Il vincitore della Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes si rivolge all’ONU con un appello contro la guerra tra Iran e Israele e chiede la fine del regime di Teheran, denunciando decenni di oppressione
Jafar Panahi, regista iraniano da anni in conflitto con il regime di Teheran, ha lanciato un appello pubblico via Instagram in cui denuncia la guerra tra Iran e Israele (DIRETTA) chiedendone l’immediata cessazione. Il cineasta, che vive a Teheran, ha recentemente ottenuto la Palma d’Oro al Festival di Cannes per Un Simple Accident. Nel suo messaggio, Panahi si rivolge direttamente all’ONU e alla comunità internazionale affinché intervengano per fermare le violenze e tutelare le popolazioni civili coinvolte nel conflitto.
Condanna alla guerra e alla repressione interna
Nel lungo post su Instagram, Panahi dichiara: “Con piena enfasi sul preservare l'integrità territoriale dell'Iran e il diritto alla sovranità della nazione, chiedo la fine immediata della devastante guerra tra Repubblica Islamica e regime israeliano; una guerra che distrugge vite e infrastrutture vitali da entrambe le parti”. Pur condannando apertamente l’aggressione israeliana – “Israele ha violato l'Iran e dovrebbe essere processato in un processo internazionale come aggressore di guerra” – il regista prende le distanze anche dal governo iraniano. Denuncia infatti “quarant’anni di cattiva gestione, corruzione, oppressione, tirannia e incompetenza” da parte della Repubblica Islamica, sostenendo che l’attuale regime non abbia “né il potere, né la volontà, né la legittimità necessari per governare il Paese o gestire le crisi”. Secondo Panahi, l’unica via d’uscita sarebbe “lo scioglimento immediato di questo sistema e l’avvio di un governo popolare, reattivo e democratico”.

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Denuncia dei crimini e appello alla comunità internazionale
Panahi condanna con fermezza le azioni militari di entrambe le parti, sottolineando che “attacchi missilistici, bombardamenti di aree residenziali e uccisioni mirate di civili sono crimini” e che “morale, politica e sicurezza non sono scuse per questi crimini”. Il regista, già Leone d’Oro a Venezia e Orso d’Oro a Berlino, conclude il suo intervento sollecitando una presa di posizione chiara da parte delle istituzioni internazionali: “Invito l’Onu e la comunità mondiale a costringere immediatamente, con decisione e senza alcuna considerazione o accordo, i due regimi a fermare gli attacchi militari e porre fine alle uccisioni di civili. Continuare il silenzio e l’inerzia significa partecipare alla criminalità”.