Il regista, intervistato da Variety, spiega che la sceneggiatura era stata completata nel maggio del 2023 e che non può essere stata influenzata dai fatti seguiti al 7 ottobre
Quando Superman è uscito a luglio, tantissimi ci hanno visto evidenti e lampanti riferimenti all’attualità. L’invasione del Jarhanpur da parte della Borovia aveva tanti elementi in comune con i conflitti in Ucraina e a Gaza. Eppure il regista del film, James Gunn, ha ribadito ancora una volta che no, la Palestina non c’entra niente, Israele nemmeno.
I fatti raccontati nel film
Nel film, lo stato della Borovia, il cui presidente parla con ostentato accento russo, punta a invadere il Jarhanpur nascondendo i propri intenti di conquista dietro l’idea di voler liberare la popolazione dal giogo di un governo violento e corretto. Il tutto con il supporto di un alleato decisamente potente: gli Stati Uniti d’America. Superman decide di intervenire, mettendo in discussione il dogma dell’imparzialità dei supereroi nelle questioni internazionali, e alla fine convince anche i membri della Justice Gang a unirsi a lui.
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La spiegazione di James Gunn
Gunn ha spiegato che ogni riferimento alla Palestina è da ritenersi frutto del caso in un’intervista a Variety: “Il 100% della sceneggiatura era già stato scritto prima che qualsiasi cosa accadesse tra Israele e Palestina – ha detto – e tutti continuano a rifiutarsi di credere che il film non parli di questo. Puoi prenderlo come vuoi, dargli il significato che vuoi, ma non l’ho scritto perché fosse una rappresentazione di Israele e Palestina”. Gunn ha precisato che la sceneggiatura del film è stata completata nel maggio del 2023, prima dell’inizio dello sciopero degli sceneggiatori a Hollywood. E prima dei fatti seguiti agli attentati del 7 ottobre, con l’operazione militare israeliana che ha provocato decine di migliaia di morti tra i civili palestinesi.