Introduzione
Un road movie nella sterminata pianura veneta che viaggia alla velocità con cui si smaltisce una sbronza, un film che ruota attorno a tre temi fondamentali: l’alcol, l’amicizia e l’architettura. Così il regista Francesco Sossai parla dell’aneddoto da cui è nata la sua opera Le città di pianura. "In una notte d’inverno del 2015 incontrammo un giovane studente di architettura dello IUAV di Venezia: nacque una grande amicizia. La mattina dopo, per scherzo, gli parlammo di un film – Le città di pianura, appunto – su due uomini che partivano dalle montagne per andare a bere l’ultima a Venezia". Insomma, un film che è nato un po’ per gioco.
Quello che devi sapere
La trama della commedia
I protagonisti, Carlobianchi e Doriano, entrambi cinquantenni, ossessionati dal bere e in cerca del “bicchiere della staffa” – ossia quell’ultimo bicchiere dopo un’allegra bevuta prima di congedarsi – incontrano il giovane Giulio, studente d’architettura, che prendono sotto la loro ala protettiva. A poco a poco ne cambiano il modo di vivere, la visione del mondo e dell’amore, mentre attraversano il Veneto da bar in bar.
Il cast
Il film, diretto da Francesco Sossai e scritto insieme ad Adriano Candiago, vede come protagonisti Filippo Scotti nei panni di Giulio e i fantastici Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla che vivono in uno stato di ubriachezza perenne. Ma dietro l’alcol, dietro la commedia, lo sberleffo e la voglia di divertirsi, si nascondono disincanto, malinconia e amarezza. Sono personaggi pieni di contraddizioni, che però testimoniano una vita che, nonostante tutto, vale la pena vivere.
Un ritiro sui colli
Sossai ha detto che il film prende ispirazione da ciò che conosce meglio: la sua terra d’origine e le persone che la frequentano, pur non essendoci rimandi autobiografici espliciti. Insieme a Candiago si è ritirato sui colli della Pedemontana dove, in una chiesa abbandonata, hanno sparso tutti gli appunti su un tavolo provando a riorganizzarli come fossero pezzi di una mappa più grande. Tra le principali influenze per Le città di pianura il regista cita Marco Ferreri, Elio Petri, Francesco Rosi, Carlo Lizzani, ma anche la grande tradizione della commedia all’italiana con titoli come Il Sorpasso e I Vitelloni.
Krano e la colonna sonora
Krano, artista veneto che compone musica in dialetto e in stile folk, ha realizzato le musiche originali del film. Sossai ha raccontato che in Veneto esiste un rumore costante di fondo, una sorta di bassa frequenza che accompagna sempre la vita quotidiana: il motore a scoppio, lo spostamento delle merci, automobili, camion, motociclette, aerei. Una cacofonia di suoni indistinti che costituisce il paesaggio sonoro del territorio. La musica di Krano, che racconta il Veneto in dialetto ma con uno stile ispirato al folk americano degli anni Settanta, si è intrecciata con questa dimensione. Proprio la contrapposizione tra la pesantezza del traffico e la leggerezza delle sue melodie è sembrata perfetta per il film.
Le location del film
Le riprese si sono svolte in Veneto, nella pianura da cui il film prende il titolo, ma anche nell’entroterra, tra Sedico, Feltre, Padova, Chioggia e Treviso. Sossai ha spiegato di aver preparato il film lavorando nei luoghi come farebbe un fotografo: scrivendo scene, ascoltando le persone nei bar e sui mezzi di trasporto. Ha isolato i luoghi che lo interessavano e che, messi insieme, davano un’idea complessa della diversità del territorio. L’obiettivo non era giudicare ciò che è bello o brutto, ma offrire uno sguardo più articolato e autentico sulla sua terra.
L'esperienza a Cannes
L'opera del regista bellunese è stata presentata nella sezione Un Certain Regard all’ultima edizione del Festival di Cannes il 21 maggio 2025 riscuotendo anche un discreto successo da parte della critica. Prodotto da Vivo Film con Rai Cinema in collaborazione con Maze Pictures. L’arrivo in sala invece è stato il 2 ottobre scorso con la distribuzione curata da Luky Red e il giorno di debutto si è piazzato al decimo posto come miglior incasso, un risultato interessante considerando i pochi schermi che lo proiettano.