Festival di Cannes 2025, attesa per il ritorno del regista iraniano dissidente Jafar Panah

Cinema
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Dopo anni di censura e arresti, il regista torna a Cannes con un nuovo film dal titolo "Un simple accident", girato clandestinamente. È il suo primo titolo dopo la revoca del divieto di espatrio nel 2023

Dopo anni di assenza forzata, il regista iraniano Jafar Panahi torna ufficialmente al Festival di Cannes (LO SPECIALE). Sarà infatti presente con il suo nuovo film Un simple accident, il primo girato dopo la revoca del divieto di espatrio imposto dalle autorità iraniane per oltre 14 anni. Panahi, 64 anni, è giunto in Francia con la moglie per incontrare la figlia, dopo aver riottenuto il passaporto nell’aprile 2023. Il film sarà presentato domani, ma vista la delicatezza della situazione politica, resta una certa cautela sulla sua effettiva partecipazione pubblica. In Italia, l'opera arriverà in sala nella prossima stagione con Lucky Red.

Un film girato di nascosto

Di Un simple accident si sa ancora poco: la sinossi diffusa parla semplicemente di una catena di eventi innescata da un piccolo incidente. È certo però che il film è stato realizzato senza autorizzazione ufficiale da parte del governo iraniano, seguendo lo stile clandestino che ha contraddistinto gran parte della carriera recente di Panahi. L’autore de Il palloncino bianco (Camera d’Or a Cannes nel 1995), Il cerchio (Leone d’Oro a Venezia nel 2000), This Is Not a Film e Taxi Teheran, ha continuato a girare nonostante un divieto statale di produzione cinematografica che gli era stato imposto nel 2010. Allora, fu condannato a sei anni di carcere per “propaganda contro il sistema” dopo aver appoggiato le proteste del Movimento Verde.

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Tra carcere, proteste e solidarietà internazionale

Il regista è stato arrestato e incarcerato più volte, l’ultima nel 2022 dopo aver protestato per la detenzione del collega Mohammad Rasoulov. Ha scontato parte della pena nel carcere di Evin, noto per le sue condizioni dure, ed è stato rilasciato solo dopo un prolungato sciopero della fame e sotto la pressione internazionale. Panahi ha sempre rifiutato il silenzio imposto dal regime: nel settembre 2023 ha pubblicato un video per chiedere la liberazione di Leila Naghdipari, scenografa del suo film Tre volti, arrestata nell’anniversario della morte di Mahsa Amini. A ottobre si è espresso anche sulla morte di Armita Garavand, 17enne uccisa perché non indossava il velo. Il 22 maggio a Cannes è atteso anche un altro regista iraniano, Saeed Roustaee, con il film Woman and Child.

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