Francesco Nuti, targa posta sulla casa sbagliata. Per la figlia: "un errore in buona fede"
CinemaA Firenze, la targa commemorativa per i 70 anni dalla nascita di Francesco Nuti è stata affissa in via Sant’Antonino, residenza della famiglia all’anagrafe, ma non luogo effettivo della sua nascita, avvenuta in via Rinuccini. Un errore burocratico che ha suscitato polemiche, subito smorzate dalla figlia Ginevra: “Mio padre non è mai stato definibile da un indirizzo. Era un artista che abitava l’anima delle persone”.
Ci sono artisti che sfuggono alle categorie, che non possono essere racchiusi in un’etichetta, in una definizione precisa, né tantomeno in un indirizzo. Francesco Nuti, scomparso nel giugno del 2023, era uno di questi. E forse anche per questo, la targa celebrativa scoperta oggi in occasione del 70° anniversario della sua nascita, finita su una casa “sbagliata”, ha finito per raccontare qualcosa di autentico sulla sua figura: quella di un uomo che ha sempre preferito l’emozione al formalismo.
L'errore
Il tributo, posizionato in via Sant’Antonino a Firenze, dove la famiglia Nuti aveva residenza al momento della sua nascita nel 1955, non corrisponde all’effettivo luogo in cui l’attore vide la luce: una casa in via Rinuccini, dove allora viveva la famiglia della nonna materna. L’errore è stato spiegato con chiarezza e serenità da Ginevra Nuti, unica figlia dell’attore, durante la cerimonia ufficiale alla presenza della sindaca Sara Funaro: “Mio padre nacque in via Rinuccini, ma all’anagrafe fu registrato all’indirizzo di via Sant’Antonino 23, che era la residenza formale della famiglia. Un errore in buona fede da parte di mio nonno, come succedeva spesso in quegli anni”.

Approfondimento
Francesco Nuti, l’esordio al cinema nel 1981 con "A Ovest di Paperino"
Un ricordo che unisce, non che divide
La scoperta dell’imprecisione ha generato qualche malumore tra cittadini, appassionati e anche familiari. Giovanni Nuti, fratello dell’attore, ha ricordato che il Comune di Firenze era già stato avvisato in precedenza dell’effettivo luogo di nascita. Tuttavia, come ha fatto sapere l’amministrazione comunale, la commissione toponomastica ha dovuto attenersi ai dati ufficiali contenuti nei documenti anagrafici. La burocrazia, in questo caso, ha avuto la meglio sulla verità storica.
Ma non è su questo dettaglio che Ginevra ha voluto soffermarsi. “Ridurre la memoria di mio padre a una polemica su un numero civico rischia di farci perdere il senso profondo di questo gesto. Lui non era un indirizzo. Era un artista che abitava l’anima delle persone”, ha dichiarato con un’emozione composta, ma palpabile. Il suo intervento ha avuto l’effetto di ricomporre il quadro emotivo della giornata: non un’occasione per dividere, ma per ricordare insieme una delle voci più intense, ironiche e malinconiche del cinema italiano degli anni ’80 e ’90.

Approfondimento
Francesco Nuti, 12 frasi celebri dell'attore e regista toscano
Francesco Nuti: oltre l’anagrafe, un simbolo culturale
Francesco Nuti nacque a Firenze il 17 maggio 1955. Poco dopo, la famiglia si trasferì a Prato, nel quartiere di Narnali, dove l’attore crebbe e da cui trasse molte delle suggestioni che sarebbero poi diventate materia dei suoi film. Attore, regista, sceneggiatore e musicista, è stato uno dei volti simbolo della commedia toscana, capace di raccontare con leggerezza poetica e profondità esistenziale le fragilità umane. La sua filmografia, da Io, Chiara e lo Scuro a Caruso Pascoski (di padre polacco), ha segnato un’epoca, esplorando con tenerezza e disincanto i sogni e le disillusioni di una generazione.
L’omaggio fiorentino, che ha previsto una giornata intera di eventi a lui dedicati, è stato anche l’occasione per riscoprire il lascito culturale e umano di un artista mai davvero compreso fino in fondo. Un talento complesso, la cui parabola personale – segnata da un lungo silenzio artistico e da una dolorosa malattia – ha contribuito a rendere ancora più struggente il suo mito.