Tutto il mio folle amore, la vera storia del film stasera in tv

Cinema
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Va in onda su Rai 3, venerdì 25 luglio, il film del 2019 diretto da Gabriele Salvadores, e liberamente ispirato al romanzo "Se ti abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas

Venerdì 25 luglio, in prima serata su Rai 3, va in onda il film del 2019 Tutto il mio folle amore. La sua è una storia vera, raccontata nel romanzo di Fulvio Ervas Se ti abbraccio non avere paura.

La trama 

Tutto il mio folle amore racconta la storia di Vincent, un ragazzo autistico di sedici anni, e del suo incontro improvviso con il padre biologico, Willi, un cantante squattrinato e irrisolto che non ha mai fatto parte della sua vita. Una sera, ubriaco dopo un concerto, Willi si presenta a casa di Mario ed Elena. Vincent, svegliato dalle urla, scopre la verità su suo padre. E si nasconde nel suo pick-up. Inizia così un non pianificato viaggio on the road attraverso i Balcani. Un'avventura fatta di scoperta, conflitti e riconciliazione, durante la quale padre e figlio imparano a conoscersi davvero. Il viaggio diventa metafora del bisogno di libertà, identità e connessione umana.

 

Tutto il mio folle amore è un film intenso e poetico, con una regia che alterna momenti di realismo a suggestioni oniriche. Un film che, per protagonisti, ha Claudio Santamaria nei panni di Willi e Valeria Golino in quelli di Elena, mamma di Vincent. Vincent ha invece il volto del giovane Giulio Pranno.

 

Nella pellicola, Gabriele Salvatores affronta con delicatezza il tema della disabilità, evitando pietismi e scegliendo invece uno sguardo empatico e sincero. Il risultato? Un racconto toccante sull’amore, la diversità e la forza dei legami familiari.

La storia vera

A ispirare Tutto il mio folle amore è stata una storia vera, la storia di Franco Antonello e di suo figlio Andrea, autistico. Fin da quando Franco ha scoperto l'autismo del figlio, ha lottato per regalargli una vita dignitosa, indipendente, normale. A un certo punto della sua vita, ha scelto di mettere in pausa la quotidianità, e di partire insieme ad Andrea per un lungo viaggio tra Stati Uniti e America Latina in sella a una Harley Davidson Electra Glide. Per tre mesi, non ci sono state tappe prestabilite né regole. Andrea ha insegnato a Franco a prendere la vita con fisolofia. Franco lo ha aiutato a rialzarsi, spronandolo a mettersi alla prova sempre. Anche, e soprattutto, dopo le cadute. A quel primo viaggio, ne sono seguiti altri due. Con Andrea sempre più autonomo e indipendente, e con Franco sempre più orgoglioso di quel ragazzo che è molto più che quella diagnosi ricevuta da bambino.

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