedicesimo lungometraggio diretto da Fellini. Racconta dei variegati passeggeri del transatlantico Gloria N., che nel 1914 porta dall'Italia all'Egeo le ceneri della grande soprana Edmea Tetua per spargerle in mare. Bombardata dagli austro-ungarici, dopo aver compiuto la sua missione la nave cola a picco
Ginger e Fred. Giulietta Masina e Marcello Mastroianni sono i protagonisti di questo film del 1986. Interpretano Amelia Bonetti e Pippo Botticella, in arte Ginger e Fred: sono due attempati ballerini di tip-tap, ormai fuori dal giro, che vengono coinvolti in una sorta di "operazione nostalgia"
Intervista. È un film del 1987. Nato come progetto televisivo, è stato distribuito nelle sale cinematografiche. La trama: Fellini sta girando un nuovo film, tratto dall'opera America di Franz Kafka, e una troupe di giornalisti stranieri è sul set per fare al regista alcune domande sulla sua carriera. Il regista, così, ricorda alcuni aneddoti mentre intorno a loro accadono curiosi episodi
La voce della Luna. Diciannovesimo lungometraggio diretto da Fellini, è il suo addio al cinema. Uscito nel 1990, è liberamente tratto da Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni. I protagonisti sono Roberto Benigni e Paolo Villaggio. La trama ruota intorno a Gonnella, un paranoico complottista, e al suo amico Ivo Salvini, un poeta malinconico e innamorato: insieme vivono un'avventura onirica nella Pianura Padana. La pellicola nel tempo è stata riconsiderata dalla critica per il suo valore
La Dolce Vita, il capolavoro di Federico Fellini. FOTO)
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