Frankenstein, il senso del film raccontato attraverso i costumi. FOTO
L'aspetto visivo dell'ultima opera di Guillermo del Toro si presta a numerose analisi e svela nuovi e orginali piani narrativi della storia. Make-up, acconciature e costumi di scena approfondiscono idee e messaggi contenuti nella sceneggiatura, raccontando aspetti nascosti dei personaggi, la loro progressione e la loro decadenza.
A cura di Vittoria Romagnuolo
Frankenstein di Guillermo del Toro, in streaming su Netflix dal 7 novembre (disponibile anche su Sky Q, Sky Glass e Now tramite app Smart Stick), già uno dei titoli più rilevanti della stagione, ha conquistato il pubblico per tante ragioni, non ultimo l'affascinante aspetto visivo che sviluppa al massimo delle sue possibilità estetiche l'idea dell'autore messicano di fiaba horror ambientata in un universo gotico rivisitato. Il nuovo adattamento del classico di Mary Shelley è un'opera dark e romantica. I costumi sono fondamentali per dare senso alla storia.
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Del Toro ha lavorato fianco a fianco con Kate Hawley (già costumista di Crimson Peak) per rivedere l'universo gotico e vittoriano che fa da sfondo agli adattamenti tradizionali del Frankenstein di Shelley. Spostando in avanti l'orizzonte temporale della storia, l'autore getta sul tutto un'idea di modernità e progresso inedite. Il guardaroba dei personaggi, dal quale sparisce il nero vittoriano, diventa uno strumento essenziale per inserire lampi di colore nella narrazione.
I costumi di Elizabeth Lavenza, interpretata da Mia Goth, riflettono l'anima del personaggio e la sua eccezionalità nella storia. Le sue crinoline sono sempre ricche di dettagli significativi. L'abito verde nella foto ha il colore e le venature della pietra di malachite e richiama il motivo delle cellule e delle cavità anatomiche che Viktor Frankenstein esplora costruendo la Creatura. Nella parte posteriore l'abito si chiude con un'allacciatura di corda color osso che richiama l'anatomai della colonna vertebrale umana.
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La costumista Kate Hawley, in una recente intervista ad Harper's Bazaar, ha descritto l'importanza del colore nella storia. Il rosso cardinale qui è un rosso sangue che accompagna la storia di Viktor. Il colore, che compare in una meravigliosa scena in cui lui, bambino, è con l'adorata madre, riccorre nei suoi incubi. Rosso è anche l'arcangelo che gli svela la via di creazione e orrore e che, infine, diventa presagio di morte.
Anche Elizabeth/Mia Goth indossa un abito rosso, scelta non casuale e che salda l'ossessione di Viktor per la ragazza, figlia dell'ossessione che il chirurgo ha maturato fin da piccolo per la madre. Anche questo abito ha un motivo interessante, massimalista e compreso nell'universo scientifico e medico che è proprio di Viktor e che attrae pure la giovane Elizabeth.
Viktor Frankenstein, al pari degli altri uomini della storia, suo fratello William e il barone Harlander, è vestito con abiti romantici e tardo ottocenteschi. Del Toro e Hawley hanno fatto di lui un dandy sui generis, vestito in maniera spesso bizzarra e rock. Oscar Isaac ha spiegato, in un'intervista a Netflix che, quando il personaggio riceve il denaro dal barone per la sua ricerca assume un look da rockstar anni '70. Sul finale, quando diventa più simile alla sua creatura, lo vediamo vestito come lei, con grosse pellicce e abiti ridotti in stracci.
Ancora un look in cui riccorre il rosso porpora per Viktor, nella fase più esaltante della sua vita, quando conosce Elizabeth e se ne innamora ed è nel pieno della sua energia medica e creativa. Il colore è lì per ricordare al pubblico che il pericolo e la minaccia della morte è sempre in agguato.
Gli abiti di Viktor si macchiano di sangue e acidi, si sporcano dei liquidi del laboratorio e diventano punk, secondo la lettura di Oscar Isaac. Il personaggio, da adulto, indossa dei guanti corti di pelle rossa che sono un monito dell'evento più traumatico della sua vita. Nelle scene in cui la madre dà alla luce il secondo figlio e muore di parto, la donna macchia la camicia di Viktor bambino con una mano insanguinata. I guanti rossi sono lì a ricordare quella circostanza per sempre.
Un altro look da dandy di Viktor/Oscar Isaac con la vestaglia di seta e i pantaloni check, un ensemble punk che testimonia la trasformazione dell'animo del personaggio dopo aver dato vita alla Creatura. Il guardaroba dei personaggi è sempre vivido e massimalista, in accordo con l'estetica delle scenografie che però non rubano mai la scena agli interpreti, specie dal punto di vista cromatico.
Quando la Creatura interpretata da Jacob Elordi prende vita è coperta da bende che nascondono le nudità. Questa rappresentazione è mutuata dall'immagine di Cristo, col torace nudo, segnato dalle ferite del martirio.
I vestiti sono importantissimi per l'evoluzione della Creatura che rivela la sua umanità crescente, non a caso, gli abiti fanno parte del dono della famiglia della casa nella foresta. Gli abiti rubati al soldato caduto in battaglia sono ancora una volta simbolo della sua identità nata da quella di altri uomini morti. Con la sua evoluzione, la Creatura acquisisce postura eretta. Gli abiti stratificati e pesanti sono una corazza per difendersi dagli sguardi di un mondo disumano.
Elizabeth e la Creatura sono connessi intimamente fin dal loro primo incontro. Entrambi sono sempre vestiti a strati: leggeri e luminosi quelli della ragazza, pesanti e logori quelli della creatura. Elizabeth muore da sposa di Frankenstein, con un wedding dress che ha un corsetto dal design anatomico, che richiama la gabbia toracica, evidente quando dal suo corpo fuoriesce il sangue della ferita mortale. L'abto da sposa è pieno di dettagli fluttuanti che sono uguali alle bende della Creatura,
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Elizabeth è una figura scintillante e mercuriale nell'universo di Frankenstein reso da del Toro come una fiaba sontuosa e mai cupa. La costumista Kate Hawley ha messo insieme molte ispirazioni anche curiose per definire il look nei dettagli. I gioielli del film, tutti di Tiffany & Co. sono stupefacenti per il loro potere narrativo. Questa collana con gli scarabei riflette la passione della ragazza per gli insetti.
In molte scene del film Elizabeth indossa un girocollo di corniola rossa con un pendente a croce. Hawley ha detto che quel gioiello è stato realizzato mettendo insieme più gioielli di Tiffany & Co. , con la logica della costruzione della Creatura di Frankenstein. Si tratta di un simbolo di fede, principio che anima la visione del mondo della ragazza che è animata da una genuina curiosità per la scienza.
Tiffany & Co. che, curiosamente - ricorda Hawley nell'intervista a Bazaar - realizzava strumenti chirurgici negli anni della Guerra di Crimea in cui è ambientato il film, ha aperto i suoi archivi per Frankenstein, la prima collaborazione della casa di Alta Gioielleria con Netflix. In foto, Mia Goth posa davanti a una delle vetrine del flagship store di New York della Maison allestite coi temi del film.
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