A Kim Novak il Leone d’Oro alla carriera. La Mostra di Venezia celebra la diva ribelle
CinemaL' 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia rende omaggio alla star. Attrice leggendaria, musa di Hitchcock e simbolo di indipendenza femminile, Novak viene riconosciuta per un percorso artistico che ha saputo sfidare il sistema, lasciando un'impronta indelebile nella storia del cinema
Un'icona senza tempo. Un volto scolpito nella memoria collettiva del cinema mondiale. Un’anima ribelle in un sistema che raramente tollerava donne indipendenti. Kim Novak, l’indimenticabile protagonista di La donna che visse due volte, riceverà il Leone d’Oro alla carriera alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 27 agosto al 6 settembre 2025.
La decisione, approvata dal Consiglio di Amministrazione della Biennale su proposta del direttore artistico Alberto Barbera, celebra non solo un percorso attoriale leggendario, ma anche una figura che ha saputo trasformare la propria vulnerabilità in forza creativa, imponendosi come pioniera di autonomia femminile nell’industria hollywoodiana.
Le parole di Kim Novak
“Sono molto, molto colpita di ricevere il prestigioso premio del Leone d’Oro da un festival cinematografico tanto rispettato. Essere riconosciuta per l’insieme del mio lavoro in questo momento della mia vita è un sogno che si avvera” – ha dichiarato l’attrice, oggi 92enne, dalla sua casa immersa nella natura dell’Oregon.
L’attrice che disse no
Marilyn Pauline Novak, ribattezzata “Kim” dalla Columbia Pictures per non confondere il pubblico con l’altra Marilyn (Monroe), è stata tutto fuorché un prodotto dello star system. Alla richiesta di conformarsi agli standard di bellezza e docilità imposti da Harry Cohn – il temuto boss della Columbia – Novak oppose intelligenza, coraggio e talento. Accettò di tingersi i capelli del celebre biondo platino, ma pretese di mantenere il proprio cognome. Fondò una casa di produzione nel 1958, all’apice della sua carriera, in un'epoca in cui le donne raramente sedevano dietro le scrivanie dei produttori.
Scelse i ruoli con attenzione, scioperò per ottenere salari equi rispetto ai colleghi maschi, e quando capì che Hollywood rischiava di soffocare la sua libertà, scelse l’esilio volontario. Abbandonò la fama per ritrovare se stessa, lasciandosi alle spalle la “prigione dorata” di Los Angeles per trasferirsi su una scogliera in California e poi tra i boschi dell’Oregon.
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Hitchcock, la vertigine e la memoria
Se c’è un’immagine destinata a resistere nel tempo, è quella di Kim Novak nei panni della misteriosa Madeleine in La donna che visse due volte (1958) di Alfred Hitchcock. Accanto a James Stewart, l’attrice diede corpo e anima a un personaggio tormentato, fragile e magnetico. Quella performance, inizialmente sottovalutata dalla critica, è oggi considerata una delle più alte espressioni del cinema del XX secolo. Il British Film Institute e numerosi sondaggi internazionali hanno definito il film “il migliore di tutti i tempi”.
A suggellare questo legame eterno con Vertigo, alla Mostra sarà presentato in anteprima mondiale il documentario Kim Novak’s Vertigo del regista Alexandre Philippe, realizzato con la collaborazione esclusiva dell’attrice. Un viaggio nel cuore di una donna che ha saputo trasformare l’ansia, la sofferenza e la bipolarità – diagnosticata solo anni dopo – in bellezza artistica e forza espressiva.
La riscoperta e la consacrazione
Per decenni sottovalutata da una critica incapace di leggere la complessità dei suoi personaggi, Novak è oggi universalmente riconosciuta come una delle interpreti più raffinate e sincere del cinema classico. La sua recitazione naturale, priva di manierismi, ha resistito alla prova del tempo. Dopo i premi ricevuti ai festival di Berlino, Cannes, Toronto e Praga, il Leone d’Oro alla carriera rappresenta il suggello di una riabilitazione critica tanto attesa quanto meritata.
Alberto Barbera, nel motivare il riconoscimento, ha sottolineato:
“Assurta al ruolo di Diva senza averne l’intenzione, Kim Novak ha incarnato una stagione intera del cinema hollywoodiano, diventando una stella libera, una ribelle nel cuore del sistema”.
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Da diva a poetessa
Oggi Kim Novak vive circondata dagli animali, nella sua proprietà sulle rive del fiume Rogue. Dopo la morte del marito, il veterinario Robert Malloy, nel 2020, si è dedicata alla pittura e alla poesia. Le sue opere sono state esposte al Butler Museum of American Art, alla San Francisco Historical Society e al Museo Nazionale di Praga. Con i suoi tre cani da salvataggio e il cavallo Poet, Kim Novak ha ritrovato quella libertà che Hollywood le aveva quasi sottratto.
Una leggenda indipendente
Il Leone d’Oro alla carriera non è solo un tributo a un’attrice. È l’omaggio a una visione del cinema e della vita. Kim Novak non è mai stata solo “bella” o “glamour”. È stata una donna che ha scelto la complessità, che ha combattuto per l’indipendenza, che ha saputo dire addio alle luci della ribalta per ascoltare la propria voce interiore.
Il suo volto rimarrà per sempre legato alla magia irripetibile di un cinema che faceva sognare. Ma la sua eredità è più grande: è quella di una donna che, in un mondo costruito per limitarla, ha saputo essere libera.